(Savatage biografia, Rock Legends , continua dalla pagina precedente)
ANEDOTTI (BOOTLEGS, SOLDI, FANS & BANDS)
CHRIS CAFFERY, IL CUORE E L'ANIMA
Gary
Smith non è solo uno spettacolare artista della tecnica ad aerografo, ma grazie
alla sua lunga amicizia con i Savatage è diventato l'equivalente americano di
Derek Riggs, che è stato autore di innumerevoli copertine dei dischi degli Iron
Maiden fin dagli inizi.
Chris
Caffery descrive Gary Smith così: "è proprio uno come noi: semplice,
allegro, un ragazzo saggio che è sempre della partita per andare a bere un paio
di birre in compagnia"
Gary, come hai conosciuto i Savatage ?
Anni
fa, quando lavoravo in un negozio di T-shirt
in un centro commerciale a Clearwater, incontrai Steve Wacholz, che aveva visto
alcuni miei lavori ad aerografo ad una mostra.
Presto Steve divenne un cliente
fisso e una volta disse che gli sarebbe piaciuto che disegnassi una copertina
per un disco. Dopo non ci sentimmo più per un paio di anni, quando le nostre
strade si incrociarono di nuovo e mi commissionarono il primo lavoro. Che era " Hall of the Mountain King "
Questa copertina ti ha portato al successo, come
artista?
Assolutamente
sì, sia a livello nazionale che internazionale. Poco dopo mi fu commissionata
la copertina di "Escape to
Nowhere", dagli Omen. E da allora ho incontrato molte celebrità come ad
esempio gli Aerosmith per i quali ho realizzato alcuni dipinti come privati.
Perchè non hai realizzato tu la copertina di "Dead Winter Dead" ?
All'epoca
ero in viaggio e non ero raggiungibile, a loro serviva ua copertina nel giro di
una settimana. Beh, c'è sempre una prossima volta e dopo tutti i Savatage sono
sempre la mia band numero 1!
Non fai anche molti disegni a earografo per moto e cose
del genere?
Sì,
ho già un lavoro per una moto di Malcolm Forbes, un dipinto del suo yatch per
Donald Trump e lavoro per alcuni lottatori di wrestilng regolarmente. Per
esempio, la moglie di Hulk Hogan mi ha chiesto di fare un paio di affreschi
nella loro nuova casa, che francamente più che una casa è un castello!
Com'è il tuo rapporto personale con i Savatage ?
Steve
Wacholz è un mio caro amico, abbiamo anche diviso una casa per un po'. Un
giorno torna da un lungo tour e sta cercando una nuova sistemazione, così gli
propongo di trasferirsi nel mio bilocale per un po'. Quel "un po'" è
diventato un anno, fino a che la mia fidanzata schizzata ha iniziato a fare
storie, ah ah ah! Beh, la gentile signora fu sbattuta fuori da me medesimo
subito dopo che Steve se ne andò, e poi mi comprai una vera casa sul lago, e
anche Steve si trovò un posto migliore.
Qual è la tua copertina preferita dei Savatage ?
Probabilmente
"Gutter Ballet", un progetto molto interessante. Steve ed io siamo
andati in una biblioteca dove abbaimo spulciato una decina di libri di
architettura di vecchie chiese e cattedrali. Io ero studente di design e mi
piaceva combinare design architettonico e arte freelance.
Se sono informato bene, mi pare che ti si veda anche in
un video dei Savatage ...
Già,
è in "Jesus Saves", quando cercavano qualcuno per fare la parte di
D.T Jesus. io mi ero appena fatto crescere la barba e Steve mi disse: " Hey
Gary, sei tu la persona perfetta
per quasta parte, lasciamo stare tutti gli altri candidati!"
Cosa ricordi del giorno che Criss è morto?
Criss
mi chiamò quella sera e mi chiese se mi andava di andare al
Livestock festival, che fanno ogni anno da queste parti, insieme a lui e
a sua moglie Dawn. Era una notte molto buia e pioveva a dirotto. Criss non aveva
tantissima voglia di andare ma Dawn lo aveva convinto perchè si annoiava a
casa. Alla fine non accettai di andare perchè dovevo finire un ritratto - non
ho mai più messo mano a quella tela da quel giorno.
La
mattina dopo mi chiama la moglie di Johnny, Michelle, che mi raccontò quello
che era successo a Criss e Dawn la notte prima.
Criss
era un grande amico, la sera prima dell'incidente lui e Dawn erano a casa mia a
cena... Alla fine il rapporto tra
me e Criss era come quello che c'era con Steve anni prima.
Ero
un buon amico per tutti, ma Criss era più... speciale. Gli piaceva venire a
trovarmi spesso, camminavamo di notte sulla riva del lago e parlavamo di tutto -
idee per nuove canzoni, copertine e in generale del futuro.
Bootlegs
Nell'interessa
della band abbiamo deciso di non stilare una lista dei Bootlegs che sono stati
realizzati finora. Come dice Steve Wacholz infatti "non sarebbe giusto
promuovere questo tipo di prodotti", e poi non sarebbe neanche possibile
farne una lista completa.
Durante
la carriera della band Jon dichiara di aver visto "letteralmente centinaia
e centinaia di CD e video".
Paul
O'Neill a momenti cadde dalla sedia una sera anni fa quando era in un bar ad
Amsterdam e "sentii in sottofondo una canzone che avevamo originariamente
registrato per Streets, ma che non usammo mai, ed ero sicurissimo che fosse
custodita negli archivi della Atlantic!".
Da
una parte Jon è felice che "ci sia una tale richiesta da parte dei fans
che vogliono mettere le mani su ogni cosa possibile che sia legata a noi",
dall'altra parte sarebbe molto dannoso finanziariamente per una band come i
Savatage: "Ai Rolling Stones probabilmente non gliene può fregare di meno,
se qualcuno intasca 10.000 $ a spese loro. Se fossi Mike Jagger gli direi 'hai
fatto bene, divertiti!' Ma per noi, 10.000 $ che non abbiamo fanno la differenza!"
