"Un amico speciale"
"Caro amico,
io ti voglio bene con tutto il mio cuore.
Mi basta sapere che sei giovane perché ti voglia molto
bene.
Nel tuo cuore porti il tesoro dell' amicizia con il
Signore.
Se lo conservi, sei ricchissimo.
Se lo perdi, diventi una delle persone più infelici e più
povere del mondo.
Il Signore sia sempre con te, e ti aiuti a vivere come un
suo amico.
Se ti comporti così, ti assicuro che Dio sarà contento
di te,
e salverai la tua anima: la cosa più importante della
tua vita.
Dio ti regali una vita lunga e felice.
L' amicizia del Signore sia sempre la tua grande
ricchezza nella vita terrena e nell' eternità".
Sono il tuo amico.
don Giovanni Bosco
IMPEGNO:
per conservare l' amicizia con il
Signore, don Bosco suggeriva due mezzi infallibili:
accostarsi con regolarità alla Confessione e
ricevere frequentemente la Comunione.
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"Una promessa che dà gioia"
“…Voi
porterete l’annuncio di Cristo nel nuovo millennio. Tornando a casa, non
disperdetevi. Confermate ed approfondite la vostra adesione alla
comunità cristiana a cui appartenete”. Sono le parole del
Papa durante l’omelia di Tor Vergata ( GMG 2000 ) e ci invitano
all’unità, alla fratellanza. La comunità di Grotte, già in festa per
la recente ordinazione sacerdotale di don Calogero Morgante, esulta di
gioia perchè il Signore, grande, misericordioso e ricco di grazia, ha
chiamato più di 50 fra
giovani e giovanissimi a consacrarsi a Lui con la promessa di fedeltà
che costituisce l’impegno e
l’adesione al movimento salesiano di volontariato “Mondo
Giovani – don Bosco” che, per l’anno sociale 2001-2002, ha
come scopo portare Gesù ai giovani. Come è noto, il movimento ha
come fondatore don Michele Emma di
Rosolini ( RG ) ed opera ormai da molti anni in diverse realtà locali
siciliane, ma a Grotte ha avuto un inaspettato consenso solo da un anno. E
finalmente, il 25 Novembre 2001, durante la Celebrazione Eucaristica
officiata dallo stesso don Emma nella Parrocchia B.M.V. del Monte Carmelo
di Grotte, più di 50 giovani cristiani hanno detto il loro “sì” a
Cristo, con l’impegno di vivere con semplicità al servizio dei
fratelli, di accostarsi frequentemente ai sacramenti della Confessione e
della Eucaristia, di curare settimanalmente la propria formazione con la
Parola di Dio e la preghiera e di assolvere i propri doveri nello studio e
nel lavoro. Una notevole spinta alla realizzazione di questo “sogno”
è venuta dal gruppo di Ravanusa ( AG ), da don Giovanni Castronovo,
parroco della Parrocchia B.M.V. del Monte Carmelo ( cui appartiene il
neonato movimento ), ma soprattutto da Ignazio Infantino, coordinatore
cittadino della Consulta di Pastorale giovanile. E’ importante
sottolineare alcuni aspetti che rendono testimonianza della presenza viva
di Gesù nel gruppo e della conversione di molti giovani che hanno aderito
al movimento. Ciò che caratterizza il gruppo è senz’altro l’amicizia
che lega i suoi componenti, la cui età varia dagli 11 ai 35 anni; è
bello constatare i più grandi che aiutano e guidano i più piccoli, ma
l’adesione a Cristo ha segnato per molti la rinuncia all’orgoglio,
all’egoismo, all’invidia, all’odio nei confronti di chi finora è
stato considerato un nemico. In primo luogo, il gruppo Mondo Giovani di
Grotte vuole portare Gesù ai giovani facendo loro riscoprire la gioia di
stare insieme nella preghiera, nell’ascolto della Parola, nella
riflessione, nel gioco, nel divertimento e nell’animazione. Altro
aspetto peculiare che caratterizza il gruppo è la voglia di aiutare i
giovani che sono lontani dalla Chiesa. Come ogni realtà locale del nostro
momento storico, Grotte vive un periodo di particolare crisi: c’è molta
disoccupazione e molti giovani, smarriti nella confusione sociale e privi
spesso di una concreta ed efficace assistenza da parte della famiglia,
vedono nel denaro facile e nella droga le uniche prospettive
soddisfacenti. L’impegno dunque è quello di essere portatori per i
giovani stessi di valori autentici, forti, sani, che li aiutino a
rivalutare la propria vita, a credere in essa, imparando a scoprire Gesù
negli “ultimi”, negli indifesi, in chi è vittima dell’indifferenza
della politica e della società.
