CAPITOLO XVI

                              ASPETTI DELLA VITA CIVILE

  Ritenendole di qualche interesse, forniamo, in questo capitolo alcune notizie relative, in particolare, alla vita amministrativa e religiosa, distinguendo comune per comune.

COMUNE DI CAMPORGIANO

Al 25 luglio 1943 era podestà il Notaro Silvio Gemignani, che firma la delibera n.12 del 27.8.43. Ma la successiva delibera n.13, del 20 settembre 1943 è firmata dall'avvocato Bartolomeo Bertoli come Commissario Prefettizio. Evidentemente il prefetto lo aveva ritenuto persona affidabile per la neonata R.S.I. (poco dopo, invece, il Bertoli sarà il presidente del C.L.N.). Ma rimane solo fino all'8 febbraio 1944 (Delibera n.2). La delibera n. 3 del 17.3.44 è firmata dal Comm.Pref. Pietro Orsi. Rimarrà fino alla delibera n.12 del 2 giugno 1944. A lui succederà il Prof. Ulisse Micotti, che firmerà la delibera n.13 del 30 giugno e firmerà anche l'ultima, la n.3 del 6 aprile 1945. Rimarrà in carica fino all'arrivo degli americani (Il 23 aprile, tre giorni dopo il passaggio del fronte firma ancora come commissario prefettizio). Egli, come abbiamo potuto vedere nella cronistoria degli avvenimenti, ebbe una notevole importanza per la Garfagnana. Pur essendo formalmente solo il Commissario prefettizio di Camporgiano, in realtà fu un punto di riferimento per tutta la Garfagnana. Il suo passato di ex ufficiale dell'esercito tedesco, infatti, gli concedeva presso i tedeschi una autorità che gli consentiva di trattare con loro senza complessi di inferiorità e senza timori. Naturalmente la perfetta padronanza della lingua tedesca che egli possedeva accresceva assai questa sua capacità di trattare senza difficoltà qualsiasi questione. In questo modo risolse diverse situazioni drammatiche evitando gravi danni alle popolazioni. Ed anche la Prefettura di Apuania (sotto la quale venne a trovarsi la Garfagnana dopo la occupazione di Lucca da parte degli americani) finì per considerarlo il Commissario per tutta la zona. Non a caso i finanziamenti destinati ai comuni della Garfagnana venivano inviati a lui che, poi, pensava a distribuirli a ciascun comune. E non ci fu problema che egli non dovette affrontare, dagli approvvigionamenti di derrate alimentari, al riscaldamento, agli interventi di emergenza. Dagli atti dell'archivio storico del comune di Camporgiano risulta che egli aveva anche costituito un fondo segreto appositamente per fronteggiare le molte emergenze. Il fondo ammontava a circa centomila lire ed era stato costituito in modo vario. Lire 22.785 rappresentavano il "ricavato dalla vendita di stoffe ricevute dal Gen.Carloni", lire 5.000 era la somma consegnata "dal comandante militare della Provincia Utimperghe", ben 55.474 lire erano il "ricavato dalla vendita dello zucchero" e, fra le voci più curiose, lire 3.007 per una "colletta fatta dalla Sig.na Gina Micotti" (figlia di Ulisse) e 5200 quale "ricavato vendita barili vuoti (dono del commissario prefettizio)". Di tale fondo furono spese L.78.679 per "assistenza straordinaria e spese diverse come: legna da ardere,trasporti,pulizia, servizi, ecc. come da ricevute". Le restanti 21.490 furono consegnate, a fine guerra, ai nuovi amministratori, insieme a L.9.200 quale "residuo offerta Gen. Carloni". Il Gen. Carloni, infatti, aveva chiesto e ottenuto da Mussolini l'erogazione di un contributo straordinario per "quegli aiuti immediati da concedere in nome Vostro alle numerose famiglie della Garfagnana che hanno i congiunti alle armi e si trovano in particolari condizioni di bisogno e di miseria". E, in effetti i disagi delle popolazioni garfagnine costrette a convivere con il fronte di guerra erano molti. Ne ha trovato traccia Oscar Guidi negli archivi della'Ass.Div. Alpina Monterosa (1). A testimonianza della sua inesausta e multiforme attività esiste, nell'archivio del comune di Camporgiano anche una lettera a sua firma in data 30 marzo 1945 con la quale egli convoca, per il 3 aprile, una riunione dei responsabili degli uffici postali di Camporgiano, Filicaia e Poggio per "ripristinare il servizio postale".  Frequenti erano le riunioni che venivano indette per affrontare i vari problemi che via via si presentavano. A queste riunioni partecipavano quasi sempre i parroci, in rappresentanza delle varie frazioni. Date le difficoltà e i pericoli che ogni spostamento, specie lungo le strade, comportava, i collegamenti con le frazioni venivano mantenuti, appunto, in questo modo. E i preti, tutto sommato, erano quelli che si muovevano più agevolmente e con minor pericolo. In effetti non solo gli italiani ma anche i tedeschi hanno generalmente sempre rispettato i preti, anche se qualche eccezione c'è stata nei confronti di preti che erano evidenti collaboratori dei partigiani. Comunque è certo che i parroci hanno svolto un ruolo importante in quel periodo dato che anche i militari facevano riferimento a loro come "capi del paese".