[parliamo di cifre come 23.000.000 di
lire... se con i bootlegs ci si facessero tanti soldi, però, noi di Hounds a
quest'ora saremmo ricchi, e invece no ... ndT]
Per
non parlare che il perfezionista Jon ha già avuto per le mani loro "capolavori"
che venivano venduti "alla modica cifra di 40 $ l'uno e che sembrava
fossero stati registrati al telefono, tenedo la cornetta sopra a un cesso dove
avevano appena tirato lo sciacquone"
Vite modeste e soldi che circolano
Una
degli aspetti fondamentali dell'operato dei savatage consiste nel modo in cui
hanno saputo gestire il denaro. Tutti infatti conducono una vita abbastanza
modesta, e per scelta rinunciano a sperperare per usi personali gli anticipi che
ricevono per ogni nuovo album.
"Conosco
molti musicisti che hanno delle magnifiche Corvette parcheggiate davanti casa e
i cui albums suonano come minestra tiepida" dice Paul O'Neill. "Con i
Savatage questo non è mai successo. I ragazzi investono i soldi prima di tutto
in produzioni di prima classe, e poi pensano a se stessi".
In
altre parole Jon & co. stanno cercando di far girare i soldi come i Def
Leppard o i Queensrÿche, con i loro mezzi finanziari più modesti, a paragone.
"E'
come nel cinema, non puoi girare "Apocalypse Now" o
"Amadeus" con il portafogli vuoto" , Paul ripensa ai mesi passati
in studio per registrare "Gutter Ballet" o "Streets", quando
la band deliberatamente sforò il budget e pagò la differenza di tasca propria.
Effetto
collaterale di questo metodo di lavoro: nel corso degli anni si sono accumulate
molte canzoni pronte e registrate che sono state relegate al dimenticatoio a
causa dei criteri di scelta estremamente severi della band.
"Questi nastri occupano un’intera parete a scaffali dell'archivio
dell'Atlantic, come ho scoperto io stesso con enorme sorpresa quando sono sceso
laggiù a pescare qualche inedito per l'album "Ghost in the Ruins"
" , dice Paul.
Ma
ha i suoi dubbi che nel futturo ci sarà occasione di riportare alla luce parte
di questo materiale: "Guardiamo sempre al futuro e siamo già occupatissimi
con i progetti attuali. Magari un
giorno potremmo scegliere le migliori 10 o 20 canzoni e fare una compilation di
canzoni inedite. Ma dal punto di vista di un fan, se fossi in voi non ci
conterei troppo", dice Paul ridendo.
Fans & bands
Un
altro aspetto unico relativo a questa band è che, come pochissime altre, hanno
tra i loro fans più attivi e affezionati molte altre bands di successo. Forse
perchè i Savatage non sono mai stati una band di successo estremo e non si sono
mai trovati quindi in competizione con questi gruppi. Semplicemente, non c'erano
le basi per una gelosia "professionale".
Da
Lars e James (Metallica), che hanno visto centinaia di concerti nel corso degli
anni, ai Testament (Chuck Billy), Trouble e W.A.S.P. (Chris Holmes) fino ai Motörhead,
a queste bands il premio di fans più affezionati. E tra di loro ci sono anche
bands e personaggi che mai e poi mai
uno si aspetterebbe di trovare.
Il
buon vecchio Vince Neil ad esempio una volta andò in un club a Tampa, nel
perido in cui stavamo raccogliendo le interviste per scrivere questo articolo.
Quindici minuti dopo che l'ex-cantante dei Mötley Crüe era andato via, ecco
che arriva Chris Caffery e si siede esattamente dove si era seduto Vince [ma porca miseria, ma io dov'ero? Che occasione persa, Gesù!! ndT!!!
*wink*] e il DJ lo va subito a salutare e gli chiede: "Hey Chris, cosa
ne pensi di Vince Neil?". La risposta di Chris "Uhm... eeeehm..... beh...
è un po' uno stronzo, direi!". Uscita subito commentata dal direttore
artistico del locale, che lo informa:: "Che peccato! Pensa che Vince è
appena stato qui, è entrato, mi ha tolto il microfono di mano e ci strillato
"EEEHY!! DEVO ASSOLUTAMENTE SENTIRE UNA CANZONE DEI SAVATAGE ADESSO, E' LA
MIA BAND PREFERITA IN TUTTO IL MONDO! FORZA!!!!!! E SE NON METTETE SU LE LORO
CANZONI MI DISPIACE MA DOVRO' RIFARVI UN PO' L'ARREDAMENTO!!!"
Chris:
"Oh, ehmm, penso che .... sì, beh, insomma, Vince è uno a posto, dopo
tutto, già... eh sì...".
"The
weather is here. Wish you were beautiful"
(si
potrebbe tradurre come: "Il tempo è qui, vorrei che tu fossi bellissima")
tipico
humor alla Chris Caffery, scritto sul retro di un maglietta del tour di
GutterBallet
Sono
già 8 anni dal giorno in cui Chris Caffery entrò nella Sava-famiglia. Anche se
da allora lasciò il gruppo per ben due volte, Chris incarna lo spirito del
gruppo all'epoca della classica formazione a 4 elementi come nessun altro.
Chris,
che insieme a Zak e Jon è uno dei portavoce più loquaci del gruppo, vive e
respira l'eredità di Criss Oliva e dei Savatage.
"Arriverei
a farmi rasare a zero e farmi tatuare sulla testa "savatage" se
proprio fosse necessario!" dice. L'allegro e solare chitarrista è un fan
accanito di bands come Iron Maiden, Judas Priest e Accept, ed è sempre stato un
amico molto vicono alla band, anche durante la realizzazione degli album come
'Streets', 'Edge of Thorns' o 'Handful of Rain' [durante i quali non era
ufficialmente membro della band, ndT].
