Il mondo della globalizzazione economica e tecnologica è il mondo del passaggio e della circolazione, ed ha come sfondo il consumo. Gli aeroporti, le catene alberghiere, le autostrade, i supermercati (aggiungerei volentieri alla lista anche le basi di lancio missilistiche) sono dei non-luoghi, nella misura in cui la loro vocazione principale non è territoriale, non è di creare identità individuali, relazioni simboliche e patrimoni comuni, ma piuttosto di facilitare la circolazione (e quindi il consumo) in un mondo di dimensioni planetarie.
Questi spazi hanno tutti un'aria di "déjà vu". E tra i modi migliori per resistere allo spaesamento in una terra lontana c'è sicuramente quello di rifugiarsi nel primo supermercato che si incontra. Questi spazi hanno un'aria di déjà vu perché ovviamente si assomigliano (anche se l'iniziativa degli architetti ha trasformato alcuni di questi luoghi in singolarità notevoli), ma anche perché sono effettivamente già stati visti, alla televisione o su qualche dépliant pubblicitario: partecipano a quel mondo colorato, stuzzicante, confortevole e ridondante la cui immagine è fornita dalle agenzie turistiche.
Marc Augé, Narrazione, viaggio, alterità da Golem