Giuseppe Maria Tomasi, figlio di Giulio, nacque a Licata il 12 settembre 1649.
Apprese le lingue classiche e moderne, soprattutto lo spagnolo, perché era destinato alla corte del re di Spagna. Sin da giovane, però, fu pervaso dal sentimento religioso.
Durante una messa nella chiesa di San Giuseppe a Palermo decise di rinunciare ai suoi diritti di primogenito in favore del fratello Ferdinando, entrò così nell'ordine dei Teatini. Inizialmente studiò a Palermo, si trasferì poi nel convento di Sant'Andrea della Valle a Roma per studiare teologia.
Qui venne ordinato diacono e poi sacerdote nel 1673, con destinazione la Casa Teatina di San Silvestro, sede del governo dell'Ordine.
Avrebbe voluto predicare e sarebbe stato un grande oratore, vista la sua cultura e intelligenza.
Era troppo timido, però, per affrontare il pubblico e non gli fu possibile, quindi, seguire il suo desiderio.
Perfetto conoscitore della lingua greca, caldaica, siriaca, araba e copta, volle perferzionarsi nell'ebraico, per studiare meglio le Sacre Scritture.
Si dedicò completamente alla ricerca e allo studio di libri antichi, pubblicando i "Sacramentari", un'insieme di codici antichi risalenti al 7° e 8° secolo.
Le sue opere più belle furono raccolte presso la Biblioteca Vaticana e quella di Maria Cristina di Svezia, della quale fu amico.
Amava molta la sua Sicilia e si arrabbiò quando intuì che la sua candidatura a Prefetto della Biblioteca Vaticana non era gradita perché meridionale.
Quando divenne Cardinale accettò l'incarico solo perché gli venne ordinato di ubbidire alla disposizione del Papa, in effetti lui non accettò mai i privilegi che dal suo nuovo ruolo derivavano.
Rifiutò di essere chiamato Eminenza ed escluse dalle funzioni liturgiche le orchestre, favorendo solo il canto gregoriano.
Si circondò di persone bisognose, e il suo appannaggio finiva nelle mani dei poveri.
Morì a Roma il 1 gennaio 1713. Fu beatificato da Pio VII nella Basilica di San Pietro a Roma il 29 novembre 1803 e dichiarato Santo da Giovanni Paolo II il 12 ottobre 1986.
Il suo corpo è conservato presso la Basilica di San Martino ai Monti, sotto il primo altare a sinistra della sacrestia.