"Guardando
al passato, ora mi pento moltisismo di essermi fatto convincere a lasciare il
gruppo dopo la fine del tour di Gutter Ballet, qu
Uno
studente modello da 10 e lode ("Ero un ragazzino ciccione con gli occhiali
spessi, il classico sfigato, insomma!") che viene da una situazione
famigliare umile ("Mia madre risparmiò anni e anni di straordinari per
potermi comprare la mia prima chitarra"), Chris debuttò sul palcoscenico
alla tenera età di 13 anni e solo 3 anni dopo si ritrovò a suonare come gruppo
spalla con i suoi “Anti” per gli Overkill e i Metallica agli show nella zona
di New York. Da quando Chris intraprese il primo tour con i Savatage, si fece la
reputazione di uno dei chitarristi più versatili in circolazione. Ha ricevuto
offerte di tutto rispetto da Ace Frehley, Megadeth, Skid Row, Lizzy Borden,
Keel, Dio (Rowan Robertson ebbe il posto perchè aveva solo 17 anni, 3 anni più
giovane di Chris), e UFO : Pete Way ha visto Chris dal vivo e ha dichiarato di
vedere in lui una sorta di reincarnazione del giovane Michael Schenker.
Aggiungiamo
la comparsa come ospite sugli albums dei Dirty Looks, Heaven e Sun Red Sun, un
progetto del suo caro amico Ray Gillen dei Badlands che morì nel 1994.
E'
stato anche a causa della sua attività nei Doctor Butcher che il rientro tra le
file dei Savatage è stato posticipato. "Jon non credeva fosse una buona
idea che entrambi fossimo impegnati in due album contemporaneamente".
Grazie
in larga parte a Chris Caffery, i Savatage sono palesemente tornati alle radici
per quanto riguarda le esibizioni live, come è evidente dal loro tour 'Dead
Winter Dead' recentemente conclusosi, dopo che l'esperimento con Alex Skolnick
alla chitarra solista era evidentemente fallito.
"Non
volevo assolutamente che succedesse di nuovo quello che avevo visto nel tour di
"Handful of Rain", racconta Chris. "Gli assoli di Criss Oliva
sono assolutamente essenziali per i Savatage, al punto che se mancano, le
canzoni crollano. Per questo ho posto una sola condizione prima di imbarcarmi
per il tour di Dead Winter Dead, ovvero che fossi io a suonare tutti i vecchi
assoli di Criss. Se avessi visto un altro chitarrista suonare i propri assoli lì
dove dovevano, anzi, potevano esserci solo quelli di Criss mi sarebbe venuta
voglia di buttare via la chitarra, prendere a calci l'ampli, scendere dal palco
non suonare mai più un concerto con i Savatage".
Senz'altro
una richiesta del tutto legittima. Dopo tutto, Chris è il solo chitarrista che
ha diviso il palco con Criss Oliva, avendo suonato insieme oltre 250 concerti.
Per fortuna, racconta Chris, non ci sono mai stati problemi con Al Pitrelli in
questo senso. "Lui è sempre stato d'accordissimo fin dall'inizio, ed è
soddifatto di suonare tutti gli assoli degli ultimi due dischi"
Comunque,
Chris non vuole che sorgano malintesi: "Io non copio Criss, e neppure ci
provo perchè non ci sarà mai nessuno come lui. Ma è un grande onore per me
rappresentare uno dei più grandi chitarristi che siano mai vissuti, oltre che
uno dei miei più cari amici".
[trad:
combatti per l'incubo ndT]
Dopo
il "viaggetto in camper" la collaborazione con il bassista venne meno.
Keith,
che aveva 10 anni in più rispetto agli altri, non è mai stato al passo con la
crescita dei suoi compagni.
Criss
ha suonato circa metà delle tracce di basso su
'Power of the Night', poichè Keith non ce la faceva.
Jon:
"Già, è stata una decisione difficile. Ma il miglior chitarrista di
questo mondo e il più potente batterista del pianeta mi hanno fatto decidere,
alla fine: o il basissta incapace se ne sarebbe andato dal gruppo, o se ne
sarebbero andati loro!"
E
così è finita, con Keith. Purtroppo non siamo rimasti in buoni rapporti, perchè
lui aveva questa idea assurda che noi stessimo facendo milioni di dollari e non
volessimo dargli una lira, mentre in realtà eravamo assediati dai creditori...
E
siccome siamo stati gentili e lo abbiamo anche messo nella lista degli autori,
lui per ringraziamento ha formato un gruppo, i ' Keith Collin's Crunch', che
facevano le canzoni dei Savatage dal vivo e diceva che quei pezzi erano tutti
loro. Questo mi ha fatto innervosire un pochino".
[Jon Oliva non si arrabbia mai, al massimo si innervosisce ... chi non lo
vorrebbe nella propria band? *smile* ndT]
Steve
Wacholz aveva intanto addocchiato Johnny Lee Middleton già un paio di anni
prima. Suonava nella zona di tampa con una coverband (i Lefty), una delle bands
con i capelli più cotonati e pieni di lacca che si siano mai viste!
Nel
1983 Johnny era completamente dipendente dalla sua carriera con i Lefty e non
era preparato a lasciarli per una band che non gli garantiva di che vivere.
Jon:
"Mi ricordo una sera che siamo andati in un locale per vederlo. Ho lanciato
uno sguardo al palco, ed ecco Johnny: aveva i capelli così cotonati che
sembrava alto 2 metri e 10, aveva il trucco e dei pantaloni lucidi e
strettissimi e ricordo che ho pensato "bella idea, Steve, proprio una bella
idea...." Ma era pur vero che ci serviva un bassista che sapesse suonare,
solido, e in questo senso Johnny era esattamente la persona giusta, era perfetto.
Così ha solo dovuto un po' cambiare look, e fin dall'inizio è stato perfetto
per noi".
Johnny:
"Alla fine ero stanco di tutto questo girare per i bar con quella
band, anche se ci facevo discreti soldi, mettevo da parte 250 $ alla settimana e
suonavamo ogni sera. Allora avevo solo 20, 21 anni. I ragazzi del gruppo mi
avrebbero voluto linciare quando li ho lasciati, ma già un mese dopo non me ne
importava più niente. Ero a Londra con i Savatage e mi sono divertito da morire!"