 Nel comune di Camporgiano svolgevano la loro opera di parroci i seguenti preti : al capoluogo Don Duilio Cafalli, che non abbandonò mai la chiesa malgrado i bombardamenti e assisté tutti i feriti dell'Ospedale Militare, nonché coloro che vi morirono. E anche coloro, disertori o partigiani, che qui furono fucilati. A Poggio c'era Don Giovanni Ferrari, cognato del Dott.Bianchi di Careggine ucciso dai partigiani, a Filicaia Don Palmiro Pinagli, autore di quel  preziosissimo diario dei giorni della guerra, dal quale tutti coloro che affrontano lo studio di quel periodo della nostra storia possono trarre preziose notizie. A Vitoio, dove si era trasferita la sede del Municipio dopo i bombardamenti di fine dicembre 1944, c'era Don Ratti. A Roccalberti Don Mario Babboni, uno studioso, a Sillicano Don Aurelio Ricci, vecchissimo, a Casciana Don Pierami. Ogni paese, quindi, aveva il suo prete, che, in un modo o nell'altro, continuò a celebrare la messa e a fornire i conforti religiosi a quanti ne avevano bisogno. Il che fu di non poco conforto alle popolazioni. Oltre a ciò, come sopra si è detto, essi svolsero anche le funzioni di "rappresentanti di frazione", occupandosi, quindi, anche dei problemi materiali delle rispettive popolazioni.

 E questo vale, naturalmente, per tutti i preti della Garfagnana.

COMUNE DI CAREGGINE

Non è stato possibile trovare la documentazione del succedersi delle cariche amministrative nel periodo studiato, a causa della mancanza di documenti andati distrutti nell'incendio del comune. Pare che Commissario Prefettizio durante la R.S.I. fosse un certo Poli di Colli di Capricchia. E' da presumere, tuttavia, che la sua autorità fosse molto limitata, dato il controllo pressoché continuo di quella zona esercitato dai partigiani fin dal giugno 1944. Ricordiamo che proprio nel comune di Careggine aveva sede il comando della 1° Brigata Garfagnana della divisione Lunense (e, prima di questo, il comando della Banda "Coli", poi Banda "Tony, del Dott. Abdenago Coli e del maggiore Oldham). Il prete del capoluogo era Don Domenico Bertolini, che aveva il tesserino partigiano (dice lui stesso) ma appare piuttosto prudente. Don Fausto Cecchini era parroco a Capricchia e fu molto attivo nel nascondere prigionieri di guerra inglesi dopo l'8 settembre, tanto che, ricercato dai tedeschi, preferì passare il fronte. A Colli di Capricchia era parroco Don Marini, che salvò due alpini feriti (Vedi Cap. 9 – Novembre).  

COMUNE DI CASTELNUOVO GARF.

