Giovanni Battista Ramusio - Navigazioni e Viaggi (1550) - ii / ii -
Proemio primo sopra il libro di messer Marco Polo,
gentiluomo di Venezia, fatto per un Genovese.
Credo certamente che non sia cristiano né pagano alcuno al mondo che abbia cercato né camminato per quello com'il prefato messer Marco Polo, perciò che dal principio della sua gioventù sino all'età di quaranta anni ha conversato in dette parti. E ora, ritrovandosi prigione per causa della guerra nella città di genova, non volendo star ozioso, gli è parso, a consolazion de' lettori, di voler metter insieme le cose contenute in questo libro, le quali son poche rispetto alle molte e quasi infinite ch'egli averia potuto scrivere, s'egli avesse creduto di poter ritornar in queste nostre parti. Ma pensando esser quasi impossibile di partirsi mai dall'obedienza del gran Can re' de' tartari, non scrisse sopra i suoi memoriali se non alcune poche cose, le quali ancora gli pareva grande inconveniente che andassero in oblivione, essendo così mirabili, e che mai da alcun altro erano state scritte, acciò che quelli che mai le sono per vedere, al presente col mezzo di questo libro le conoschino e intendino: qual fu fatto l'anno del MCCXCVIII.