Isabella Domenica, secondogenita di Giulio Tomasi, nacque ad Agrigento il 29 maggio 1645.
Sino ai due anni soffri di febbri e piaghe.
Molto giovane rifiutò il matrimonio con un nobile.
A 14 anni Isabella entrò in monastero, ma dovette uscirne a causa di una malattia.
Entrò definitivamente in clausura il 7 ottobre 1659.
Si sottoponeva spesso ad autoflagellazione perché voleva soffrire come Cristo sulla Croce.
La sua figura è avvolta da un alone di mistero, molto strani gli episodi della sua vita.
Si narra che la Badessa, avendo intenzione di costruire una cappella dedicata alla Madonna del Loreto, invitò le suore del Monastero a preparare una pietra ciascuna, per simboleggiare la partecipazione di tutte alla costruzione.
La Venerabile conservò la sua su un tavolo.
Mentre si recava alla sacrestia il demonio le scagliò contro il sasso per ucciderla.
Il sasso fu fermato da Santa Rosa, che la proteggeva insieme a Santa Caterina da Siena.
Si racconta anche che, mentre scriveva un biglietto al suo confessore, il diavolo la andò a trovare.
Le sottopose una lettera che lei doveva firmare.
La Venerabile si rifiutò, limitandosi a scrivere "Ohimè", perché aveva compreso ciò che il demonio aveva scritto.
La lettera conteneva una supplica al Padre Eterno affinché tutta l'umanità fosse punita con ogni tipo di castigo.
La lettera non è stata ancora decifrata, ma secondo alcuni contiene parole in greco e arabo.
Suor Crocifissa cadeva spesso in estasi e non mancarono nei suoi confronti accuse d'infermità mentale.
Morì a 54 anni, alle 04:15 del 16 ottobre 1699. Venne decretata Venerabile da Papa Pio VI il 18 settembre del 1797.
Dei suoi scritti rimangono due importanti volumi: "Visioni e Rivelazioni", una raccolta di manoscritti e delle sue lettere al confessore.
Dai suoi manoscritti: "Altro non sei che una figura di vento. Basta, basta Signore non più tardare; diasi luogo ai sospiri, fammi grazia, Dio fammi morire".
Il suo corpo è custodito all'interno di una stanza del Monastero delle Benedettine, dentro un'urna.
C'è anche un quadro della Venerabile e un Cristo alla colonna che si trovava nella sua cella.
Alla presenza del vescovo e di sacerdoti fu eseguita, per l'ultima volta nel 1940, la revisione e la sistemazione delle sue ossa.