Sono pochi in Sardegna gli esempi architettonici di norma rinascimentale e la
chiesa parrocchiale di Escalaplano è uno di essi. Dedicata a san Sebastiano
Martire, fu edificata tra il 1614 e i l 1623, probabilmente sul sito di altra
chiesa preesistente di stile aragonese, come ci invita a pensare il magnifico
rosone della faciata che da quella probabilmente proviene.
L'ordine di
ricostruire la vecchia chiesa molto scomoda ed assai malandata nelle strutture
fu personalmente impartito da Mons. Alfonso Lasso, arcivescovo di Cagliari, nel
1599, colà in visita pastorale. L'ordine dovete essere, però reiterato nel 1606
e nel 1614 quando i visitatori inviati dall'arcivescovo constatarono che ancora
non s'era posta mano alla fabbrica della nuova struttura. Nel decreto di
un' altra visita compiuta dal vescovo ausiliare di Cagliari, Sebastiano Carta,
nel
1623 si ordina al parroco di acquistare un pulpito di legno, il che fa supporre
che la fabbrica fosse definitivamente terminata.
Il campanile risale, invece, al
secolo successivo (1778-1785) e fu fatto costruire dal parroco Francesco Lai. L'insieme architettonico presenta linee armoniose ed eleganti: una sorta di
modello rinascimentale con caratteri autoctoni di tipo artigianale e popolare
che supera le forme tradizionali di genere gotico e, più in generale,
dall'architettura rurale sarda ed ogliastrina in particolare.
L'edificio
si articola in un ampia ed armoniosa navata coperta da una volta a botte
rinforzata. All'interno la navata è fiancheggiata da piccole cappelle coperte
da belle volte, immerse nella penombra, mentre la luce penetra dall'artistico ed
originale rosone della facciata creando intensi giochi chiariscurali. L'austerità della facciata che termina in una leggera e rettilinea cornice
aggettante, è rotta delicatamente dal portale rettangolare ricavato in una
cornice di pietra sormontato da una lunetta pure in pietra. Più sopra il
magnifico rosone a cerchi concentrici che si dipartono da una piccola croce
centrale.
Il campanile si erge possente sul lato sinistro della facciata, privo di
decori oltre le semplici cornici aggettanti che disegnano la cella campanaria in
cui si trovano tre splendide campane rispettivamente fuse nel 1587, 1602,
e 1699. Tutto il presbiterio è ornato da decorazioni scultore in bassorilievo
eseguite in stucco e da affreschi, oggi in parte scomparsi. La decorazione
scultore del catino del abside rappresenta il martirio di S. Sebastiano, patrono
della chiesa. Lungo le pareti del presbiterio agli incroci del transetto e nel
arcone dell' abside compaiono, sempre in semi rilievo, le figure degli apostoli.
Subito sotto il catino è ancora visibile parte di una decorazione
parietiale suddiviso in tre fascioni con raffigurazioni di foglie d'accanto,
volute floreali e motivi geometrici. L'insieme denota gustosi modi
vernacoli attribuiti con tutta probabilità ad ignoto artista locale.
Particolarmente intensa è la struttura di S. Sebastiano di buone
proporzioni situata nella seconda cappella a destra.Rilevante anche il pulpito
ligneo posizionato nella navata tra la seconda e la terza cappella a sinistra,
eseguito forse da maestranze locali intorno al 1623. Sicuramente il pezzo più
importante dell'arredo liturgico della chiesa è la croce a stile gigliata, di
genere gotico, piantata su un grosso nodo piatto poliansato, accuratamente ed
elegantemente bulinata con motivi floreali, opera dell' argentiera cagliaritano
MELCHIORRE SAN che operò sul finire del 500.
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SAGRE
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