LA VALLE SERIANA


 
 

  

L'ALTA CONCA DEL SERIO AL TRAMONTO

    

Caratteri generali

Posta nella zona orientale delle Alpi Orobie, la Val Seriana ha la caratteristica di mostrare forti contrasti tra la bassa e l'alta valle. La prima, che praticamente sfocia ad Est di Bergamo, è una delle valli più industrializzate dell'intera Lombardia. La seconda, invece, dopo una diramazione che culmina nella montagna più famosa delle Orobie, la Presolana, termina con le vette più alte dell'intera catena: il pizzo Coca e il pizzo Redorta. L'ambiente è dei migliori che le Orobie possano offrire: qui persistono numerosi ghiacciaietti perenni, qui si gettano dal lago sovrastante le bellissime cascate del Serio.

L'accesso alla valle Seriana avviene dal quartiere Redorna di Bergamo: superati gli abitati altamente industrializzati (aziende meccaniche, elettromeccaniche, tessili, della carta, cementifici, materie plastiche, mobili, fonderie, acciaierie ecc.) di Torre Boldone, di Ranica e Alzano Lombardo si toccano Nembro ed Albino entrando nella valle vera e propria. Le vette circostanti sono ancora dolci, dei colli che si affacciano alla pianura. Fa eccezione però il monte Cornagiera, una palestra di roccia delle più frequentate: i suoi torrioni si alzano dai pendii sottostanti con verticali ed ardite architetture creando uno scenario assai inusuale per l'altezza (1312 m.) e la posizione ancora vicina alla pianura di questa vetta. I paesi invece sono ancora assai popolati, favoriti dall'ampiezza e dalla bassa pendenza della valle. 

Superati anche Gazzanica e Fiorano al Serio, la strada passa accanto a Vertova e supera il bivio per la Val Gandino. Entrambe le località meritano una deviazione: la prima sia per il pittoresco centro storico, sia per l'interessantissimo percorso naturalistico all'interno della Val Vertova. Si tratta infatti di un itinerario poco faticoso che risale questa valle percorrendo una lunga gola che il torrente ha scavato negli anni: spettacolari le cascate, le marmitte dei giganti, i giochi d'acqua e le pareti scoscese (consigliamo però l'avvicinamento durante la stagione del disgelo per cogliere al massimo questi aspetti). La val Gandino, piccola conca incontaminata, sfrutta turisticamente la conca del Farno, dove sono presenti alcuni anelli da sci da fondo.

Proseguendo lungo la valle principale si giunge a Ponte Nossa dove un bivio permette di risalire la laterale Val del Riso raggiungendo il Colle di Zambla, valico che permette di scendere in Val Brembana all'altezza di San Pellegrino. La conca che si apre nei pressi del passo è assai idillica. Appare infatti verdissima e protetta da due massicci assai imponenti: il monte Alben ed il pizzo Arera, la vetta per eccellenza che domina il panorama Orobico dalla Pianura. Si tratta di un colosso calcareo di moderate difficoltà di accesso, ma che offre, specialmente sui versanti Nord ed Ovest, difficili itinerari di arrampicata.

Procedendo invece lungo la Val Seriana si supera Ponte Nossa, l'ultimo paese industrializzato, e si giunge a Ponte della Selva, dove la strada si biforca nuovamente: a sinistra si prosegue lungo la Val Seriana vera e propria che culmina nelle più alte vette e nel monte Torena, posto all'estremo limite orientale della valle. A destra si devia invece verso l'altopiano di Clusone che culmina a sua volta nella maestosa Presolana. La strada però continua e tramite il passo della Presolana entra nella Val di Scalve, sotto l'ombra del pizzo Camino.

Verso i 3000 Orobici

Se si continua ad addentrarsi lungo la valle Seriana, si giunge dunque ad Ardesio, piccolo paese posto proprio ai piedi del roccioso monte Secco, che è l'ultima elevazione della catena montuosa che si stacca ad Est dell'Arera. Di Ardesio ricordiamo il santuario, meta nei secoli passati di un pellegrinaggio annuo degli abitanti della Valtellina: per giungervi dovevano però superare valichi scoscesi spesso coperti dal ghiaccio! 

