Francesco Scandone
Francesco Scandone, a cui ben meritatamente è intitolata la nostra scuola, nacque a Montella il 12/11/1868. Fatti i primi studi con lo zio materno, Don Giuseppe Schiavo, più tardi li proseguì presso il Seminario Vescovile di Nusco, ove ebbe per maestro Mons. Felice Del Sordo che lo invogliò agli studi storici, come del resto fece il can. Domenico Ciociola nella cittadina natia. Successivamente si iscrisse alla facoltà di lettere presso l’Università Federiciana di Napoli, confortato ed invogliato da due insigni letterati montellesi: Scipione e Giulio Capone. Nel 1891 conseguì la licenza e, dopo due anni, il dottorato il lettere presso la suddetta università. Nel 1893 fu assegnato come Reggente di lettere al ginnasio inferiore di Gallipoli (LE) e l’anno successivo fu trasferito, con lo stesso incarico, al "Genovesi" di Napoli ove restò fino al 1902 quando fu trasferito al Ginnasio superiore di Cassino. Intanto, nel 1895 aveva ottenuto l’abilitazione all’insegnamento delle lettere italiane, latine e greche e, nel 1898, il certificato di paleontologia presso l’Archivio di Stato di Napoli, avendo per maestri il Capasso, il De Petra ed il Batti ai quali si affiancava la sua fervida e proficua amicizia con Filippo, Giulio e Scipione Capone, emeriti studiosi e storiografi della nostra Montella. Nel 1903 fu nuovamente a Napoli come insegnante presso il Ginnasio superiore "Vittorio Emanuele II" ove restò fino al 1912. Intanto, nel 1907 conseguì, con il massimo dei voti, il diploma Dalla Scuola di Magistero - Servizio Storico Geografico. Nel 1911, in seguito a concorso, fu nominato ordinario di storia e geografia nel Liceo "Vitt. Em. II" di Palermo ove restò per ben cinque anni. Nel 1917 fu di nuovo a Napoli, prima all’"Umberto I", poi, nel 1923, al "Genovesi" e quindi al "Vitt. Em. II" (1924). Nel 1925 fu preside al Liceo-Ginnasio di S. Maria Capua Vetere e nel 1927 fu Preside al "G. B. Vico" di Napoli. Nel 1930 fu trasferito al Liceo-Ginnasio "Mario Pagano" di Campobasso ove vi restò fino al 1933 quando fu collocato a riposo. Durante la sua permanenza a Campobasso, nel 1932, ebbe occasione di conoscere Benedetto Croce che ne ammirò la sua erudizione storica. Ritornato a Napoli continuò a dedicarsi all’insegnamento per altri dieci anni: tre al "Pontano", tre all’Istituto Magistrale "Antonia Maria Verna" e quattro all’Istituto Magistrale "S. Rita". Il 13 gennaio 1957, a circa 89 anni, dopo una vita laboriosa passata fra l’insegnamento ed un assiduo studio di ricerche storiche tra Archivi e Biblioteche e dopo aver prodotto un’ingente quantità di scritti, molti dei quali ancora inediti, si spense nella sua casa di Napoli. Fra le sue numerosissime opere, che ci è impossibile elencare, visto il loro enorme numero e che prendono in esame la storiografia della maggior parte dei comuni irpini (e non solo), vogliamo qui ricordare la Storia di Avellino in 5 volumi, che gli meritò la cittadinanza onoraria del nostro capoluogo, il volume Roccasecca, patria di S. Tommaso, per il quale ottenne la cittadinanza onoraria di quella città, i suoi numerosi volumi storiografici su L’Alta valle del Calore e L’Alta valle dell’Ofanto, i suoi studi su Rinaldo d’Aquino "montellese" e i quattro volumi sulla Storia di Montella |