Il podestà prima del 25 luglio era l'Avv. Bertucci, che rimase fino all'otto settembre. Gli successe come Comm.Pref. l'Ing. Bertagni e, a lui, successe Turri Silla. Quando questo andò al nord con la Brigata Nera fu il Segretario Comunale Luciano Franchi a fungere da Commissario Prefettizio. Accadde anche in altri comuni, ove non era possibile trovare altre persone disposte a farlo.

Al capoluogo reggeva l'importante parrocchia Mons. Giannini, coadiuvato dal cappellano Don Raffaello Rossi, che morirà in un bombardamento con tutta la sua famiglia. A Palleroso, praticamente sul fronte, c'era Don Adelmo Tardelli (ancora vivente al 24.4.2000 e sempre presente alla messa che tutti gli anni i reduci della Monterosa fanno celebrare nella chiesina dove sono ricordati i caduti), ad Antisciana c'era Don Gianmaria Torre, che fu membro del CLN di Castelnuovo. A Torrite c'era (e c'è tuttora) Don Gigliante Maffei che, pure, ha lasciato un interessante "Liber Chronicus Turritae", a Gragnanella Don Azelio Giannotti, cui toccò, giovane prete, di assistere alla fucilazione di tre disertori in Filicaia,   a Colle Don Mattei Marino, a Cerretoli Don Lazzini, a Rontano Don Antonio Bertozzi.                                                               

COMUNE DI CASTIGLIONE

Prima del 25 luglio e fino all'8 settembre 1943 fu Podestà Silvio Bacci, ma il 19 settembre gli successe il Comm. Pref. Micheluccini Dott.Cav.Giuseppe, presumibilmente inviato da Lucca. Il 6 giugno 1944 gli successe il Rag. Luigi Pighini, ma il 9 settembre 1944 prese il controllo dell'amministrazione comunale quale Commissario Straordinario Militare il S.Ten. Aurelio Ricci della Brigata Nera che, in quel tempo, era ancora acquartierata lì. Quando, nell'ottobre, la Brigata Nera (e, quindi, anche il Ricci) se ne andò, presumibilmente fece le funzioni di Commissario il Segretario. Ma nel registro delle delibere non compaiono più delibere fino a dopo la guerra.

 Il parroco di Castiglione era Don Antonio Fioriti, coadiuvato da  Don Antonio Lemmi parroco della seconda parrocchia del paese, detta di San Pietro. A Valbona era parroco Don Luigi Emiliani, a San Pellegrino in Alpe (proprio sul crinale degli Appennini, le cui case sono per metà in Toscana e per metà in Emilia) era parroco Don Virgilio Brusadini, a Chiozza Don Carlo Lino Togneri, a Cerageto Don Giovanni Marchini, prete energico, che studiò e imparò il tedesco per potersi intendere coi militari tedeschi. E, infatti, riuscì ad evitare guai alla popolazione del paese. A Mozzanella era parroco Don Lorenzo Nelli.

COMUNE DI FABBRICHE DI VALLICO  (all'epoca TRASSILICO)

Prima del 25 luglio era Podestà Salani Sorrentino. Rimase in carica anche dopo l'8 settembre e sicuramente fino al 26.8.44 (la delibera n.20 presa in quella data reca la sua firma). La delibera n. 21 è in data 19.10.1944 (il fronte era appena passato) ed è presa dal C.L.N. comunale presieduto dal sig. Rebechi Rag.Alfredo e composto dai membri Rigali Gino, Graziani Paride, Bertoli Barsotti Egoberto e Giusti Alessio. Con tale delibera il C.L.N. assume provvisoriamente le funzioni del Podestà e delibera i seguenti provvedimenti:

1) Viene esonerato dall'incarico il Segretario Comunale Barsanti Serafino "per abbandono del posto nel periodo critico e per non aver fatto nulla per provvedere alle necessità alimentari dei cittadini" e viene sostituito con  Pierotti Gastone fu Gino.

2) Viene esonerato l'applicato provvisorio Pierotti Luigi di Italo "perchè iscritto al fascio della R.S.I." e sostituito con Vanni Samuele di Luigi.

