EPILOGO |
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Gli ultimi Balordi | |
Prima di partire per il servizio militare avevo realizzato il bozzetto per il nostro nuovo manifesto, in stile floreale (era il periodo dei figli dei fiori e anche i Rolling Stones erano usciti con un 33 giri intitolato Flowers). Il manifesto fu adattato alla nuova formazione. La storia dei Balordi proseguì con Andrea e Beppe che formarono un nuovo quartetto con Pino Matteucci alla chitarra solista e Marco Ferradini alla chitarra basso e canto. Passarono alla Carosello e con la nuova casa discografica incisero un disco con due canzoni di Ricci e Torossi: Diamoci la mano e Fateli tacere. Fecero serate nei locali e furono ingaggiati per suonare nella commedia "Il salto morale", con Sandro Massimini. Quando fu la volta del teatro Sistina a Roma, li vidi arrivare a salutarmi in caserma alla Cecchignola, la cittadella militare romana dove rimasi fino all'estate del 1968. Erano passati alcuni mesi, lunghi un'era geologica.
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Aspettando domani | |
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Nel 1997 Beppe mi fece vedere un CD con una raccolta di canzoni in cui comparivano i Balordi. Era un disco edito dalla One Sale Music, di Italo Gnocchi, un collezionista di dischi appassionato ed esperto degli anni '60 oltre che editore di CD dedicati a quel periodo... Mi recai da Gnocchi ed egli mi seppe indicare tutte le edizioni di CD con canzoni nostre, mi chiese anche se avessi qualche vecchia registrazione dei Balordi, magari una canzone inedita del 33 giri Mondo Balordo (che rimase a livello di progetto e che forse avrebbe contenuto i nostri 45 giri già usciti, più alcune canzoni nuove)... Non ci sono inediti nostri e nessuno di noi ha neppure una registrazione di quando suonavamo dal vivo... Mi ricordai però di Aspettando domani, la canzone di Mogol - Battisti, che ci fu proposta nel 1967 insieme a Non è Francesca. Se si fosse ritrovato il disco di prova di Battisti con la canzone inedita, sarebbe stato un fatto senza precedenti: oltre al valore di documento il disco sarebbe stato oggetto da collezione e la notizia un sicuro scoop giornalistico... Un giornalista televisivo, amico di Gnocchi, mi sollecitò a cercare il provino. Non avendolo trovato in mezzo ai vecchi long playng pensai che potesse essere ancora in via Lamarmora (dove abitava Andrea), ma neppure Andrea lo trovò. Quando morì Lucio Battisti ripensai alla canzone. Fino a quando fosse rimasto in vita, Battisti avrebbe potuto, per un motivo o per l'altro, parlarne e farla conoscere. Il fatto che non fosse stata utilizzata dimostrava d'altra parte che era stata scartata (ma avrebbe potuto anche essere stata dimenticata per un progressivo accantonamento, superata di volta in volta dall'incalzare delle nuove canzoni)... Nello stesso tempo non si trattava di materiale segreto o in lavorazione, sottratto di nascosto. Quando Battisti venne nella nostra cantina Aspettando domani era un brano che stava proponendo e di cui cercava un interprete, una delle sue prime canzoni (che in quel momento suppongo fossero circa una ventina). Dopo la morte di Battisti tutti i mezzi di informazione si occuparono di lui e della sua musica, ma nessuno accennò mai ad Aspettando domani. Da un lato pensavo che se non fossero emersi documenti registrati (un nastro, una lacca, un filmato...) malgrado gli innumerevoli supporti attuali per tramandare i suoni, mi trovavo nella condizione della tradizione orale... dall'altro che avrei potuto essere considerato un millantatore. Scrissi, forse intempestivamente, alla vedova di Battisti, senza ricevere risposta. Mi auguro che abbia letto la lettera... Cercai di ricordare al meglio la canzone, presi la chitarra e registrai un nastro che inviai a Mogol: mi rispose ringraziando. Interpretai il tutto come implicito riconoscimento dell'esistenza del brano e della paternità del testo. La vicenda termina qui. ... Venni a sapere poi (ma sono notizie riportate) che Mogol sembra abbia indicato la canzone come la seconda di Battisti a cui mise le parole. Sarebbe quindi in assoluto una delle primissime realizzazioni del binomio più famoso della canzone italiana. C'è un'altra voce: sembra che Mogol e Battisti registrassero i brani alla S.I.A.E. nel momento in cui sapevano che sarebbero stati utilizzati, cioè incisi. Se così fosse Aspettando domani potrebbe trovarsi nel limbo delle canzoni senza autore, non registrate e non attribuibili (né retribuibili). |
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