LANA

ESICLONICA

 

   
 

track-list

1.Giù

2.Presenza

3.Corrente ansiosa

4.Salopette

5.Wka

6.Ti sento

7.Come prima

8.Intatto

9.Neve cara

10.Cos'é

Lana sono:

Matteo Perego:

voce, chitarra

Giordano Donadoni:

chitarra

Gianmarco Colombo: basso

Veronica Basaglia:

batteria

 

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Genere: grunge/rock
Miglior brano: Giù
Assomiglia a: Nirvana, Lara Martelli, Soundgarden, Nickelback, Metallica, HIM
Voto (0-10): 7.0                                                          Recensione del: 06/10/2003
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Il progetto Lana prende forma nel 1996, in provincia di Bergamo, e si concretizza nel 2001, con l'ingresso nel gruppo di Veronica, unica batterista al femminile della scena rock italiana. Dopo una serie di concerti e di ottime recensioni, nel 2002 i Lana sono scelti come miglior gruppo della Lombardia per le finali di Arezzo Wave. La voglia di suonare è tanta, e nonostante il furto degli strumenti e dell'impianto di registrazione nel giugno 2002, i Lana pubblicano a ottobre 2003 il loro primo album "Esiclonica".

Un sano rock/grunge sgorga dalle vene dei Lana, con atmosfere che sfiorano la psichedelia. Ritmi morbidi si intrecciano con scaglie di rock, resi ancor più particolari dai testi in italiano. La prima traccia, "Giù", ci prende per mano, e ci trascina appunto, in basso, in un mondo distorto e disturbato. Chitarre armoniche vengono lacerate da una voce graffiante e implorante: "Non puoi fidarti di me. Mai... più!". Ottima. Dal sapore psichedelico è "Presenza", che si raggomitola su un ritmo lento, a spirale, sempre disperato: "Chiamami presenza. Chiamami! Chiamami!". Dall'intro molto Cure è "Corrente ansiosa", supportata da un testo di rara bellezza: "Ho condensato note, a agrumi. E resti di tuoni, che antiche divinità, ci han scagliato contro". Ancora dualità calma/furia per la bella "Wka", una Consoli travestita da strega furiosa isterica, che lascia spazio alla magica "Ti sento", che evoca gli spiriti dei Metallica. Gradevole e ispirata è "Intatto", costruita su sogni striduli e su eco ben dosate. Chitarre armoniose e distorte in "Neve cara": "..neve cara, sfumatura nera tra le mani. Suona così strana, ogni mia parola fiduciosa...". Chiudono le chitarre acidule di "Cos'é".

Un groviglio di sensazioni e suoni. Un nome corto, "Lana", che in effetti suona bene, come la loro musica. Canzoni duali che alternano melodie e ritmi lenti a furie grunge graffianti e a volte paranoiche (come la dualità della copertina, in bianco e nero). Chitarre onnipresenti, a volte acidule, a volte granitiche, a volte melodiche, che ci conducono in un mondo distorto e disturbato; un mondo che si sente a 'disagio'. Testi complessi, per un album omogeneo che non ha colpi di testa e cambi di registro evidenti. Un album omogeneo e per questo granitico: un monoblocco, un condensato di note... a grumi.

E che grumi.

 

Recensione di: Ilario Pisanu

Thanks to: Ruggero Isacchi, Lunatik

Note: Foto courtesy of © Lana Web Site

Sito Ufficiale: www.lanasound.it