3) Viene esonerato l'"impiegato di qualità" addetto all'annona Galanti Luigi fu Carduccio "perchè iscritto al fascio della R.S.I. e sostituito con Pieroni Anna fu Ciro.

4) Viene dispensata Bacci Dora di Lionello addetta all'annona, senza motivazione.

5) Decide il censimento dei quantitativi di grano, granturco e farina di castagne disponibili nel comune e la loro distribuzione alla popolazione con criteri equi.

6)Impegna tutte le frazioni a inviare una relazione "sul comportamento degli squadristi e dei fascisti iscritti alla R.S.I." e a fornire informazioni sui movimenti delle truppe tedesche.

7) Decide di esercitare "accurati controlli su banche e uffici postali".

8) Precisa che il C.L.N. comunale "è alle dipendenze del De Maria, Comandante del Gruppo Valanga, che controlla militarmente il territorio e che dipende dal Comando brasiliano.

 Il verbale è firmato dal Comandante De Maria.

 Nella seduta successiva del 23 ottobre il C.L.N. esonera dal servizio anche l'impiegato addetto all'annona Casini Ruggero fu Luigi  "perchè iscritto al fascio della R.S.I." e lo sostituisce con Rigali Ildo di Dino, già partigiano del "Valanga". Il 10.11.44, infine, viene nominato Sindaco Il Rag.Rebechi Alfredo di Trassilico (e nella carica di Presidente del C.L.N. lo sostituisce Mario Sbragia).

 E il 20.11.44 viene nominata la giunta composta da Sardi Dino per Trassilico, Rigali Gino per Fabbriche di Vallico e Gragliana, Paolini Ildo Benedetto per Vallico Sotto e Vallico Sopra.

 Il parroco di Trassilico era Don Aldo Paolini. A Fabbriche di Vallico c’era Don Rossi.

COMUNE DI FOSCIANDORA

E', questo, uno dei comuni che venne a trovarsi proprio sulla linea del fronte, soffrendo particolari pericoli e disagi.

 L'ultimo Podestà, fu Giannotti Renato, che fu sostituito il 29.11.42 dal Comm.Pref. Bonini Angelo, rimasto in carica fino all'8 settembre 1943. Gli succedette, il 14 settembre 1943 il Comm.Pref. Bonini Pietro, che rimase in carica fino al 14.3.44. In quella data prese le  consegne, con Decr. del Capo della Prov. n.300 del 2.3.44, di nuovo il Bonini Angelo. Interessante il testo della Delibera Comunale n. 5 in data 14.3.44 che dice : " Sono presenti il Dr. Martinelli Fernando, Isp.Federale del P.F.R., Ricci Aurelio, Segretario del Fascio, Bonini Pietro, Bonini Angelo, Antonino Pantò, segretario. Tutti i presenti riconfermano la loro dedizione assoluta al Governo Fascista Repubblicano e la fiducia nella rapida riscossa del popolo italiano, oggi più che mai decisissimo alla vittoria e vivamente proteso verso il suo destino glorioso."

 Ma il 9 agosto 1944, essendosi il Bonini assentato dal 3, il Comando Militare della Provincia nomina Comm. Pref. Ricci Aurelio (lo stesso che, poi, lo farà a Castiglione) con Decr. 28.7.44 n.300. L'11 agosto viene registrata l'ultima delibera. Presumibilmente negli ultimi mesi sarà stato nominato il Segretario, ammesso che fosse ancora in loco. Oppure un applicato di segreteria.

Una notevole figura di prete fu, in questa zona, Padre D'Amato, responsabile del Collegio adiacente al Santuario di Maria SS della Stella di Migliano e parroco di Riana. Egli, con i suoi confratelli, si prese cura dei ragazzi del collegio, rimasti lontani dalle famiglie ed esposti a rischi inenarrabili per i quotidiani cannoneggiamenti che danneggiarono anche il collegio. Riuscì a salvarli tutti. Durante i lunghi mesi di guerra prese molti appunti con i suoi confratelli. Tali appunti, riordinati, sono stati pubblicati sul giornalino del Santuario come "RICORDI DI GUERRA 25 settembre 1944-18 aprile 1945" e sono molto noti come "diario di Padre d'Amato". A Treppignana era parroco Don Giuseppe Nardini. A Lupinaia Don Leandro Franchi.

