La chiesa fu il primo duomo di Palma. Sorge laddove prima esisteva la collinetta del Belvedere, da cui si ammirava il mare in lontananza. La prima pietra venne posta il tre 3 maggio 1637 alla presenza dei gemelli Tomasi e dello zio Carlo, con la benedizione dell'arciprete di Licata La Ferla. Essa si troverebbe sotto la statua di San Benedetto, alla sinistra dell'altare. Accanto alla chiesa sorse subito il primo palazzo ducale che occupava un vasto spazio. Esisteva anche un giardino (dove ora è l'attuale Piazza Matteotti) donato dal duca Giulio alle suore del monastero. La chiesa venne aperta al pubblico il 28 giugno 1637. È provvista di una torretta di difesa che poggia anteriormente su due massicce colonne rettangolari, mentre posteriormente è il prolungamento della facciata della costruzione. La chiesa ha una forma rettangolare e, a differenza di altre chiese dello stesso periodo, è priva d'abside. In origine le monache non scendevano in chiesa per la messa ma la seguivano da dietro le grate ancora presenti, e solo dal coro si poteva accedere al resto del palazzo. E dietro una di queste grate c'è la stanza in cui è custodito il corpo di Madre Crocifissa. La sua urna è stata sistemata per l'ultima volta nel 1940. Il pavimento di piastrelle maiolicate è quello originale del 600. Ci sono due altari, quello originale è dietro, in legno decorato in oro zecchino, completato superiormente da una raggiera che incornicia un quadro della Madonna del Rosario. Il secondo altare, aggiunto successivamente, era in gesso e pietra, una sorta di muro arricchito da paliotti decorati in oro e ricoperti da preziose tovaglie. L'altare attuale è in marmo rosso e verde con delle colonnine, sempre in marmo, alla base. La chiesa è una delle poche rimaste in cui il sacerdote svolge la messa con le spalle rivolte alla gente. Nel 1750 l'altare fu arricchito da un magnifico tabernacolo rivestito di lamine d'argento, l'ultima parte, quella che sostiene la croce, è smontabile. Sopra le statue ai lati dell'altare (San Giuseppe e San Benedetto) si trovano due quadri che raffigurano scene della Via Crucis (Gesù che cade sotto la Croce e la Crocifissione). Sulla parete sinistra si trova il quadro di "Santa Rosalia tra gli Angeli", mentre quello a destra rappresenta "La fuga in Egitto" (Angeli che accudiscono l'asinello, bacche e fiori, la Madonna col bambino). Ambedue appartengono ad anonimo. Proseguendo, sulla destra, si trova una grande pala d'altare che rappresenta "La Natività" di Ottavio Violante, pittore che francesizzò il nome in Octavius Voilant. La cornice di stile barocco è in oro. Sotto la pala si trova un quadro di San Giuseppe Maria Tomasi: e di seguito, incassato nel muro, c'è un monumento funebre che la Duchessa Rosalia Traina fece erigere per i suoi familiari. Sotto il pavimento si trova la cripta in cui furono seppelliti i suoi familiari e vi si accede da una stanza accanto alla chiesa. Sopra vi sono sistemati dei quadri che riportano scene di martirio (un martire decapitato, uno in una pentola d'acqua bollente, uno trafitto, uno sul rogo). Dopo il monumento funebre vi è un'altra pala d'altare del Violante con San Benedetto e sua sorella Santa Scolastica sul monte Cassino. Sono sovrastati dall'Angelo con la spada che invoca la protezione divina. A fianco, in una nicchietta, è sistemata la statuina di Santa Scolastica con una colomba tra le mani. In corrispondenza, sull'altro lato, si trova la statuetta di Sant'Agnese, morta martire all'età di dodici anni. Lungo la parete sinistra, accanto alla statua, si trova il grande quadro della Madonna del Rosario con cornice in oro arricchita da medaglioni raffiguranti i misteri del Rosario. Il quadro rientra nella parete meccanicamente, rivelando una cappelletta in cui è custodito un gruppo ligneo formato da una bellissima Madonna con il bambino e in ginocchio San Benedetto. La Madonna fu portata dai Tomasi, è quindi molto antica, mentre il bambino originale è andato perso tempo fa. Dietro un cancelletto si trova la cappella di San Felice. Le reliquie di questo giovane martire, raffigurato in un quadro, sono conservate in un'urna dorata riposta dentro una nicchia tappezzata color oro e blu. Ai piedi si trova un'urna di vetro contenente una statua del santo, adagiato su un fianco. Non appena si entra c'è la lapide della tomba di Giulio Tomasi e quella di Sant'Alipio martire. Le due lapidi sono semplici e con iscrizione in latino. Lungo i muri della cappella ci sono dei dipinti ormai rovinati, l'unico in buone condizioni raffigura il martirio di San Felice. Nel reliquiario si trova un Cristo sulla Croce di pregevole fattura. La cornice, ad arco, è in oro zecchino, arricchito di medaglioni in cui sono riportate scene bibliche (Giona e la balena, il Serpente di bronzo, il viaggio degli Ebrei tratto dall' Esodo, Sansone, la rivelazione di Dio a Mosé, Giuseppe venduto dai fratelli). L'interno della cornice reca disegnati i simboli della passione di Cristo (la frusta, le scale, la tromba, l'iscrizione). Ai lati della statua di Cristo si trovano quelle più piccole di San Francesco e Santa Teresa d'Avila. Lo splendido soffitto è a cassettoni a lacunari fortemente incavati collegati in un complesso tracciato geometrico. La prima parte del soffitto, verso l'altare, è arricchita con un quadro della Madonna del Rosario con ai piedi San Benedetto. La seconda parte, verso il coro, presenta tre quadri: Santa Scolastica con colomba, San Benedetto al centro, Santa Gertrude. Sopra il portale si trovano due scene della Via Crucis (Incoronazione di spine e La flagellazione alla colonna) che ripetono le due dell'altare. Al centro c'è un quadro del Cristo Morto e alle estremità quelli di San Luigi Gonzaga e Santa Rosalia. |
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