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VOCI X LA LIBERTA'
2003 Una canzone per Amnesty International 6° concorso musicale
nazionale dal vivo |
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track-list Nuovi Orizzonti
Artificiali 1."Processo a
Lugin" 2."0.36
(frequenza stabile)" Ameba 3."The
body" 4."Junglemoogameba" Michael
Seck & The Tolou 5."Nanou Fa" 6."Paparira" La Moscaceca 7."Eclissi" 8."Tramonto" Risin Family 9."Questa è
l'era..." 10."Non è lei" Viaggio Segreto 11."5 anni" 12."Noi" Extra track: Videoclip del brano n°1 torna a musica |
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Sei gruppi emergenti danno vita a questa importante compilation. Importante perché “Voci per la libertà” contiene brani che affrontano temi impegnati socialmente (come i diritti dell’uomo) e che sposano tutti e indistintamente la causa di Amnesty International. I sei gruppi emergenti (che ci
offrono stili diversi) sono tutti finalisti del Festival omonimo del 2003. Il
concorso, nato nel 1998 in occasione del 50° anniversario della Dichiarazione
Universale dei Diritti dell’uomo, è giunto alla settima edizione. Il Premio
viene assegnato alle canzoni, testi e musica che meglio comunicano
l’importanza dei valori di rispetto e tolleranza tra gli esseri umani. Il
bando di concorso 2004 è online su www.vociperlaliberta.it.
Le iscrizioni termineranno il 31 marzo 2004 e i sei finalisti parteciperanno
alla compilation “Voci per la Libertà 2004”. In più è in partenza
l’assegnazione del PREMIO AMNESTY ITALIA 2004, dove vengono premiati
artisti già affermati che abbiano pubblicato una canzone il cui testo
contribuisce alla diffusione e alla sensibilizzazione dei temi trattati da
Amnesty International. Il vincitore di questa edizione è Daniele Silvestri
con il brano “Il mio nemico”. Le nominations per il miglior brano sui diritti
umani del 2003 verranno raccolte mandando una mail a: info@vociperlaliberta.it
I vincitori di questa edizione
del Festival “Voci per la libertà – Una canzone per Amnesty” 2003 sono i NOA,
acronimo di Nuovi Orizzonti Artificiali, di
Milano. Il gruppo (che ha già vinto Rock Targato Italia 2001, Distorsuona
2002, Scorribande di Milano 2002) ci propone una fusion di pop, elettronica,
dance e drum’n’base amalgamati in un mosaico onirico, psichedelico e ipnotico.
Il brano “Processo a Lugìn” (vincitore assoluto del festival e presente nel
cd anche con la traccia video) è una critica al consumismo, in un immaginario
processo a Lugìn, personaggio dostoevskyano incarnazione del vorace
perbenismo: “Punizioni corporali è la mia soluzione/ Astemia al tuo
benessere/ …io vivo d’aria”. Caratterizzato da un intro alla portishead o
morcheeba, il brano presenta una matrice elettrificata di base (che fa tanto
CSI e Scisma) che fa da sfondo alle due voci, maschile e femminile (Paolo
Soffientini ed Emanuela Colli). Il secondo brano “0.36 (frequenza stabile)”
si agita su base ‘subsonichiana’ e a tratti ricorda i Quarta Parete: un po’
di dance in salsa elettrica a presa rapida. Gli Ameba
(Premio della critica), ci propongono “The body”, un trip-hop a bassa fedeltà
in stile Massive Attack: atmosfere rarefatte, suoni particolari e lamenti che
si intrecciano per dare vita a lugubri e magiche sensazioni. La prolissa “The
body” lascia il posto all’impronunciabile “Junglemoogameba” più aggressiva e…
progressiva, con stessa dose di incisività. Michael Seck & The
Tolou (Premio giuria popolare) ci propongono una musica nera,
calda e tribale, che evoca terre lontane, rafforzata dall’uso di una lingua
africana. E’ lampante in “Nanou fa” (che haimè è scritto diversamente sulla
cover del cd, nel libretto e nel comunicato stampa…) e in “Paparira” che sa
di sole, divertimento e lavoro nei campi. A lasciarmi senza fiato ci hanno
pensato i La Moscaceca. Il brano “Eclissi” sa della
miglior Patty Pravo che sia mai esistita, dilatandola all’infinito e
oscurandola, per giunta: “Per le vie, fragili arterie, c’è la vita che
sanguina/malattie, stanche macerie sulla scia della guerra/la pietà corre ai
ripari sugli specchi degli occhi tuoi/…/Guarda! Piovono bombe sopra le tombe
dei sogni tuoi…”. Ottima. Ed ancora più sbalorditiva è la loro seconda
traccia “Tramonto”, che sa di Patty Pravo, Mina, Trovato e Lighea. Una voce
magnifica in una ballad Sanremese (e non è una critica, credetemi) che
rinnova brividi ad ogni ascolto: “Ma il sole, mi vuole ormai: si alza
presto al mattino, mi guarda, sorride e poi fa un inchino. Ma il sole non
muore mai: si addormenta soltanto su un letto di nuvole gonfie di pianto…”. Magnifica:
sentiremo parlare di loro… sicuro. I Risin Family
coinvolgono con un reggae nostrano; in “Questa è l’era…” si contrappone
l’informazione con la povertà e la discrepanza tra l’Uomo Occidentale e la
gente povera. Anche “Non è lei” è slow-reggae (un ritmo simile al cuore…) a
base jamaicana: solare e avvolgente a spirale. Infine abbiamo i Viaggio
Segreto, che contrariamente agli altri, propongono un poprock
poco innovativo (Timoria e Renga insegnano) e che a fatica si integra col
resto della compilation. Una compilation che mescola buona musica ad una buona causa. Ancora una volta solidarietà e musica formano un connubio indistruttibile, abbracciandosi come fosse una cosa sola. Una compilation con 6 artisti veramente da tenere sott’orecchio. Un cd che annovera diversi stili accomunati dalla voglia indiscussa di (buona) musica e dalla voglia di Libertà. …perché il sole non muore
mai. |
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Recensione di: Ilario Pisanu Thanks to: Uff. Stampa:
Natasya Martelli e Tirza Bonifazi Note: - Sito Ufficiale: www.vociperlaliberta.it |
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