COMUNE DI GALLICANO

Il 9.10.942 c'era già un Commissario Prefettizio: l'Avv.L.U. Pellegrinetti. Ma il 21 dello stesso mese e fino al 28.12.42 lo sostituì il Comm.Pref.Longo G.B.. Il 29.12.42, infine, quest'ultimo fu a sua volta sostituito dal Comm.Pref. Manlio Crudeli. Quest'ultimo rimase in carica senza interruzione anche dopo il 25 luglio, anche dopo l'8 settembre e fino al 20.10.1944, quando già Gallicano era stata abbandonata dalle truppe tedesche.

 Solo il giorno 21 ottobre assumerà la carica di Sindaco il Capretz, comandante partigiano.

 Il parroco di Gallicano era Mons. Massimo Nobili, nativo di Ponteccio, a Perpoli c’era Don Aldo Biggeri, a Fiattone Don Radicchi.

COMUNE DI GIUNCUGNANO

Il Podestà Reali Quinto Nello era in carica prima degli eventi del 1943 e risulta ancora in carica nella delibera del 29.12.44. La successiva delibera in data 23.5.1945, però, è firmata dal Comm. Pref. Pietrazzini Giuseppe, che era il Segretario Comunale.

 Il prete di Magliano, era Don Emilio Barsotti, soprannominato "Don Pistola" per un incidente capitatogli in gioventù (si dice avesse ucciso involontariamente il prete del suo paese, nel comune di Fabbriche di Vallico, maneggiando maldestramente una pistola). Fu un accanito sostenitore della lotta partigiana e animatore della banda che si costituì, fra le prime, a Magliano. Come si legge nella cronistoria fu arrestato il 5 maggio 1944 per i fatti di Magliano e rilasciato nel giugno successivo. Nel febbraio 1945 passò il fronte.

COMUNE DI MINUCCIANO

L'ultimo podestà, rimasto in carica fino al febbraio 1943 fu Daniele Pieri. Gli successe il Comm.Pref. Adolfo Fiorani, che rimase in carica anche dopo l'8 settembre e fino al dicembre 1943. Dal 26.12.43 al 19 agosto 1944 fu Comm.Pref.Ilio Dino Godini. Egli fu sostituito da Michelangelo Giorgetti, Comm.Pref. dal 2.9.44 e che rimase in carica, presumibilmente, fino alla fine della guerra.

 Prete del capoluogo fu Don Angelo Baldini. A Gorfigliano fu Don Augusto Vincenti, che, pur essendo stato nominato presidente del C.L.N. locale, fu uomo equilibrato, sereno e imparziale, come testimonia la bella relazione che presentò al Vescovo dopo la guerra

 A Gramolazzo era parroco Don Luigi Grandini, a Castagnola Don Emilio Drovandi, ad Agliano Don Corrado Giorgetti, ora Monsignore, che, all'epoca, si trovò ad assistere alla fucilazione di un disertore del Gruppo Esplorante "Cadelo" passato ai partigiani, il bersagliere Cesarino (Rino) Rossi, e di questa crudele esperienza ci ha lasciato una toccante testimonianza. Don Alessandro Ambrosini, instancabile curatore del Santuario di Monte Argegna, era anche parroco di Metra e di Sermezzana. Anche Don Sandro, tuttora vivente, è un prezioso testimone di quel tempo. A Pieve San Lorenzo era parroco Don Aldo Navalesi e a Pugliano Don  Mario, molto stimato.

