"Un fenomeno che sta minando il
benessere di milioni di famiglie e la loro
fiducia nell'investimento azionario di lungo termine come
ricetta per una vecchiaia sicura" (CorrierEconomia,9-9-02). "I fondi pensione nella bufera sono quelli
diventati sempre più popolari negli ultimi 20 anni: i piani
individuali a contribuzione definita (DC, defined
contribution), dove l'azienda si limita a
offrire una scelta di opzioni di investimento - una gamma
di fondi comuni, nel caso dei piani 401(k)
- ed è il singolo lavoratore che decide dove impiegare i
suoi risparmi previdenziali, che sono detassati.
"Questa formula ha avuto successo e
ha via via soppiantato i vecchi fondi a
prestazione definita (DB, defined benefit), dove
il patrimonio è gestito da un trust organizzato dallo
stesso datore di lavoro (privato o pubblico), che si
assume la responsabilità di come diversificare gli
investimenti e l'impegno di erogare una certa pensione. (vedi
articolo di fianco)
I piani 401(k) e simili - che oggi
rappresentano quasi metà dei 10.900 miliardi di dollari
accumulati dagli americani nei fondi pensione -
fino a due anni fa piacevano a tutti: alle aziende, che
abbandonando i vecchi fondi tagliano i costi e scaricano
sui dipendenti i rischi delle scelte d'investimento; ai
lavoratori, che con i 401(k) sono padroni dei loro
risparmi, perché i conti individuali sono trasferibili
quando si cambia posto, a differenza degli altri fondi.
"La lunga fase di rialzo in Borsa e di boom
economico aveva alimentato il sogno collettivo di
andare in pensione presto e ricchi, costruendosi
portafogli molto aggressivi.
"Ora questi portafogli
hanno perso, nell'ipotesi migliore, il 30% del loro
valore, in linea con il crollo dell'indice Dow Jones.
"Ma nei molti casi di aziende high-tech
finite in bancarotta o comunque cadute in disgrazia a
Wall Street, dalla Enron alla Lucent, i dipendenti hanno
perso tutto o quasi tutto, perché avevano
scommesso pesantemente sulle azioni della propria
società, fidandosi dei proclami ottimisti dei loro
manager e delle raccomandazioni degli analisti(CorrierEconomia,9-9-02).
"Crollato il castello, scoperte le bugie, è facile
immaginare la rabbia di chi si sente tradito.
E "democratici e repubblicani si rincorrono, in
vista delle elezioni di novembre, a promettere una
riforma dei fondi pensione che eviti nuovi
disastri".
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La Borsa affossa anche i vecchi
fondi a prestazione definita (DB, defined benefit)
I fondi dei pubblici dipendenti
hanno le casse dei fondi sempre più vuote
:
"anche i loro gestori non si
sono ritirati per tempo da Wall Street, dove si
erano tuffati tardi, ai prezzi massimi,
esattamente come i comuni investitori" (CorrierEconomia,9-9-02).
Il patrimonio dei dipendenti
pubblici americani "non è sufficiente a
pagare tutte pensioni promesse, in gran parte a
causa delle perdite accumulate negli ultimi tre
anni con gli investimenti in Borsa. Il risultato
medio di questi fondi pubblici è stato una
perdita del 5,8% nei 12 mesi conclusi a fine
giugno 2002.
"Tre anni fa i fondi pensione del settore
pubblico sotto-finanziati erano solo il 31%; fra
poco la loro quota salirà al 75% ...
"Secondo le
stime della Pension Benefit Guarantee Corp -
l'agenzia federale di garanzia sui fondi
pensionistici aziendali - il tracollo di Wall
Street nel 2001 ha portato a oltre 111 miliardi
di dollari il deficit accertato dei fondi
aziendali.
"Senza contare che questa cifra è destinata
ad esplodere ulteriormente, poiché Wall Street e
il Nasdaq si apprestano a chiudere l'anno con il
segno negativo per la terza volta consecutiva (IlSole24ore,6-9-02).
"Ma
il vero problema di questo "buco" è
non solo che molte grandi aziende - a partire da
quelle del settore automobilistico - potrebbero
essere costrette a destinare quote crescenti dei
loro profitti al ripianamento del deficit
pensionistico, il cui andamento dipende in larga
misura dalla performance di Wall Street, ma
soprattutto la mancanza di trasparenza
che circonda il problema.
"L'attuale
sistema di contabilizzazione dei ricavi dei fondi
pensionistici aziendali permette infatti alle
imprese quotate di riportare in bilancio non il
rendimento effettivo delle attività dei fondi,
ma solo quello che è stato preventivato
dall'azienda sulla base di serie storiche. Come
dire: anche se il fondo ha perduto denaro
nella gestione del suo portafoglio azionario,
l'azienda può sempre dichiarare il contrario a
investitori e dipendenti, con buona pace
della trasparenza e della correttezza contabile
che tanto sono invocate in questo periodo di
scandali sulle manipolazioni dei bilanci
(IlSole24ore,6-9-02).
"Secondo
la Morgan Stanley il rendimento dei fondi
pensionistici aziendali dichiarato dalle imprese
ha rappresentato il 7,2% degli utili dell'indice
S&P 500 nel 2001 e l'8,2% dei ricavi
operativi, «ma in realtà - dicono ora gli
analisti - sono cifre del tutto
fantasiose».
"Una truffa bella e buona,
insomma, che andrebbe iscritta a pieno titolo tra
le assurdità delle normative contabili e fiscali
americane ..." (IlSole24ore,6-9-02).
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