Per ottenere un'ottima prestazione, la forma fisica e la tecnica
devono andare di pari passo. Non si vince se si rema bene ma non si
ha la forza per spingere l'imbarcazione, e non si vince neppure se si ha
grande potenza ma la maggior parte va sprecata in un gesto scorretto.
Fin dall'inizio, quando si è principianti, ma anche dopo (e questo molti se lo dimenticano), le barche più utili per imparare la tecnica sono senza dubbio il singolo per la coppia, e il due senza per la punta. Oggigiorno un vogatore che gareggia su barche "lunghe", deve sapersela cavare decentemente anche sul singolo. Prima di passare ad analizzare nello specifico i due tipi di voga (di coppia e di punta), vediamo alcune caratteristiche di carattere generale, ma di fondamentale importanza, che devono essere assicurate in una tecnica ottimale: - orizzontalità del tiro: tra le tante tecniche di voga esistenti, e i vari stili elaborati dai vogatori, una caratteristica è comune a tutti: la direzione del tiro deve essere orizzontale e parallela alla linea d'acqua. Componenti verticali sono in ogni caso negative ai fini della prestazione. - assenza di cedimenti: con questo si vuole intendere che la catena muscolare coinvolta nel tiro non deve presentare punti di cedimento, come ad esempio braccia piegate, gambe rilassate nel finale e che quindi non costituiscono fulcro per la chiusura delle braccia, ecc. - rilassamento nella ripresa: si deve riuscire, per quanto possibile, a decontrarre la muscolatura durante la ripresa, per favorire l'afflusso di sangue in tutti i distretti muscolari, cosa molto importante per ritardare l'insorgenza dell'esaurimento muscolare. |
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