Poco oltre il paese si apre, sulla sinistra, la Val Canale che accoglie il paese omonimo. La località è assai importante dal punto di vista escursionistico e paesaggistico: posta proprio ai piedi della parete Nord del pizzo Arera (praticamente verticale!) è anche il punto di partenza del sentiero delle Orobie Orientali, quello che sfiora le vette maggiori. 

Proseguendo lungo la strada principale si raggiunge invece Gromo, un bellissimo borgo medioevale con palazzi tre-quattrocenteschi e noto nel passato per le sue fucine di acciaio e per la fabbrica di armi. Da questo paese è inoltre possibile ammirare per la prima volta uno dei giganti Orobici in tutta la sua imponenza: il pizzo Redorta chiude infatti a Nord la valle che si sta percorrendo. 

Appena prima di giungere a Gromo si incrocia la strada che permette di accedere a Valgoglio, la cui chiesa parrocchiale, molto bella, merita sicuramente una deviazione. Il paese, che ospita anche l'importante centrale idroelettrica d'Aviasco, è base di partenza per le escursioni all'altopiano sovrastante, costellato da moltissimi laghi, sia naturali che artificiali.

La strada principale ormai è prossima a raggiungere il capolinea: si supera Fiumenero, importante perché da qui si può accedere, in circa quattro ore, al rifugio Brunone, base per le ascensioni al pizzo Redorta, e infine si giunge a Valbondione, il paese più grande dell'alta valle, proprio sotto alle precipiti pareti del pizzo Coca. Da qui è possibile accedere al rifugio Coca o al rifugio Curò, quest'ultimo posto nella parte più alta della Val Seriana e base per stupende traversate ed ascensioni ai monti circostanti. Il paese è inoltre conosciuto per le famosissime cascate del fiume Serio, le più alte d'Italia e le seconde d'Europa. Purtroppo non è sempre possibile ammirarle poiché il corso del fiume Serio è sbarrato dalla poderosa diga del Barbellino, che ha dato origine al lago omonimo, uno dei maggiori delle Orobie. Un accordo con l'E.N.E.L. ha però fatto in modo che in certe domeniche estive le saracinesche dello sbarramento si aprano ridando vita a questo magnifico spettacolo. 

A Valbondione si stacca inoltre una strada che permette di raggiungere la frazione di Lizzola, attrezzata per gli sport invernali con impianti di risalita che sfruttano i pendii del monte Cavandola. Il paese, a differenza di molti altri sviluppati in seguito al nascere di piste da sci, è rimasto molto ben inserito nell'ambiente circostante. 

Verso la Presolana

La strada che da Ponte Selva devia a destra conduce invece nell'ampia Val Borlezza, amena conca che ospita il centro più grande della valle, Clusone. Inizialmente si attraversa una bella pineta, poi la strada, divenuta pianeggiante, raggiunge l'abitato. Il centro storico è molto interessante, soprattutto l'orologio Planetario, nel cuore del paese, ed il famoso affresco che raffigura una "Danza Macabra", dipinto che rappresenta gli scheletri che escono dalle tombe per catturare gli uomini, siano essi persone importanti o semplici contadini. E' un tema assai ricorrente nella pittura medioevale, in tutta Europa.

Da Clusone è molto consigliata, inoltre, la salita al pizzo Formico. La vetta non è alta (1600 m.), ma è particolarmente aerea e posta in una posizione tale da permettere di osservare un panorama amplissimo su tutte le alpi Orobie e persino sul gruppo dell'Adamello. L'escursione è consigliata specialmente in inverno, per evitare foschia ed osservare le vette coperte dal manto nevoso.

Proseguendo lungo la valle, superata la deviazione che permette di scendere a Lovere, si giunge a Rovetta e poi a Castione, paese molto pittoresco e ricco di belle ville. La strada però prosegue puntando al passo della Presolana: già dalle ultime case del paese, infatti, si può incominciare ad osservare questa splendida guglia calcarea, a buon conto definita la più bella della bergamasca. Poco prima del passo si incontra l'albergo Grotta, punto di partenza per le varie ascensioni a questo complesso.

Al di là del valico appaiono subito le cime del pizzo Camino e della corna di San Fermo con l'ampio ripiano prativo di Borno, mentre in un suggestivo baratro di oltre 700 metri di profondità scorre il fiume Dezzo che si getterà, a Darfo, nel fiume Oglio: si sta raggiungendo la valle di Scalve.


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