I NORDISTI CALANO SU NAPOLI

 

 

 

Ecco alcuni "nordisti" mobilitati dall'industria discografica in vista del prossimo Festival di Napoli. Sopra i Balordi. A fianco: Gianni Meccia (a sinistra) e Don Backy. I Balordi sono quattro ragazzi milanesi che hanno raggiunto una certa notorietà esordendo con un disco "delirante" intitolato: "Vengono a portarci via, ah aah". La loro partecipazione al festival partenopeo è considerata, dai napoletani "veraci", un'autentica profanazione.

 

 

Un gruppo di cantanti del nord parteciperà al prossimo festival partenopeo tentando di carpire un successo commerciale come già fece, l'anno scorso, Giorgio Gaber, con la canzone «'A pizza». Pubblichiamo una serie di interviste nelle quali i protagonisti vi confidano le loro ansie e le loro speranze

 

E’appena finito il Cantagiro ed ecco incalzare il Festival di Napoli. In un momento come questo in cui si va ripetendo che la canzone partenopea è agonizzante, se non è già morta, gli organizzatori della manifestazione hanno compiuto sforzi inauditi per dimostrare il contrario. Una parata di oltre cinquanta nomi tra cantanti e complessi, trenta canzoni in gara anziché ventiquattro, spostamenti delle telecamere nei luoghi più pittoreschi di Ischia, Sorrento e Napoli, e addirittura tre presentatori: Renato Tagliani, Daniele Piombi e Corrado, che presentano nell'ordine ciascuno una serata.

Ma soprattutto si è puntato sul massiccio intervento dei “nordisti”. L'anno scorso proprio il nordista Giorgio Gaber riuscì a realizzare l'unico best-seller discografico del festival con la canzone 'A pizza (che per colmo d'ironia era stata composta da due milanesi, il paroliere Testa e il compositore Martelli). Tre anni fa era stata la canzone di Modugno Tu si 'na cosa grande a vincere il primo premio e a vendere dischi soprattutto per l'interpretazione della milanese Ornella Vanoni, che aveva cantato anche un altro ottimo pezzo anticonformista, Ammore mio. Il fatto è che i nordisti calano al Sud senza eccessivo rispetto per schemi interpretativi musicali o letterari ormai consunti, e quasi sempre riescono a portare una ventata d'aria nuova.

La pattuglia milanese di quest'anno è formata, tra gli altri, da Tony Dallara, Don Backy, Luciano Tajoli, Gianni Meccia, Memo Remigi, Lalla Leone, Luisa Casali, I Balordi, ai quali potremmo anche aggiungere, come temibili avversari dei napoletani veraci, i romani Robertino e Lando Fiorini, il pugliese Modugno e, perché no, la gigantessa russo-polacca Anna German, prima cantante straniera ammessa a Napoli, che canta in coppia con la mulatta emiliana Lara Saint-Paul, già apparsa a un festival di Sanremo col nome di Tanya. Dallara in questi giorni si mostra euforico. “E’ la prima volta che partecipo al festival napoletano e lo faccio con molta passione perché mi sembra di ritornare ai miei inizi di carriera”, mi dice. “Ti ricordi Maliziusella, Nu tantillo 'e core? “. Già, e allora il suo napoletano era uno strano miscuglio di milanese e barese.

“Adesso ho imparato molto meglio il dialetto di Napoli, però una certa pronuncia forestiera ce la lascio di proposito, fa simpatia”.

“Tra le due canzoni che porti a Napoli, Tante tante tante tante tante e Comme 'o destino d'e fronne, quale pensi avrà più successo? “.

“Tante tante tante tante tante: è più moderna, originale”.

Gli chiedo anche di dirmi, con molta franchezza, come spiega che il suo nome sia assente da tanto tempo dalle classifiche dei successi, nonostante i suoi sforzi per aggiornare lo stile. “Te lo spiego subito”, risponde. “Oggi i produttori discografici trascurano i cantanti che hanno otto anni di carriera come me per spingere i giovanissimi. E siccome solo loro, a colpi di milioni possono importi nei programmi televisivi, nei caroselli e nei festival, lo ho finito per segnare il passo. Solo adesso, finalmente, ho la possibilità di farmi giudicare dal pubblico, qui a Napoli, e immagina come mi impegno”.