Ovviamente,
perchè come concerto di riscaldamento prima di entrare in studio i Savatage
suonarono gloriosamente da headliners al leggendario "Marquee", e
"Kerrang!" commentò con un titolo cubitale: "Fratelli Oliva,
avanti tutta! ( musica buona, dura e potente!!!!!)" . L'autrice Silvie
Simmons non solo sottolineò la perfetta integrazione del "pretty-boy
bassista" Johnny Lee, ma ha anche fatto un appunto alla band dicendo
"Non avevano con sè un personaggio dall'aria malvagia l'ultima volta, che
sembrava avesse appena mangiato Blackie Lawless a colazione e avesse ancora
posto per Nikki Sixx?"
Anche
oggi Jon Oliva rischia di cadere dallo sgabello del bancone al bar quando
ripensa a quello che gli disse la rispettosa Signorina Simmons: "Diamine,
non sono abbastanza uomo da criticare una band il cui cantante fa rabbrividire
il suo pubblico guardando tutti negli occhi uno a uno con uno sguardo
agghiacciante, il cui passatempo preferito a scuola poteva essere sezionare rane.
Con i denti!"
A
parte questi episodi divertenti, l'esperienza a Londra si rivelò una mezza
catastrofe per i ragazzi. I Savatage affrontarono la prima seria crisi della
loro esistenza di band con ' Fight for the Rock ', che tra di loro nel gruppo
chiamamno spesso ' Fight for the Nightmare ' (ovvero: "Combatti per
l'incubo")
Jon:
"Eravamo molto giovani e 'Fight for the Nightmare' ci ha dato molte
delusioni. L'album è stato registrato in circostanze nefaste. Normalmente non
ci saremmo prestati ad una cosa del genere, ma eravamo senza soldi e ci
chiedevamo in continuazione cosa stessero combinando questi tizi del nostro
management. E' inziato con il produttore, non era un produttore rock. Lo studio
era a Londra e l'atmosfera non era delle migliori. Qualche buona canzone sul
disco c'era, come ' Hide ' o ' Lady in Disguise ', ma la preoccupazione
principale di questo produttore era finire in fretta e sbatterci fuori dallo
studio. Questo tizio e il nostro manager volevano far sparire il più possibile
del budget nelle loro tasche e spendere il meno possibile per il prodotto
finale. E il risultato parla da sè: il mix era terribile, la produzione orrenda
e le chitarre suonano di merda!".
Durante
il tour di ' Fight for the Nightmare ' (Jon lo chiama "Fight for the
paycheck", ovvero "Combatti per lo stipendio"!!) i Savatage hanno
confermato l'impressione che avevano già dato durante il loro precedente tour
come gruppo spalla in America e in Europa, di essere dal vivo una delle più
valide e potenti bands dei propri giorni. Fino a che il tour terminò con il
famoso episodio del "Arenati in Europa".....
Jon:
" I nostri managers erano partiti con i soldi degli ingaggi la sera prima
del volo di ritorno e ci lasciarono in albergo, senza dire niente. Non farò
nomi, ma noi li chiamavamo Smith & Wesson. A parte i biglietti dell'aereo
non avevamo nulla, non un penny per pagare il conto dell'albergo o per farci
portare all'aeroporto. La sera prima ci eravamo divertiti, avevamo ordinato ogni
sorta di cose e le avevamo fatte mettere sul conto. La mattina
abbiamo semplicemente buttato i bagagli giù dalla finestra e abbiamo
annodato le lenzuola facendo delle corde per far calare giù i cases della
batteria. Sotto la finestra, in strada, c'erano tre fans che cercavano di
acchiappare la roba al volo!!! Ahahahah!! E se la sono caricata tutta in
macchina. Poi siamo scesi, tutti
tranquilli e composti e abbiamo detto al responsabile dell'hotel "Buongiorno
capo, bella giornata, eh? Ce ne andiamo oggi pomeriggio, appena finiamo di fare
colazione al MacDonald's qui di fronte, okay?"
Poi siamo andat a passi lunghi e ben distesi fuori dalla porta, siamo
spariti dietro l’angolo e svaniti tutti in una macchina… poi via di corsa
all’aeroporto! Avevamo davvero paura che la polizia ci venisse a cercare, ed
eravamo pazzi di gioia quando l’aereo è decollato. Ah, Smith & Wesson..."
Dopo
il secondo tour europeo con i Motorhead, la band intraprese un tour di 3 o 4
settimane negli Stati Uniti con Ted Nugent e i Blue Oyster Cult, prima di
esibirsi come headliners nel loro Stato come headliners.
Jon:
"Sì, quello è stato il tour della "macchina rubata". Ai tempi
avevamo preso una specie di impegno collaterale, dovevamo portare una macchina
da New York alla Florida. In teoria dovevamo consegnare il veicolo entro 2
giorni. Purtroppo è successo che abbiamo dovuto fare dei concerti sulla East
Coast mentre scendevamo verso la Florida, e così ci siamo portati appreso
questa splendida Cadillac per 2 settimane in tour spiegando che avevamo perso un
po' di giorni a causa di un guasto (se devi fare delle riparazioni ti vengono
concessi dei giorni extra, infatti). Non dimenticherò mai la faccia del
proprietario quando gli consegnammo la sua adorata macchina con un leggerisismo
ritardo. Solo che la macchina non era proprio come l'aveva lasciata...
specialmente l'incendio sul sedile posteriore aveva lasciato i suoi bravi segni..."
MADNESS
REIGNS [Regna La Follia, ndt]
Dopo
che i Savatage ebbbero finito il tour, la band sentiva che la fine era vicina ed
erano pronti ad arrendersi.
Jon:
"Poi mi chiamarono Paul O'Neill e John Goldwater, il nostro futuro manager.
