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Nella silenziosa notte del 24 novembre 2001 Pat Metheny si chiude nel suo studio portando con sé solo la chitarra baritona appena comprata. A un anno e mezzo di distanza il chitarrista riascolta i brani registrati, ne aggiunge altri e confeziona così un album dall'atmosfera incantevole.
"One quiet night", uscito il 16 maggio 2003, è stato definito dal suo creatore "un album intimista, da ascoltare nei momenti di tranquillità, per riuscire a carpirne anche la minima sfumatura". Metheny esplicita perfettamente il contenuto del nuovo disco, che sprigiona calma e serenità da ogni nota; dà l'idea di una colonna sonora e infatti ricorda molto "A map of the world", che quattro anni orsono faceva da sfondo musicale all'omonimo film di Scott Elliott. Non passano affatto inosservate l'intrigante cover di "Don't know why" di Norah Jones e l'emozionante rivisitazione acustica di "Last train home".
Quasi una colonna sonora, appunto: e come ogni colonna sonora "One quiet night" presenta come unico limite una certa monotonia, che tuttavia a mio avviso non incide minimamente sulla piacevolezza dell'ascolto.

Recensione di: Francesco Giammetti

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