HEDDA GABLER (1904-8) | ||
Come osserva acutamente il fratello di Manon Lescaut, una donnina che si annoia è pericolosa. Hedda, LA figlia del generale Gabler, ha spostato un tranquillo pantofolaio, Giorgio Tesman. Ecco ricompare una "vecchia" fiamma: lo scrittore Eylert Loevborg, ex artista debosciato redento dalla noiosissima Tea, divampa così in Hedda l'invidia e la rabbia nichilista ... Durante una cena da "amici", Loevborg si ubriaca e perde il manoscritto (cui aveva ripreso a lavorare grazie al sostegno di Tea), Hedda lo ritrova e lo brucia: l'ex-innamorato si uccide per la vergogna del fallimento mentre è nella casa di una cortigiana, proprio con una pistola che Hedda gli ha dato ... ma nemmeno alla figlia del generale le cose vanno meglio: Brack, viscido innamorato respinto, la ricatta perchè ha riconosciuto quella pistola. A Hedda rimane solo il suicidio per evitare lo scandalo e la "soggezione". |
Ellida, moglie del dottor Wangel, è insoddisfatta della vita che conduce: è attirata dal fascino misterioso del mare. Dal mare torna improvvisamente uno “straniero” cui ella si è promessa molto molto, molto, tempo prima. Dinanzi alla libertà di scelta che il marito le lascia, ella rinuncia ai sogni giovanili e resta col marito. Eleonora la interpreta Ellida per due stagioni teatrali assai distanti l’una dall’altra: nel 1905-06 e nel 1921. |
LA DONNA DEL MARE |
CASA DI BAMBOLA |
Eleonora Duse
Gabrielle-Charlotte Réjaine (la "Nora" francese) |
Nora è stata figlia vezzeggiata di un padre
iperprotettivo, ed ora è moglie sotto-completa-tutela dell’avvocato
Torvald Helber. All’apparenza
tutto è perfetto … ma nel suo passato c’è una macchia: ella ha
falsificato la firma del padre (morente) per ottenere da un certo
Krogstand il denaro per curare il marito (allora) malato. Ora Krogstand la
ricatta perché gli eviti il licenziamento dalla banca in cui lavora e di
cui Torvaldo è il direttore. Quando
il marito viene a conoscenza del “fallo” di Nora, si rivela un uomo
gretto e meschino, curante solo del suo buon nome. La rinuncia del ricattatore non riavvicina i coniugi: Torvaldo è “disposto a perdonare”, ma oramai Nora trova impossibile riprendere la vita di sempre e se ne va, abbandonando marito e figli … ma per andare dove ? Casa
di bambola non è
stato solo il primo lavoro di Henrik Ibsen ad essere portato sulle scene
italiane, ma anche il primo a
circolare tradotto nella nostra lingua tra il pubblico dei lettori.
Luigi Capuana lo traduce dal testo in francese e lo pubblica col titolo di Bambola (nel periodico il “Carro di Tespi”) quasi contemporaneamente alla prima della compagnia di Eleonora Duse (il 10 febbraio 1891 a Milano). La prima “Nora” italiana è però un’altra: Emilia Aliprandi Pieri nel 1889. |
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PER CHI E' MASOCHISTA (MA VERAMENTE MASOCHISTA) |