E mi pregarono di non buttare tutto alle ortiche, mi dissero "Non farlo,
vogliamo collaborare con voi, a lungo termine" Paul ci avrebbe fatto da
produttore e la cosa sembrava promettente. E così venne qui in Florida e
iniziammo subito a lavorare sulle canzoni nuove insieme a mio fratello. La
maggior parte delle canzoni per Hall of the Mountain King erano già pronte
perchè Cris e io avevamo pensato di usare questi brani per un nuovo gruppo. Beh,
abbiamo scoperto che potevamo collaborare con Paul in un modo che non avremmo
mai osato sperare!"
Dal
punto di vista di Paul è esattamente la stessa cosa - come se
due metà di uno stesso intero si fossero finalmente ritrovate.
Paul:
"Andai in Florida su consiglio di un addetto A&R della Atlantic, giusto
per dare un'occhiata a questa band. La prima cosa che vidi fu Jon, che cantava
"Sirens". Semplicemente mi ha sconvolto. E poi arrivò suo fratello,
un chitarrista sopra le righe, con una tecnica sopraffina sia della mano destra
che della sinistra, cosa molo rara, e
uno spiccatisismo senso della melodia. Una voce e una chitarra che parlavano
come una sola anima. L'unica parla che riuscii a spiccicare fu "Wow!".
La prima canzone che abbiamo scritto insieme fu 'Hall of the Mountain
King", poi ' 24 Hours Ago' - e non ci sono stati più dubbi. Non mi era mai
sucecsso prima di divertirmi così tanto con un gruppo, la maggior parte delle
bands cerca di clonare i propri successi perchè hanno paura di cambiare, oppure
si lasciano andare e diventano stagnanti. Ho visto bands che passano più tempo
a preoccuparsi dei capelli e dei vestiti che metteranno in concerto che dei loro
strumenti. I Savatagge non hanno mai fatto così, hanno sempre voluto essere
diversi, lavorare sul loro sound, rendere tutto più perfetto possibile. Per
loro il fatto di essere musicsti, artisti, è tutto. Ha un che di magico ed è
un fattore molto più sviluppato rispetto a tutte le altre bands con cui ho
lavorato. Qualisasi cosa gli suggerisci, la sanno suonare!"
Jon:
" 'Hall of the Mountain King' è stato il passo giusto, e ascoltando si
sente che ci sono voluti sei mesi di lavoro e ritocchi. Le reazioni al disco
furono incredibili, siamo potuti partire per un tour molto esteso negli Stati
Uniti con i Megadeth e Dio e il mondo non sembrava più lo stesso!"
...specialmente
dopo che i Savatage girarono il loro primo video L'ambientazione del video,
diretto da Paul O'Neill, combianva due cose che sembravano inconciliabili: una
delle più grandi canzone metal mai scritte con un set cinematografico che batte
di bran lunga il cult-movie 'Spinal Tap'. Succede esattamente quello che ci si
aspetta se si traduce in immagini parola per parola la canzone. Un filmato
umoristico di prima calsse, che mostra un altro lato positivo della band, se
rapportata al music business, dove non c'è spazio per il senso dell'umorismo:
una grande carica di autoironia senza paura di danneggiarsi, combianta
con non-sense puro!
Luogo
del girato: una cava nelleCatskills Mountains a nord di New York city, dove il
video fu realizzato di notte e di sera quando le Caverne di Howe erano chiuse ai
turisti.
Jon:
"Abbiamo dovuto portare tutta la strumentazione decine e decine di metri
sottoterra usando dei montacarichi... è stato un incubo!"
E
quando c'è passione , spesso c'è anche sofferenza. In questo caso la vittima
è stata ancora Doc Wacholz, che aveva allestito un particolare set di batteria
a proprie spese...
Steve:
"Il primi giorno l'abbiamo passato a montare quella "bestia" di
batteria, ma non l'abbiamo per niente usata. Così mi sono detto "Ok, lo
faremo domani". Anche il secondo giorno non filmammo la batteria. Quando ho
sentito dire "Bene, abbiamo finito" ho risposto "no no no, non
abbiamo finito, non avete filmato la batteria!" ma era troppo tardi. Mi
sono davvero incazzato, avevo messo di tasca mia 1200 $ per un furgone extra e
dei roadies apposta per portare e montare la batteria. E poi la cosa è stata
molto pericolosa perchè la batteria stava sull'orlo di un ammasso di rocce con
uno strapiombo di quasi 10 metri alle mie spalle. Non ero neanche coperto da
assicurazione. E la cosa più bella è che naturalmente non mi si vede quasi per
niente nel video, credo che compaio per un attimo nell'angolino in alto a
sinistra dello schermo per la prima volta nel 1989 o '90, ah ah ah! Ero il
batterista dimenticato."
Per
il tour di 'Hall of the Mountain King' il combo si trasformò in quintetto: Chris
Caffery ci racconta le sue prime impressioni.
Chris:
"All'epoca avevo 19 anni e conoscevo Paul, perchè era manager degli Haven,
una band con la quale collaborai per un album e il tour successivo. Paul un
giorno mi invitò ad andare con lui in studio dove i Savatage stavano
registrando 'Mountain King'. Mi ricordo il mio primo incontro con Jon Oliva:
entrai dalla porta e vidi questo tizio che correva in giro per lo studio come un
matto agitando una mazza da baseball di gommapiuma cercando di dare mazzate e
chiunque gli capitasse a tiro, e
ridendo come un pazzo!!! Era divertente sì, ma pensai "Dio mio, ma che
cosa fa questo qui? Ma che problema avrà?" Ah aha ha!!! M il loro sound mi
piacque fin dall'inizio, '24 Hours
Ago' e 'Beyond the Doors of the Dark' erano clamorose. Tutta quella musica iper
veloce e rumorosa che andava per la maggiore all'epoca iniziava a darmi sui
nervi, così rimasi in contatto con Paul e sentii che stava cercando di
convincere la band a prendere un secondo chitarrista per il tour, per dare a
Criss più libertà e permettergli di lavorare meglio. E così, mi candidai per
un'audizione. Avevo appena finito di fare la valigia quando mi chiamarono i
Savatage dicendo: "Hey, stattene pure a casa, abbiamo già trovato un altro
chitarrista qui in Florida" Io gli ho risposto picche: "Non se ne
parla neanche! E' un mese che non faccio altro che provare le vostre canzoni,
dovete assolutamente darmi una possiiblità!" e così andai a Tampa a mie
spese. All'aeroporto non c'era nessuno a prendermi, allora presi un autobus e
trovai da me lo studio. Arrivai alla sala prove e mi chiesero "Vabbè, che
canzone sai fare?" e gli risposi "Tutte quelle che volete, le ho
studiate tutte quante, le vostre canzoni"
Scelsero 'The Whip' e '24 Hours Ago'. Credo che siano rimasti sorpresi
dal risultato così compatto e fluido, e infatti uscirono dalla stanza per
parlare subito dopo queste due canzoni, parlarono tra di loro per 5 minuti e poi
mi dissero "Ok, il posto è tuo".