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"Portare Gesù ai giovani"
(La catechesi del Rettore del seminario della diocesi di
Noto in occasione del Convegno-Festa di MondoGiovani del 2 Dicembre 2001)
“Portare
Gesù ai
giovani“
( Gv 20, 11-18 ).
La parola del brano del Vangelo di Giovanni è una parola impegnativa e
importante, che sta alla base della cristianità. L’apparizione di Gesù
Risorto a Maria di Magdala ci pone di fronte al dovere di noi cristiani di
portare Gesù ai giovani e, per compiere questa missione, bisogna vivere
con Gesù e passare attraverso l’incontro con Lui. Maria è l’esempio
di una donna che incontra Gesù. “Portare” significa e implica
“trasformazione della propria vita” e “testimonianza di fede in
Cristo”. La testimonianza diventa intrepida e gioiosa, perché è frutto
dell’incontro con Cristo, che ci sconvolge; quindi la nostra reazione è
quella di portare Cristo al prossimo. San Paolo dice, a proposito del suo
incontro con Gesù: “Fa che non sia io a vivere, ma Tu a vivere in
me”. “Portare” vuole anche dire “narrare” un incontro che è
eccezionale. La storia di Maria di Magdala, sconvolta da Cristo ( “Ho
visto il Signore!” ), è la nostra storia di uomini che, ad un certo
momento della nostra vita, vediamo trasformare la nostra vita e siamo
portati ad annunziare la salvezza che viene dal Signore che abbiamo
incontrato. Ciò che raccontiamo è l’essere stati posti davanti al Suo
sguardo, che è misericordioso e che ritroviamo sia nei nostri fratelli
sofferenti, ma anche nella gioia dello stare insieme. Come Maria, dobbiamo
avere il coraggio di metterci davanti al Signore e risolvere dunque una
questione: che senso ha la mia vita?
In Gesù il cristiano vede i suoi limiti, che si trasformano in ampi
spazi in cui agire. Nel raccontare Gesù, occorre compiere un’opera di
storicizzazione, cioè occorre lasciarsi toccare dai bisogni
degli altri e calarsi nella loro storia. Occorre entrare nelle case di
chi ci sta accanto per poi andare via via sempre più lontano. Ci sono
tanti fratelli che hanno bisogno anche di un semplice nostro sorriso e noi
dobbiamo abbattere gli steccati dell’individualismo. E’ qui che
comincia il momento della testimonianza. Maria è colei che
annuncia un fatto sconvolgente, perché incontra il Risorto che fa
risorgere la sua vita. Essere messaggeri significa essere responsabili di
un impegno. Portare Gesù ai giovani è essere messaggeri di una realtà
vissuta e condivisa che cambia il nostro modo di vivere e di agire.
L’efficacia del nostro comunicare è data dalla certezza di un fatto
storicamente avvenuto ( la Risurrezione di Cristo ) che è straordinario.
Maria non sente, ma vede e quindi sperimenta la bellezza dell’incontro
col Signore, che instaura una signoria diversa, fatta di pace e di tempi
nuovi. Dall’incontro con Gesù, Maria trae anche un nuovo insegnamento,
che è la scoperta della verità sulla sua storia. Dice Gesù: “Io salgo
al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro” e da qui scaturisce
l’annuncio di Maria ai discepoli. L’uomo vive ricercando l’Essere
trascendente, Dio, la Verità, che occorre portare agli altri. Quali
sono i preamboli dell’incontro con Cristo? Come avviene la
trasformazione della vita di Maria.
Maria ha un atteggiamento non rassegnato. Maria guarda con curiosità
il sepolcro vuoto. Il cristiano non deve essere indifferente e cinico per
incontrare Gesù, ma deve essere curioso. Non bisogna essere incostanti,
ma perseveranti e consapevoli che l’incontro con Gesù è un’anomalia
della vita quotidiana, è il motore che spinge le nostre azioni. Bisogna
essere, come Maria, coerenti e autentici ( Gesù dice: “La verità
vi renderà liberi” ). Bisogna esprimere il meglio di ciò che
siamo, cioè dobbiamo dimostrare una personalità ed una interiorità
equilibrate. Ad un certo punto del racconto di Giovanni, Maria si volta
indietro…Ciò simboleggia l’uomo nuovo che si volta indietro
verso il passato che non c’è più. L’incontro con Gesù nasce da una
libera scelta e spinge a voltarci verso la storia degli altri.
La storia di Maria è la nostra storia, la storia di chi si volta verso
Gesù nella ricerca della verità. Portare Gesù ai giovani significa
raccontare la nostra liberazione dalla mediocrità, dal
conformismo, dalla nullità, perché Gesù colma tutti i vuoti lasciati
dalla cultura che la società di oggi vuole inculcare nel nostro modo
di pensare. Da questo punto di vista, il cristiano è anche
colui che si ribella, rompe gli schemi e dice:
“BASTA!!!!”, per diventare così un “uomo nuovo”. |
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