Il rifiuto del teatro, il distacco dalle norme sceniche, il senso di futilità del mestiere dell’attore, i modi in cui ha partecipato alla rivoluzione teatrale del Novecento sono difficilmente catalogabili. |
Il disagio, l’odio-amore si materializza nelle lettere ad Arrigo Boito: "il mestiere mi opprime, le cattiverie, le bassezze della scena, la responsabilità materiale della compagnia, mi pesano di un peso ammazzante”, oppure “ quel maledetto teatro è diventato più che mai la maledizione mia …." |
|
«L’idea
dell’eccezionalità della Duse si è radicata con tanta forza nella
memoria storica, anche in quella più svagata nei confronti del teatro, da
far pensare ad un “mito”. Ma le cause di quell’eccezionalità, di
quel perdurare nella memoria si sono perse presto, quasi subito»
ed ora ci troviamo
«di
fronte ad un fenomeno così vago da diventare ingombrante, o così
ingombrante da diventare vago». (Mirella Schino, Il teatro di Eleonora Duse,
Bologna, 1992) |
«La
finzione non è l’opposto del vero, ma del falso: l’attore studia
moltissimo il modo di essere più bravo che può a fingere, non a essere
vero»
(Gigi Proietti,
su Radio Rai 3, “La Barcaccia”, giovedì 22 novembre 2001) |
I
suoi occhi ebbero un lampo d’ira che subito dísparve. |
|
Eleonora Duse: Un trucco? Chiamalo trucco, se credi. Mai te lo potrei insegnare! Guarda. Indietreggiò
di qualche passo e rimase ferma, contro lo sfondo delle ombre cupe. |
|
(Daniele Vare’, Il diplomatico sorridente, Verona, Mondadori, 1941) |
« …se il pubblico va a vedere il signor Rossi che fa Amleto sa benissimo che non è Amleto, finge di crederlo, in questo esercizio di finzione c’è una grossa complicità del gioco a due … li c’è la verità del teatro …» (Gigi Proietti, Radio Rai 3, “La Barcaccia”, giovedì 22/11/2001) |
Oggi
« ... noi non abbiamo mai un gruppo che sta di fronte a un
personaggio [...] noi abbiamo delle folle [la folla è un aggregato, il
gruppo è una cultura, è una memoria] ... Noi abbiamo delle folle, che si
confrontano con Madonna o con Pippo Baudo, ma quando diciamo questo
diciamo che in realtà il personaggio è già demolito: perchè Madonna
non è un personaggio, è un divo, cioè non c'è più la mediazione
dell'attore che suscita di fronte a qualcuno qualche cosa di diverso da sè.
Madonna è ciò di cui parlano i giornali, i media [...] Madonna è ciò
di cui si dice che sia Madonna, ma non è essa realmente nel senso di un
personaggio dotato di una possibilità concreta di manifestare dei valori
profondi. [...] |
|||||||
La Duse è in realtà la figura che si situa all'interno di una serie di crocicchi rituali di occasioni intellettuali, che saranno ... anche banali e superficiali ma dotati di una forza di impatto inaudita. Un esempio: Eleonora Duse va in tournée in tutto il mondo: dall'America del Sud all'America del Nord, alla Russia, alla Germania e porta sempre il suo repertorio. In Russia la vede un principe, e non si innamora di lei, ma si innamora delle cose che lei fa in teatro e la segue per vent'anni per tutto il mondo. Lei viene a sapere dopo vent'anni che in platea c'è una persona che la sta seguendo. Chiede d'incontrarlo, di poterlo ricevere. di poter dare un'opportunità singolare a questa figura, e questa figura sparisce. Non accetta di incontrare Eleonora Duse fuori di quello che essa è sul palcoscenico. Quando la regina Margherita, vedendo uno spettacolo della Duse, chiede nell'intervallo di poterla ricevere nel palco reale, Eleonora Duse si rifiuta. Dice: io sono colei che appare sul palcoscenico, e mentre sono in teatro, non posso essere mai da un'altra parte. [...] Eleonora Duse prima di imporre la sua recitazione ha bisogno di anni e anni: prima non la sopportano, la trovano sciatta, distratta; opera nella recitazione in un modo che questo mondo abituato all'enfasi romantica non è capace di accettare. Eppure a un certo punto essa incontra un personaggio banale, la Signora delle [sic!]Camelie, che non è nulla dal punto di vista letterario: come lo porta in scena, lo fa diventare il grande personaggio con sui si confronta tutta la società del suo tempo: è l'insieme delle attesa dell'eroismo della donna, della sua separazione, della sua singolarità, del suo dramma d'amore, del suo essere ai margini di una società che non accetta altro che una figura estremamente idealizzata. In questo senso quando noi pensiamo ad un'attrice di questo tipo, dobbiamo pensare a dei grandi personaggi, a dei miti che lei trascina tra '800 e '900 per le scene di tutta Europa, e riesce a renderli concreti. Questo vuol dire situare un personaggio al punto d'incontro di una serie di aspettative. Margherita Gautier è una donna labile dal punto di vista della creazione letteraria. Diventa grande sono quando in scena Eleonora Duse la fa diventare quello che è. [...] Con il personaggio ci si confronta per differenze o per adesione, per divaricazione, ma esso è fondamentale nella vita del teatro [...]». |
|||||||
LE INTERPRETAZIONI
|