Più
avanti Wacholz mi presentò il tizio che dovevano provare per il tour... era a
malapena capace di tenere in mano una chitarra! Avevano roganizzato tutto Jon e
Criss, per poter dire a Paul "Vedi, ci abbiamo provato ma non funziona,
meglio in quattro come prima" Aha ah ah!!"
"Vivevamo nel nostro mondo, e Jon Oliva era Presidente"
Chris Caffery parlando
del tour 'Gutter Ballet' nel 1990
Il
tour di 'Hall of the Mountain King' portò un discreto successo alla band, non
solo perchè per la prima volta suonarono in locali di grosse dimensioni, ma
anche perchè il disco stava vendendo bene negli Stati Uniti. Chris Caffery era
il roadie di se stesso. e durante i concerti suonava nascosto dietro alle casse
("ero nel mio piccolo mondo"), suonando una chitarra ritmica sognante
e soprattutto tutte le tastiere "anche se non sono per niente capace di
suonare le tastiere, Jon mi aveva scritto sui tasti cosa dovevo suonare, quando
e in che canzone! Allucinante, ma funzionò!"
Quello
che invece non funzionò fu il rapporto tra lo staff e Chris. "Una sera il
tecnico della chitarra di Chris fece qualcosa che fu la classica goccia che fa
traboccare il vaso. Non sono mica un animale, a tutto c'è un limite. Non potevo
più sopportare il fatto che la crew mi trattasse così male, che nessuno
avrebbe trattao con tanto disprezzo neanche i propri servi. E così, me ne andai".
Ma nel frattempo era diventato evidente per Jon e Criss che la band, come Paul
aveva già predetto, era cresciuta fino alla sua dimensiona naturale più
completa con Chris sul palco, e finalmente Criss si era potuto concentrare sulle
sue parti e farlo in maniera egregia.
Inoltre,
Chris e la band erano diventati ottimi amici. E così gli Oliva presero in mano
il telefono durante le registrazioni di "Gutter Ballet" per offrirgli
un posto fisso nel gruppo. Anche se Criss Oliva aveva già registrato tutte le
chitarre per quel disco, venne lo stesso messa la foto di Chris sul CD, come
"Christopher Caffery, chitarra e tastiere".
Chris:
"E' una decisione come questa che ti fa capire che tipo di persona fosse
Criss. Ci sono certi gruppi che scrivono sul libretto del CD quale dei due
chitarristi suona quale nota in quale preciso momento di quale precisa canzone.
Criss ha fatto spazio nella band per me, uno spazio che non era vuoto, che non
c'era mai stato prima perchè lui non aveva mai suonato con un altro chitarrista
in vita sua, e su nessun disco ha mai voluto far scrivere "chitarra solista"
o "tutte le chitarre" o cose del genere. Chiunque ascoltasse il disco
capiva da sè chi stesse suonando, e questo era più che sufficiente per lui."
Prima
di partire per il tour di 'Gutter Ballet', Paul O'Neill realizzò il capolavoro
di video per 'When the Crowds are Gone', che faceva piena guistizia a Jon, come
se volesse dire "Hey, siamo capaci anche di suonare così".
Ma
fu il videoclip della canzone che dava il titolo all'album, "Gutter
Ballet" appunto, che girato alla temperatura siberiana di - 30 °C, si fece
largo prepotentemente nel palinsesto di MTV e rimase in rotazione continua per
14 settimane di fila!
Ciò
nonostante, Paul sostiene che "l'album Gutter è arrivato troppo tardi per
approfittare del momento d'oro che la band si era guadagnata negli USA con
'Mountain King'.".
Prima
del tour europeo le prove durarono esattamante... 10 minuti!
Chris:
"Johnny voleva andare a pescare, Criss disse che le canzoni le sapeva già
a memoria e tutti gli altri avevamo di meglio da fare. Il giorno dopo partivamo
per la Germania e volevamo finire le ultime faccende e rilassarci un po'. Non è
mai stato il nostro passatempo preferito, provare. Eravamo già pronti per
suonare, comunque!".
Nonostante
questi intensi preparativi, i Savatage erano al culmine della gloria durante
questo tour. Questo vi sarà confermato da chiuqnue fosse presente al loro primo
concerto ad Amburgo, o a uno qualsiasi degli show successivi. Nessuna band
headliner sarebbe potuta salire sul palco dopo di loro e suonare meglio o farli
dimenticare al pubblico.
Questa
band era affamata, avida di musica e esplodeva di potenza. I Savatage suonarono
allo stesso livello dei Judas Priest o Iron Maiden nei loro momenti migliori. I
Testament furono costretti a cambiare di corsa la scaletta dopo solo due date
del tour americano con i Savatge ed iniziare il set con la loro canzone più
potente e celebre, 'Practise what you Preach' , per mantenere il livello di
energia che si era creato tra il pubblico.
Chris:
"Quella è stata la prima volta che Criss Oliva calcava un palco con in
testa la consapevolezza di essere riconosciuto come grande chitarrista. E
semplicemente si fece in quattro e spaccò il culo a tutti! Jon non era mai
stato così in forma in vita sua, Johnny aveva trovato finalmente qualcuno con
cui poteva affiatarsi e appoggiarsi nel suonare (me), e il modo impeccabile in
cui suonò Steve parla da sè".