Uno che si sente quasi sicuro di vincere è Don Backy: “La canzone che presento è veramente molto bella: si intitola E facimmece 'a croce ed è stata composta da Ettore Lombardi, l'autore di Suspiranno

mon amour e Ma pecché, ti ricordi?, due vecchi successi di Peppino Di Capri. Anche questa ha una linea melodico-moderna e nello stesso tempo ha un tema molto tradizionale che piacerà anche ai meno giovani..

É stata di Celentano l'idea di farti ve­nire a Napoli? ..

No, anzi, dapprincipio è stato un piccolo choc per lui e per tutto il Clan. Ma poi quando mi sono messo alla chitarra e ho cominciato a cantare in napoletano si son ricreduti tutti. Non sapevano che io ho vissuto quindici anni a Napoli, prima di stabilirmi in Toscana, e che la melodia na­poletana ce l'ho nel sangue. Prima di venire qui ho preparato dodici canzoni di Napoli da incidere in un longplaying”.

Se si tocca l'argomento fidanzata, storce il naso, come fanno ormai tutti i divi e divetti, preoccupatissimi di non intristire le fan. Però deve ammettere che, sì, questa graziosa brunetta che l'ha accompa­gnato anche qui, la giovane attrice romana Liliana Petralia, è la stessa che gli si stringeva al collo al Festival di Sanremo e che tubava con lui durante la lavorazione del film L'immensità, a Milano. Però preferi­sce chiamarla soltanto “la mia ragazza".

Tajoli è a Napoli per la terza volta, però ci mancava da parecchio tempo: “Non so spiegarmi perché, ho più richieste all'estero che in patria: ho appena finito tournée negli Stati Uniti, in Canadà, Germania, Svizzera, e la settimana prossima dovrò ripartire ancora”.

 

Le competizioni gli piacciono, dice, perché lui ha sempre avuto fortuna: l'unica volta che si presentò a Sanremo vinse il festival con Al di là; anche ai Cantagiri è sempre stato portato in trionfo, “e questo", dice, “perché la gente si rende conto che io sono un "matusa" che canta per vera passione, anche gratis, non come i ragazzini di oggi che fanno il cantante solo mirando al milione per sera”.

LE CONGRATULAZIONI DEL RE

“Sei soddisfatto della tua canzone?”.

“Stupenda. E’ stata scritta da Mazzocco, quello di Mare verde: è una melodia piena di respiro e di sentimenti. Quel che ml fa più piacere, poi, è che è stato lo stesso autore a propormi di portarla a Napoli”. A questo punto mi ricorda che uno dei suoi più grandi successi passati è stata la famosa canzone napoletana Munasterio 'e Santa Chiara: “Fui io a lanciarla, nel '46, subito dopo che la canzone era stata inspiegabilmente bocciata alla festa di Piedigrotta. Io l'ascoltai per caso e volli subito cantarla in uno spettacolo di rivista al quale partecipavo insieme a Mario Riva. Fu un successo immediato. La presentai alla radio e ricevetti un messaggio di re Umberto che si congratulava con me e mi chiedeva di trasmetterla una seconda volta”.

“In fatto di canzone napoletana, sei per i tradizionalisti o gli anti?”.

“Una via di mezzo. Penso che la melodia debba essere di linea tradizionale ma che vada presentata modernamente attraverso le nuove trovate e le nuove tecniche degli arrangiamenti”.

Il ferrarese Gianni Meccia ha deciso di cantarsi personalmente la sua canzone Dint'all'arca 'e Noé, che è considerata tra le migliori del festival, per evitarsi un'altra delusione tipo Sanremo. Non gli sarà facile dimenticare come Sonny & Cher gli hanno deturpato la sua Ma piano (per non svegliarti).

