Città 2000,"il Boom dei Portali del nuovo millennio"   www.citta2000.com

Home  Ricerca  Multimedia  Racconti  Computer  Il Mercatino  La Bacheca  Games  Downloads

LA MUSICA COME ABILITA’ COGNITIVA

Sappiamo che la musica aiuta a strutturare il pensiero e il lavoro delle persone nell’apprendimento delle abilità linguistiche, matematiche e spaziali; soprattutto l’intelligenza musicale influisce sullo sviluppo emotivo, spirituale e culturale più di altre intelligenze. Meno risaputo è che la musica possa influenzare l’organismo modificando lo stato emotivo, fisico e mentale: tale fenomeno viene denominato ‘effetto Mozart’.

Uno dei maggiori studiosi del suono dal punto di vista medico, Alfred Tomatis, dichiara che "Mozart è un’ottima madre, provoca il maggior effetto curativo sul corpo umano".

Lo ‘effetto Mozart’ riesce ad agire essenzialmente come tecnica psicologica nella modificazione di problemi emotivi e può modificare le varie patologie di cui è affetto l’essere umano: è un’eccellente tecnica di comunicazione ma anche un aiuto ad altre tecniche terapeutiche.

Prima di analizzare questo ‘effetto curativo musicale’ bisogna conoscere quali processi psicologici si innescano nella mente musicale, che rapporto sussiste tra musica e linguaggio e quali localizzazioni cerebrali sono specifiche delle abilità musicali.

Specificamente, i problemi psicologici insiti nella comprensione musicale, vanno affrontati in termini di processi cognitivi facendo riferimento all’opera di John A. Sloboda, psicologo sperimentale: egli analizza la componente cognitiva insita nella comprensione e nell’apprezzamento di un fatto musicale.

La sua attenzione è rivolta alle ricerche empiriche: analizza ciò che gli individui riescono a compiere con la musica e non quello che dicono di fare. Viene studiato il comportamento dei musicisti nella vita reale e non il comportamento che si verifica in situazioni artificiose di laboratorio.

La psicologia dei processi cognitivi cerca di offrire un aiuto ai compositori per capire le basi mentali della loro attività: comprendere e spiegare caratteristiche fondamentali delle abilità musicali e dei meccanismi cognitivi insiti in esse.

Il cognitivismo di Sloboda si riferisce ad una modellistica dei processi cognitivi in termini di rappresentazione delle conoscenze; sicuramente tale analisi rappresenta sì, un’introduzione alla psicologia dei processi cognitivi ma, la musica viene ad essere un pretesto per analizzare i processi cognitivi impiegati in tutti i settori in cui l’uomo si trova a contatto con il mondo e, quindi, non solo nell’ambito musicale.

Si comprendono le strutture utilizzate per rappresentare la musica; tale processo di apprendimento è concepito in due fasi: prima fase è quella in cui si verifica l’apprendimento in quanto in minoranza) in cui viene incoraggiata l’aspirazione ad eccellere in una determinata abilità.

Quindi, secondo il Nostro autore, le abilità musicali si costruiscono sulla base di capacità e tendenze innate : troviamo prima un insieme comune di capacità primitive(nella nostra cultura occidentale, sino ai dieci anni di età, il processo dominante è quello dell’acculturazione) poi subentra un bagaglio di esperienze che la cultura fornisce , con la crescita, ai bambini (infatti sono fondamentali, per lo sviluppo delle abilità musicali, sia l’ambiente familiare che quello scolastico).

Più i bambini sono esposti alla musica, prima di iniziare la scuola, e più profondamente uno stadio di codificazione neurale li accompagnerà per tutta la vita.

Successivamente subentra l’ influsso esercitato da un sistema cognitivo generale in trasformazione: la capacità di insegnare ad un bambino ad ascoltare, a prestare attenzione all’inflessione e a contestualizzare suoni e parole è stata trascurata dalla società moderna; solo un ascolto attento e corretto, consente di accedere allo ‘Effetto Mozart’.

Jean Piaget, ne La naissance de intelligence chez l’enfant, asseriva che lo sviluppo cognitivo vada spiegato, in parte, in termini di sequenza ordinata e strutture cognitive generali; il tipo di apprendimento di cui siamo capaci a tutte le età è dovuto al tipo di risorse cognitive che si posseggono, cioè le caratteristiche generali del nostro bagaglio intellettuale a quell’età.

Il bambino non è in grado di compiere azioni padroneggiando determinati concetti, perché non ha in sé alcune risorse cognitive per comprendere determinati enunciati.

Bisogna stare attenti alla possibilità di scoprire delle sequenze invarianti di sviluppo musicale; queste sequenze non dovrebbero tanto spiegare gli aspetti più particolari del comportamento musicale, quanto i tipi di attività musicali che si dovrebbero riscontrare alle varie età, in virtù delle capacità cognitive generali che richiedono.

L’educazione vera e propria implica il fatto che l’individuo, istruito, compia uno sforzo consapevole con lo scopo(scopo: condizione fondamentale dell’apprendimento) di raggiungere degli obiettivi più elevati. E’ anche vero che, l’uomo è biologicamente predisposto ad eccellere in abilità cognitive specifiche: sussistono meccanismi per l’acquisizione di queste abilità.

Si può concludere affermando che, l’educazione sembra contribuire ad un approfondimento delle conoscenze e ad un miglioramento dei risultati all’interno di una certa abilità ma non abbia tanto delle implicazioni ampie per l’intero sistema cognitivo.

Back                                          Avanti

Home  Ricerca  Multimedia  Racconti  Computer  Il Mercatino  La Bacheca  Games  Downloads