L'unica
cosa che causò problemi questa volta fu la
batteria di Doc Wacholz, che era stata realizzata appositamente per il
tour americano.
Un
vero mostro, tutta pronta e montata e fissata su una piattaforma (Chris:
"la batteria perfetta... se suoni ogni sera in un posto grande almeno come
il Madison Square Garden"). Il solo svantaggio: avevano
dovuto noleggiare un camion apposta per trasportarla e alla fine non passava
neanche dalla porta di metà dei locali.
"In
queste città cercavamo di raccattare tutto quello che potevamo, per non dover
annullare i concerti, un rullante qui, un tom là... e così
molte sere Dr. Killdrums suonava un interessante miscuglio di pezzi
multicolori, una batteria un po' blu, un po' gialla, un po' bianca....
Quello
che sarebbe potuto essere il sogno di un roadie della batteria si trasformò
rapidamente nell'incubo del tecnico di Steve, che fu senz'altro il tecnico più
brutalmente stressato e abusato della storia del rock!”
E
siccome Steve era "sordo da un orecchio e un po' duro d'udito dall'altro"
era diventata tradizione portarsi dietro mezzo impianto solo di monitor per la
batteria
Chris:
"Dio mio, mi fischiano ancora le orecchie e non smetteranno mai di
fischiare se ripenso al tour di Gutter! Criss aveva un volume infernale, e
chiaramente era una lotta perchè Jon ce la metteva tutta per avere il volume più
alto di tutti per cercare si sentire la sua voce mentre cantava. I suoi celebri
acuti mi hanno quasi staccato la testa dal collo più di una volta ogni sera!
Parlai con dei fans in Germania e mi dissero che non avevano mai sentito una
band così potente e con i volumi dei Savatage. Avremmo fatto piazza pulita di
Motorhead e Manowar! Cosa? I
Manowar hanno avuto il record di band più potente per due anni di fila? Amico
mio, questi ragazzi sarebbero dovuto venire una volta a sentirci provare! Allora
sì che avrebebro sentito la band più potente dell'universo! In sala prove
avevamo un impianto che, non scherzo, sarebbe bastato per un festival all'aperto.
Un coso enorme, delle torri al posto delle casse e ciò nonostante Criss
riusciva lo stesso a tirare fuori dei suoni magnifici. Eravamo torturati da
immense onde sonore, e chiaramente non sentivamo nulla! Mi ricordo Criss una
sera che sbottò "Cazzo, non riesco a sentire la chitarra!” Oddio!!!!"
Jon:
"C'è una cosa che voglio dire su mio fratello. Era il musicista più
potente, di gran lunga il più potente che abbia mai sentito in vita mia. Ci
sono un sacco di bands la fuori che dicono di essere potenti e di usare volumi
spaventosi... beh, nessuna di loro era neanche avvicinabile a Criss Oliva.
Avevamo un muro di Laneys da 200 Watt alle spalle e anche con il volume a zero
questi cosi facevano un tale sfrigolio di fondo che non riuscivamo a sentire la
nostra voce quando parlavamo!"
D'altra
parte qualcosa che un indefinito numero di newyorkesi ha capito benisismo è una
frase allegramente dichiarata che fece quasi venire un infarto a Pul O'Neill - e
che è probabilmente il manifesto del senso dell'umorismo bacato dei Savatage!!!
Chris
rispolvera dei vecchi ricordi: "Eravamo a metà del tour di Gutter e
dovevamo suonare al L'Amour a New York quella sera, uno show stupendo da cui
abbiamo anche scelto dei brani per Ghost In The Ruins. Jon e io era una
settimana che giravamo con addosso delle magliette con scritto "Fuck
me" davanti e "Then leave" sul retro. Uno dei due si metteva
sempre la maglietta al contrario sul palco! In precedenza avevamo annunciato che
avremmo regalato una chitarra autografata in un concorso organizzato dalla radio
"Z-Rock". I fans dei Savatage dovevano descrivere con una sola frase
ciò che i Savatage erano.
Il
pomeriggio sono andato allo studio della radio per scegliere le migliori lettere
e cartoline in diretta e annunciare il vincitore. C'erano un sacco di cose molto
carine e intelligenti. Quando aprii la terzultima lettera praticamente sono
morto dalle risate, in diretta!!! Qualcuno aveva scritto "I Savatage sono....
rifiuti umani". Non ho avuto scelta: "Nessuno può battere questo, è
lui, John Tal-dei-tali, vince la chitarra!"
"Rifiuto
umano", è così che chiamavamo Jon durante il tour! E un fan che si
identifica a tal punto con la band, legge così tanti articoli e asoclta con
tanta attenzione che riesce anche a capire come ci vediamo tra di noi...
semplicemente è uno al nostro livello, è acuto, ha il classico senso
dell'umorismo alla Savatage e ha il diritto di mostrare con orgoglio la sua
nuova chitarra ai suoi conoscenti, alla famiglia, agli amici, agli insegnati. Se
lo merita!
Quella
sera a L'Amour dovevamo consegnare la chitarra, e incontrai Paul O'Neill che mi
disse "Hey, sono contento che sei riuscito ad andare in radio. Non vedo
l'ora di sentire chi ha vinto... chissà chi hai scelto!" Io sono salito
sul palco, ho fatto i complimenti al fan, gli ho consegnato la chitarra e ho
proclamato la frase. Paul è rimasto impalato lì, come se fosse stato
strafulminato! Il sopraffino paroliere, il super-perfetto autore di testi
illuminati e iperscrutabili concept albums semplicemente non capiva! Credo che
avrebbe voluto scaraventarmi giù dal palco in braccio ai fotografi.. se fosse
riuscito a muoversi!
"Oh
buon Dio, non è possiible. Voi ragazzi... ma come potete? Una ban di tale
classe, di così grande talento come voi... ma voi siete infinitamente superiori
a una frase del genere, ma è ORRIBILE quello che è successo... oh dio....!"