Robertino, che l'anno scorso ha vinto con Bella insieme a Sergio Bruni, ritenta il colpo con due canzoni: Mia, ancora in coppia con Bruni, e 'A canzona: quest'ultima è firmata anche dal paroliere Corima, dietro il quale si nasconde lo stesso presentatore Corrado. (I funzionari televisivi gli hanno già raccomandato di non aggiungere un aggettivo, e neanche un sorriso, nel momento in cui pronuncerà il titolo della sua canzone).

Il comasco Memo Remigi aveva già scritto una canzone napoletana, Arnmore mio, cantata dalla Vanoni: questa volta presenta lui stesso il suo nuovo pezzo, Angelica, che verrà replicato da Nunzio Gallo. E’ molto emozionato anche perché, proprio questa settimana, sua moglie aspet­ta il primo figlio. (E basti dire che, per assisterla, Remigi ha rinunciato a un fa­voloso contratto con la TV americana).

Modugno è tornato in fretta e furia da Londra per partecipare alla manifestazione: anche lui non ha voluto correre il ri­schio dell'anno scorso di lasciare la sua canzone ad altri interpreti, per poi non sentirsi del tutto soddisfatto. Il pezzo si intitola 'O Vesuvio ed è stato musicato su un testo di Gigli, il paroliere di Tu si 'na cosa grande.“La canzone è buona”, dicono i competenti, “però ha un grosso difetto non parla d'amore”. Ma Modugno dice di avere l'asso nella manica con l'abbinamento che è riuscito a ottenere: ha come partner il re di Napoli, Sergio Bruni (e gli orchestrali tremano perché i due cantanti notoriamente superano ogni record di pignoleria nelle prove delle canzoni).

La nota buffa e sconcertante del festival è rappresentata dai quattro capelloni e studenti  milanesi che abitualmente si vestono coi costumi di Carnevale, I Balordi: il loro compito è di fare la replica “giovane” a Nino Taranto nella canzoncina-sfottò 'O matusa. Finora i Balordi avevano solo inciso un paio di dischi, tra cui uno, solo recitato e assolutamente psicopatico, dal titolo Vengono a portarci via, ah aah.

Tra le cantanti quella che interpreta la sua canzone con maggior partecipazione e sincerità è, caso strano, proprio la straniera Anna German. “Il fatto è che Te faje desiderà esprime proprio quello che sento in questi giorni”, mi ha confidato. “Ho una paura pazza che il mio fidanzato non solo si faccia desiderare, ma addirittura mi pianti”. TI fidanzato è un fisico nucleare polacco dal nome difficile, Zbigniev, una persona seria che già all'epoca del festival di Sanremo le rimproverò di allontanarsi dalla Polonia per uno spettacolo così frivolo. Nei giorni scorsi le ha posto di nuovo l'aut-aut: “O me, o la carriera. Se torni in Italia non mi vedrai più”. Anna ha scelto la carriera; però, adesso, romanticamente si dibatte in rimpianti e rimorsi e non vede l'ora di tornare in patria per riabbracciare il suo fidanzato-scienziato. “Sono pronta a tutto per fare la pace”, dice, “gli chiederò perdono, mi butterò in ginocchio. Perché, vede”, mi spiega, “proprio da quando sono arrivata a Napoli e mi son trovata circondata da questo sole stupendo, da questo mare, da questa gioventù esuberante che si bacia per le strade, ho capito che è una pazzia rinunciare all'amore per far quattrini”. I produttori della sua casa discografica, che non la pensano così, cercano di consolarla inviandole ogni mattina enormi cesti di rose rosse.

Roberto Buttafava

 

Dall'alto in basso, Renato Tagliani, Daniele Piombi e Corrado, che presenteranno le tre serate del Festival. Come si vede, anche per i presentatori si sono fatte le cose in grande.

 

 

 

 

Credo di non aver mai visto quest'articolo, quando uscì. 

Oggi, leggendolo, scopro nomi di cantanti, che non sapevo neppure che avessero  partecipato al Festival

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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