Comune di

T E R R A L B A

   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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LA STORIA


Il significato del nome è evidente: in latino “terra alba” vuol dire “terra bianca”, e il dosso su cui sorge, ad occidente dell’antico alveo de Rio Mogoro, è composto da un ammasso di argilla bianca, appena ricoperto da una coltre di terra, sabbia, ghiaia non più spessa di un paio di metri.
La tradizione popolare racconta che vicino a Marceddì sorgeva il villaggio di Osea, detto anche Orri, fondato da Ercole Libico 364 anni prima di Roma. In seguito alle incursioni dei saraceni i suoi abitanti si trasferirono a Neapolis, città fra le più popolose della Sardegna e sede vescovile. Ma anche questa località fu conquistata dai barbari e gli abitanti superstiti fondarono Terralba, probabilmente nel 1017. Questi fatti non sono stati confermati da fonti ufficiali anche se trovano molto credito fra gli studiosi per il fatto che, a causa delle incursioni degli stranieri sulle coste, la posizione interna di Terralba avrebbe favorito una maggiore sicurezza agli abitanti e reso più propizia l’agricoltura e la pastorizia.
Nella Sardegna di fine Settecento il villaggio di Terralba, ripopolato nel 1602, era una maremma paludosa di terre bianche e argillose , battute dai venti e imperversate dalla malaria per la quale Terralba deteneva un triste primato nella toponomastica dell’intera regione. Questo paesaggio comprendeva centinaia di stagni, pantani e sabbie mobili che definivano sentieri e zone di attività produttiva nel territorio agricolo del villaggio. Su queste terre, prevalentemente sabbiose ma anche argillose, si estendevano tanti piccoli appezzamenti vitati, campi di grano, sughereti e molti spazi incolti e cespugliati, alternati a vaste piaghe acquitrinose ricoperte da canneti, appendici pastorali dell’intera Barbagia. Il mare, suo confine naturale, dominava la produzione per la presenza di un porto nella marina di Marceddì, che consentiva alla popolazione agricola locale preziosi scambi commerciali e un ruolo privilegiato nell’economia del circondario.
Nella sua storia Terralba non ha avuto tanta benevolenza dalla sorte che, a più riprese, non gli ha risparmiato le afflizioni e i guai.
Quindi un paesaggio profondamente vincolato alla realtà geologica e climatica, le cui interferenza, tra terra e mare, divenivano le prime responsabili delle fluttuazioni dei raccolti e dei destini umani di questa comunità.
Sessant'anni fa c'è stato l'intervento governativo che ha compito il miracolo fondiario bonificando paludi e stagni circostanti ma per Terralba gli effetti non dono stati completamente benefici. Infatti se da una parte ha prodotto benessere, dall'altra ha depurtato la superficie comunale. Non potendo sfruttare vaste estensioni, i contadini hanno pian piano abbandonato l'attività e la cittadina sta perdendo la sua tradizionale vocazione agricola.
Le nuove generazioni stanno abbracciando la via del terziario, la pesca e l'artigianato. Nonostante le sfortune e le disavventure del passato Terralba non si è mai arresa e ha saputo reagire con energia. Oggi, dopo il capoluogo, è il centro più importante della provincia di Oristano e uno dei poli in costante aumento demografico. E' una cittadina fiorente per le attività commerciali, con una agricoltura sviluppata per la produzione ortofrutticola, per la viticultura d'avanguardia, per la produzione ittica di Marceddì.
E' ricca di iniziative culturali e sportive e viene apprezzata per la sua ospitalità e vivacità.



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