La BiografiaEugenio Moresco nasce, in una piccola e antica casa di pietra, in una frazione di Varese Ligure (SP), nella Val di Vara, il 2 Dicembre 1917, ultimo di cinque figli. Presto la famiglia si trasferisce in un casolare sul dorsale appenninico, acquistando, negli anni, il terreno circostante, destinato alla coltivazione agricola. Mentre la madre lavora nei campi, il piccolo Eugenio cresce all'ombra degli alberi e nella semplicità della vita agreste. All'età di due anni perde suo padre, a causa di una polmonite. Frequenta la scuola elementare del luogo e risale a quest'epoca la sua profonda amicizia, che per la gioia di entrambi durerà per tutta la vita, con Giulio Firenze, di un anno più grande di lui. A dodici anni Eugenio si guadagna da vivere conducendo il bestiame al pascolo e la sera si ristora, dopo una giornata di lavoro, ascoltando le piccole e grandi storie di paese e le leggende alle quali la fantasia contadina di un tempo dava vita per incantare i bambini intorno al fuoco. E nella vecchia cucina, annerita dal fumo, Eugenio legge anche i pochi libri che riesce tra mille difficoltà a farsi prestare. Tra i tanti autori sviluppa una grande passione e ammirazione per i racconti avventurosi di Jack London che influenzeranno, almeno parzialmente, la sua stessa produzione. A sedici anni decide insieme con l'amico Giulio di andare a vedere per la prima volta il mare e in bicicletta i due raggiungono Sestri Levante. Lavora la terra con la famiglia, ma nel suo cuore nasce ben presto un desiderio di conoscenza che lo porterà, all'età di diciotto anni, ad entrare come volontario nell'arma dei Carabinieri. Per ottenere la Licenza Media studia da privatista e in pochi mesi supera la prova. Consigliato da un amico, decide infine di seguire la strada dell'avventura ed entra nella Polizia d'Africa, venendo assegnato al territorio di Addis Abeba. Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale viene fatto prigioniero dagli Inglesi ed internato in un campo situato nello stato del Kenya. Non avendo a disposizione altri mezzi, inizia a scrivere su pezzi di carta di fortuna un libro dedicato alla sua Val di Vara, miraggio amato che gli permette di reagire agli orrori del presente nella speranza, un giorno, di potervi fare ritorno. Avendo contratto il tifo, viene ricoverato in un ospedale dove fortunatamente ritroverà la salute. Con la fine delle ostilità rientra in Italia e lavora presso la Polizia di Imperia, città in cui incontra la donna destinata a diventare la sua prima moglie, Caterina. Il matrimonio viene celebrato nel 1946 e l'anno successivo nasce la prima figlia. Nel settembre dello stesso anno parte con la famiglia alla volta dell'Argentina, su suggerimento di un fratello, per cercare fortuna oltremare. Una volta sul posto va incontro ad un'amara disillusione, come molti altri emigranti italiani dell'epoca: si adatta a lavorare prima in una fabbrica di birra e poi come muratore, ma non riuscendo a realizzare i propri progetti decide, d'accordo con la moglie, di tornare in Italia. Nel 1951 nasce il secondo figlio e la moglie, per esigenze lavorative, è costretta a trasferirsi nel Veneto, seguita dal marito che trova anch'egli impiego sul posto. Dopo il fallimento del suo matrimonio chiede il trasferimento a Genova e con la suocera e i figli affitta una casa nello splendido paese di Camogli, di fronte alla rotonda, dove rimarrà fino al 1956. In questa data la suocera e il figlio tornano nel Veneto mentre la figlia rimane con il padre e con la sua nuova compagna, Giuseppina. La nuova famiglia così formata si trasferisce a vivere a Genova, che da questo momento diventerà la sua dimora stabile. Nel 1969 pubblica il suo primo libro, "Il richiamo della valle", edito da Sabatelli Editori. Nel 1971 la figlia si sposa e darà alla luce una bambina, la prima nipote, che Eugenio educherà fin da piccola all'amore per le lettura e la scrittura,e con la quale realizzerà anche la bozza di un futuro romanzo umoristico, sfortunatamente mai terminato. Una volta ottenuto il divorzio dalla prima moglie, Eugenio può finalmente sposarsi con Giuseppina e da quel momento vivranno insieme una vita tranquilla e serena. Con l'avvento della meritata pensione la coppia trascorre gli inverni in città, dedicati da Eugenio ancora alla stesura di nuovi romanzi, e le estati in campagna, nell'amata Val di Vara, nella rasserenante pace della natura. Dopo la scomparsa della seconda moglie, avvenuta nel 1986, decide di dare un nuovo significato alla sua esistenza pubblicando a proprie spese (questa volta presso la Erga Edizioni) anche gli altri romanzi, che erano rimasti fino ad allora nel cassetto. Questa fortunata scelta gli regalerà molte soddisfazioni personali, tanto da spingerlo a donare ad amici e conoscenti quasi tutte le copie dei suoi scritti, per il puro piacere di sapere che essi regaleranno alla gente qualche momento di piacevole svago o anche solo di sana riflessione. Gli ultimi anni della sua vita sono forse i meno felici, perché caratterizzati dal sofferto e problematico rapporto con una nuova compagna. Venendo a mancare anche questa presenza, nel 1996, Eugenio si trasferisce a vivere presso la figlia (portandole in dono un mazzolino di fiori di lillà raccolti nella sua amata campagna), e la famiglia di lei. Presso di loro rimarrà purtroppo solo dal 5 di maggio all' 8 di luglio dello stesso anno, data della sua scomparsa. Uomo di grande bontà e capace di profondi sentimenti e affetti, è ancora oggi ricordato da tutti, familiari e amici, come "un uomo di pace", che ha lasciato a chi l' ha conosciuto, e ancora oggi a coloro che decideranno di avvicinarsi ai suoi romanzi, un importante patrimonio umano. Egli ha raccontato la vita attraverso gli occhi semplici di chi è nato dalla terra, che ha poi viaggiato a lungo per conoscere il mondo, è che è giunto infine alla conclusione che solo negli affetti sinceri e in una vita il più possibile serena e priva di contrasti col prossimo l'uomo può raggiungere la piena e completa realizzazione di sé.
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