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Poesie AMO/DETESTO Amo il sole
caldo dell’estate l’alba
radiosa sul mare il
silenzio della notte il
sorriso di un bimbo il corpo
sinuoso d’una ragazza il
gorgoglìo della sorgente il
profumo del pane fresco ….la
vita Detesto i rumori
della città l’inverno
freddo del Nord l’inutile
abbaiare dei cani gli
intriganti della politica chi
predica bene e razzola male chi è
forte con i deboli e viceversa il nostro
mondo inquinato la corsa
agli armamenti …la morte
LA MIA TERRA Quando
nacqui già il destino Mi aveva
assegnato Una
valigia di cartone: simbolo
dell’emigrazione. E sono
emigrato. Oh,
primavera verde delle mie lontane
colline, terra che getti nei
ricordi gioiosi dell’infanzia una
irridente retorica nelle cose che da
sempre conservo nel cuore. Quando
rivedo il mio paese per
troppo brevi giorni e gli
occhi mi fanno rimirare le forme
vive dei paesaggi, nei miei
ritorni d’emigrante, sento intorno,
per l’aria, da quelle nubi di
madreperla vaganti sulla Majella, congenito
in me il sangue d’Abruzzo. Odori di
erbe, di fiori, di verde, odore di
giovinezza nell’aria pulita: Nel cielo
si specchiano i monti: giganti
addomesticati. Antica,
austera e pur umile, questa
regione plasma eternamente l’irruente
anima e il costume della mia amata gente.
NOI Noi utenti del benessere imperdonabilmente
presenti ai banchetti d’ogni
giorno: ordinati, incolonnati ad inebriare la mente. Noi stravaccati ci rifugiamo nei nostri silenzi omertosi incuranti dei gemiti del mondo. In noi si stinge poco alla volta il bianco candore dell’anima
NON RIDERE Non ridere di me, Signore, quando nell’affanno dei giorni mi vedi barcollare, esausto, vittima delle mie debolezze. Mi ritempro nel tuo amore quando ti sento nell’aria o nell’incerta luce della sera. Mi perdo come nebbia al sole nella mia solitudine quando non odo risposte al mio pregarti. Nei saliscendi della vita ricorrono ciclici momenti in cui tendo l’orecchio alle voci dell’anima. E, dilavato dalla quiete del cuore, chiudo gli occhi ed immagino la tua mirabile luce inebriante. QUELLA MIA TERRA Quella terra che ora incolta implora la mano di qualcuno, quell’umile creta sulla quale
d’estate s’aprono ramificati crepacci e tuttavia un tempo fertile, ora è là, a lanciarmi un ultimo disperato richiamo. Su quella terra ormai anche gli influssi lunari che hanno regolato le stagioni e i ritmi di vita dei miei avi, sono diventati inutili. Quella terra ora arida non sentirà più il respiro
affannoso del contadino che arranca per i pendii scoscesi, non assorbirà più il sudore che
cola dal suo volto rugoso. Quella terra non farà germogliare nuovo frumento per assicurare modeste esistenze al prezzo di dure fatiche.
QUEL FANGO… che opprimente ristagna sui campi profughi albanesi sgretola barlumi di speranza e annebbia le menti, implorando il ritorno della ragione. Quel fango che da neutra materia originaria è ora lievito malvagio che impantana il male e condanna i figli di Caino al miserevole sonno del mondo. Quel fango che umilia uomini inermi impiastricciando fragili vite si fa complice della violenza dei
bruti sommando dolore al dolore. L’argent
fait la guerre. Dov’è la
pietà? Quel fango raccoglie lacrime e sangue mentre il cielo muto assiste all’ennesimo olocausto. Chissà se quei volti smarriti domani sapranno ancora sorridere …e perdonare.
QUEL
SILENZIO
Quel
silenzio che
s’avverte in una notte d’estate sotto
un cielo di stelle …quando
si ha qualche minuto per
sentire il profumo dei prati e
l’incessante canto dei grilli …quando
si è invogliati a pensare…. Quel
silenzio che
il navigatore solitario ritrova
nel suo mare tra
l’alternarsi delle onde …quando
i colori del cielo e dell’acqua si
confondono Quel
silenzio che
lo scalatore scopre tra
le rocce maestose in
una straordinaria convivenza col
sibilo del vento e
una sorta di tregua vincente tra
il connubio e l’armistizio Quel
silenzio che
l’asceta avverte nella
vastità del deserto quando
lo sguardo si perde nella
sabbia e
che ti entra dentro come
il profumo del pane che
esce dal forno al mattino Quel
silenzio che
acquieta l’anima in
un dolce incantamento mentre
trasmigra ai
margini del tempo …quel
silenzio
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