La
chiesetta settecentesca di S. Ciriaco fu costruita con
materiale locale. Essendoci poche pietre nella zona
circostante, queste furono utilizzate solo per le
fondamenta, mentre il resto fu costruito con i
tradizionali "lardi", cioè i mattoni crudi.
Questo materiale non si prestava certamente a grandi
costruzioni. Il tetto fu costruito a capriate di legno,
una fitta rete di canne e sopra queste le tegole di tipo
sardo fermate con calce.
Chiesa senza nessuna pretesa architettonica, era simile
alle tante campestri della zona. Venne edificata sulla
sommità della collina, all'estremità di un terreno di
sette aree, probabilmente di proprietà dello stesso
committente.
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Monsignor.
Pilo nel 1762 diede ordine al vice curato della chiesa
parrocchiale di S. Pietro in Terralba di compilare gli
atti notarili della causa pia a favore della chiesa e
festività di S. Ciriaco nello stesso comune.
Il legato pio è del 15 febbraio 1739 e dice così: "Juan
Antiogo Pilony a favor de la iglesia del glorioso San
Ciriaco para... y celebrar cada ano in perpetuum sa
festividad y lo rimanenete a favor de la iglesia".
Il detto don Pilloni morì il 30 dicembre del 1761
lasciando in testamento i suoi terreni. Lo stato
italiano se ne impadronì il 21 dicembre 1866, dopo la
legge sull'incameramento dei beni ecclesiastici.
Nel 1741 fu comprata una campana per il campaniletto a
vela, campana ancora esistente e che porta la seguente
scritta in latino: "Ora pro nobis - 1741".
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