13-6-99 Cile : in crisi le pensioni private obbligatorie
|
Il "modello" cileno "L'Eldorado della previdenza privata si trova in Cile". Nel 1981 il dittatore Pinochet, terminato il massacro di alcune decine di migliaia di lavoratori e di militanti di sinistra con il colpo di stato organizzato nel 1973 dagli Usa, privatizzò integralmente il sistema pensionistico, fino ad allora pubblico e strutturato sul modello di quelli europei. La privatizzazione fu obbligatoria per i nuovi assunti, facoltativa per i lavoratori in servizio al momento della "riforma". I contributi versati obbligatoriamente da lavoratori e padroni sono gestiti dagli Afp (Administradoras de fundos de pensiones) in Borsa o in altre attività finanziarie. Ai lavoratori rimane solo la facoltà di cambiare Fondo (sempre privato) ogni 6 mesi, ma siccome dopo la prima crisi del 1995 oltre 1 milione di lavoratori ha utilizzato questa opportunità mandando in tilt tutto il sistema, sono ora state introdotte penalizzazioni per chi cambia fondo. Le risorse accumulate dai gestori (Afp) privati nel 1996 erano già la metà del prodotto interno lordo cileno e la metà di tutti i soldi detenuti dal sistema bancario. Negli scorsi anni Perù, Colombia, Argentina e altri paesi latino americani - assieme a Polonia e Ungherìa - hanno seguito il "modello" cileno. Siccome questo Fondo Pensione obbligatorio ha avuto negli ultimi anni dei rendimenti negativi, "il governo ... intenderebbe creare un secondo fondo pensionistico, addizionale a quello esistente, il quale sarebbe investito solamente in attività a reddito fisso" e non in azioni di Borsa. "Questo secondo fondo sarebbe destinato a quei lavoratori a cui mancano meno di 10 anni al pensionamento" (IlSole24ore,29-9-98); per i più giovani resta la "speranza" che nel lungo periodo la Borsa salga, a meno che - naturalmente - non sia già fallito il proprio Fondo Pensione ancor prima di potere andare in pensione... |
cobasalfaromeo,13-6-99