COMUNE DI MOLAZZANA

Il 25 luglio 1943 era Commissario Prefettizio il Dott. Amanzio Bertoni, che rimase in carica anche dopo l'8 settembre e fino al giugno 1944. Dal 6.7.1944, però, lasciò la carica al Rag. Pietro Calamari, che era il segretario comunale e che, presumibilmente, rimase in carica fino alla fine. L'ultima delibera registrata, però, reca la data del 10 ottobre 1944. A quella data, infatti, Molazzana venne a trovarsi proprio sulla linea del fronte il che, probabilmente, rese problematico l'esercizio delle funzioni amministrative.

 Al capoluogo era parroco Don Vannucci, a Sassi era parroco Don Celestino Moscardini e a Eglio Don Giovanni Turriani. Entrambi hanno vissuto praticamente in prima linea, condividendo con i militari i rischi della guerra e funzionando, spesso, come cappellani militari. Anche le loro testimonianze sono preziose.

 All'Alpe di S.Antonio, dove ebbe sede il Gruppo partigiano "Valanga" c'era Don Michele Saisi che, ritenuto, a torto o a ragione, prete partigiano, dovette nascondersi per evitare l'arresto, a Brucciano era parroco Don Dini.

COMUNE DI PIAZZA AL SERCHIO

L'ultimo Podestà fu Astor Marchiò, che rimase in carica fino al giugno 1943. Dal 14 luglio fu Comm.Pref. Antonio Potenza, che rimase in carica fino all'8 settembre. Il 18 dello stesso mese fu nominato Carlo Bertolini che, però, rimase in carica solo fino al dicembre. Il 28.12.1943 era Comm.Pref. Gino Trinci, che era anche ufficiale di posta. Dopo il bombardamento del 29 giugno 1944 il Trinci andò al Nord e, come in molti altri comuni, l'amministrazione fu affidata al segretario comunale Giuseppe Pietrazzini che, in qualità di Comm. Pref. rimase in carica fino all'arrivo degli americani.

 Il prete di Piazza al Serchio era Francesco Pierami, che ha lasciato angosciata testimonianza del bombardamento del giorno di San Pietro, che disseminò di cadaveri i dintorni della sua chiesa, essendo avvenuto proprio quando i parrocchiani stavano recandosi a messa. A Nicciano c'era Don Domenico Santini che, insieme a Don Paolo Torre, nell'ottobre 1944 condusse una estenuante trattativa con i partigiani e con i tedeschi e riuscì, con l'aiuto del Comm.Pref. di Camporgiano Prof.Ulisse Micotti, a salvare la vita ai 5 ostaggi che erano stati catturati e che dovevano essere fucilati per rappresaglia, a causa dell'uccisione di un militare tedesco da parte di un partigiano di Gorfigliano. A S.Anastasio c'era Don Giuseppe Mentucci e a Cogna Don Gisberto Milanta. Toccò a loro fornire gli estremi conforti religiosi sia all'alpino ucciso dai partigiani, sia ai sei ostaggi fucilati nello stesso luogo per rappresaglia. A Borsigliana c'era Don Pietro Ambrosini, cui toccò assistere il S.Ten. G.N.R. disertore, poi partigiano Alberto Galanti, fucilato a Piazza al Serchio il 14 maggio 1944. A San Donnino era parroco Don Bruno Pedri.                                                                               COMUNE DI PIEVE FOSCIANA

Il 25 Luglio era in carica, come Podestà, l'Avv. Francesco Pennacchi, che mantenne la carica anche dopo l'8 settembre. Era ancora in carica il 10.6.44 . Non è stato possibile sapere se rimase in carica anche successivamente o se venne sostituito dal segretario (come è probabile), giacchè non è stato possibile consultare il registro delle delibere di quegli anni.

 A Pieve Fosciana era parroco Don Silvio Giovannoli. A Sillico c'era Don Guglielmo Sessi, che fu arrestato fin nel dicembre 1943 per l'assidua assistenza fornita ai prigionieri inglesi e americani fuggiti l'8 settembre dai campi di concentramento. Rilasciato dopo alcuni mesi, rischiò di essere ancora arrestato perchè accusato di fornire informazioni militari agli americani. Riuscì a sfuggire all'arresto e passò il fronte.

COMUNE DI SAN ROMANO GARFAGNANA

Fin dal novembre del 1942 fu Podestà l'Avv. Adolfo Pennacchi. Egli passò indenne sia la data del 25 luglio (caduta del Fascismo), sia la data dell'8 settembre 1943 (armistizio) e rimase in carica fino al maggio 1944. Poi fu Commissario Prefettizio il Segretario Comunale Siro Satti che, però, non redasse alcuna delibera.

 Il prete di San Romano era Don Giuseppe Pennacchi, quello di Vibbiana e Verrucole: Don Ismaele Bresciani, quello di Caprignana  (che, come abbiamo visto, reggeva anche Castagnola) era Don Emilio Drovandi, quello di Villetta Don Paolo Giannasi.

COMUNE DI SILLANO

L'ultimo Podestà, in carica fino all'8 settembre 1943 fu il Dott.Virgilio Ceccardi, farmacista. Dopo l'8 settembre fu Comm. Pref. Francesco Guerrini che, pare, rimase in carica fino alla fine del conflitto.

 Parroco di Sillano fu Don Tommaso Baisi, che, intervenendo coraggiosamente, salvò la vita a diverse persone catturate dagli alpini della Monterosa o dai tedeschi. Tentò anche disperatamente, ma invano, di salvare la vita al Ten. Carlo Manfrini, catturato e ucciso con ferocia il 20 aprile 1945, praticamente a guerra finita.

 A Dalli Sopra e a Dalli Sotto c'era Don Renzo Spediacci, prete partigiano, che aveva fatto della sua canonica una base partigiana, ove avvenivano riunioni, incontri di staffette, ecc.

COMUNE DI VAGLI SOTTO 

Fin dal 1942 il Comune è retto da un Commissario Prefettizio: Pietro Pieroni. Il 15 settembre 1943, però, viene sostituito da Francesco Baisi fu Pietro (Decr.Pref. 1644 del 13.9.44). L'ultima delibera è del 16.9.44, dopo di che, probabilmente, sarà subentrato il segretario. Ma non c'è documentazione.

 Il parroco di Vagli Sotto era Don Pilade Guerrini.

COMUNE DI VERGEMOLI

Dal 1942 è Comm.Pref. Gaetano Roni che rimane in carica fino  al maggio 1944. Il 16 maggio gli subentra il Comm.Pref. Anisetto Bertoli che amministrerà fino al 2 settembre 1944. Il 25.9.44 lo sostituisce Agostino Iacopetti, che risulta in carica fino al 5.11.1944. Vergemoli rimase al di sotto della linea del fronte, per cui, già il 10.12.44, in piena guerra, viene nominato Sindaco Antonio Cipriani. La sede del comune fu spostata a Trassilico, essendo Vergemoli troppo vicina alla linea del fronte.

 Ha lasciato una interessante testimonianza su quei mesi di fronte il parroco di Calomini, praticamente terra di nessuno, occupato e rioccupato più volte dagli americani e dalle truppe della R.S.I. Si chiamava Don Giovanni Valiensi.

 Parroco di Vergemoli era Don Aldo Paolini.

COMUNE DI VILLA COLLEMANDINA

Già prima del 25 luglio era Commissario Prefettizio Valerio Pennacchi e rimase lui anche dopo l'8 settembre. Il 2 settembre 1944 c'era ancora e pare sia rimasto fino alla fine della guerra. Ma non si è trovata documentazione.

Il parroco di Villa era Don Giuseppe Santandrea, che si forzò di mantenere coi tedeschi (a Villa c'è stato, dal 18.8.44 al 29.9.44, il Comando tattico del XIV° Corpo d'Armata del Gen. Frido Von Senger und Etterling, che aveva la responsabilità di tutto il settore a ovest degli Appennini e fino al mare) rapporti pacifici per il bene della popolazione. A Corfino c'era Don Giovanni Chiari, a Magnano Don  Egisto Vannini, a Sassorosso Don Omero Pardini.

NOTE:

(1)Oscar Guidi GARFAGNANA 1943-1945. LA GUERRA. LA RESISTENZA Ed. Pacini Fazzi Lucca, pag. 52

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