E
mentre Paul blatera quetso genere di cose, esattamente in quel momento passa Jon
con la sua maglietta "Fuck Me" e un ghigno enorme in faccia, il tipico
ghigno alla Jon Oliva dopo qualche buon drink, salta sul palco, afferra un
microfono e da il benvenuto al pubblico con un ruggente "Ciao, benvenuti
all'infermo! Ahahahahah!!!" !".
Jon,
Paul & co. lavorarono sulle canzoni di "Streets" per esattamente
un anno. Con il loro sesto album i Savatage hanno raggiunto il culmine nelle
loro possibilità e del riconoscimento.
Anche
le critiche di famose testate come il Chicago Tribune ("Un capolavoro!")
o del L.A. Times facevano a gara per la recensione più entusiasta.
E
soprattutto la band fece finalmente il grande salto verso il mercato nipponico,
dove furono accolti con calore.
Jon:
" 'Streets' è sempre stato il mio disco preferito e per me è anche stata
la migliore esperienza in studio. All'epoca registrammo circa 40 canzoni. Per la
title rack avevamo a disposizione il coro della Metropolitan Opera, e lo studio
è stato la nostra casa per 12 mesi. Il Record Plant era lo studio di John
Lennon, e le vibrazioni erano fantastiche e sconvolgenti.
L'atmosfera
in quello strudio in cima a un grattacielo con vista su Manhattan era
assolutamente perfetta per la realizzazione di 'Streets'. Per me non esiste modo
migliore di fare un disco. Ci sentivamo perfino un po' come i Beatles! Avevamo
due pianoforti, ogni sorta di tastiere e una stanza in più con un registratore
a 8 tracce dove molto spesso mi chiudevo a comporre da mezzanotte fino alle 6 o
le 7 del mattino insieme a mio fratello. Per me personalmente è il miglior
disco dei Savatage, insieme a ' Dead Winter Dead '."
Con
' Streets ', i Savatage abcora una volta dierdero prova della loro capacità di
cambaire e evolversi stando fuori dalla massa. Paul O'Neill in particolare pone
l'enfasi sulle parti di cantato che Jon ha dovuto studiare per differenziare i
vari personaggi.
"E'
possibile che ci sia voluto un pizzico di schizofrenia, ma ha fatto un ottimo
lavoro rendendo dei personaggi credibilissimi, dal vecchio moribondo allo
spacciatore senza scrupoli. Un vero capolavoro."
Inoltre
si aprì la porta verso un nuovo potenziale pubblico.
Paul:
" A me piacciono i Savatage, non per ultimo grazie al pubblico che
attraggono. Un giorno ero davanti a un locale e vedo un paio di ragazzini e un
signore anziano che, credevo, avessa accompagnato i ragazzi e li stesse
aspettando. Attacco bottone e scopro che "No, sto aspettando i Savatage. La
mia famiglai mi ha già detto che sono diventato matto perchè ho comprato
Streets, ma quando ho sentito una canzone alla radio ... non so, dovevo
assolutamente comprare questo disco." La sua risposta alla mia domanda, se
era per caso un professore di musica, fu davvero una sorpresa: "Professore
di musica? Ma no, sono un fisico nucleare".
"Oppure
la storia di questo fan dei Savatage di vecchissima data che ci raccontò che
suo padre aveva il cancro e che le sue ultime parole sul letto di morte furono
che voleva sentire "Heal my Soul" prima di morire. Questo genere di
cose sono davvero commuoventi. Il fatto di toccare la vita della gente è la
cosa più importante, in momenti come questo non te ne importa nulla se
diventerai ricco o farai la fame con il gruppo. Allora non c'è nulla che ti può
fare dubitare, nè i burocrati pazzi del music business, nè le ondate di mode
denza futuro che ti relegano nel buio. Dopo cose come questa, tutto è uguale. E
semplicemente, si va avanti."
D'altra
parte una nota amara fu l'abbandono di Chris Caffery dopo il tour di Gutter
Ballet. Descrive oggi la sua decisione di fondare una sua band, i Witch Doctor,
con il fratello Phil alla batteria come "il più grosso errore della mia
vita".
"Suonavo
con mio fratello da 11 anni, prima di entrare nei Savatage. Mi chiese di
lasciarli ma poi non si fece nulla con le canzoni che avevo in orgine scritto
per i Savatage. Comunque impegnai molti soldi nel progetto, chiamai Hal Patino
dalla Danimarca apposta (il basista di King Diamond) e provai dozzine e dozzine
di cantanti per finire con un perdente che al nostro showcase di presentazione a
New York, al quale erano venuti rappresentanti di 17 grosse case discografiche,
se ne stava nell'atrio a distribuire volantini che dicevano "Se la band non
vi piace ma il cantante sì, chiamatemi..."
Ed
eccomi lì, nel mezzo delle mie stesse rovine, avendo buttato al vento la grande
occasione di migliorare come chitarrista al fianco di Criss Oliva".
Il
tour di ' Streets ' fu l'ultimo per Jon Oliva come cantante. Anche se non si
notava cosa gli fosse costato, lo sforzo di numerosi tour e il suo modo estremo
di cantare lo avevano davvero danneggiato.
"Non
era più divertente, mi faceva male. Molte sere ero dietro al palco a sputare
sangue. Ronnie James Dio me l'aveva già detto durante il tour di ' Mountain
King '. Mi disse "se riesci ad andare avanti così a lungo senza farti del
male, sarebbe un miracolo. Già il fatto che riesci a cantare così, è un
miracolo di per sè".
Ci
sono un sacco di persone che non ci credono, ma dopo tutti questi anni era
diventato impossibile fisicamente per me mantenere un alto livelo di resa vocale
con tutti questi tour intensivi. Non ho più 24 anni, pensavo. Cosa faccio se
una sera la voce mi sparisce dopo solo 3 date? Cosa faccio, quando saremo in
tour da headliners? Due ore a tutta forza, non le posso più affrontare. E la
gente vuole sentire i pezzi vecchi, quelli che più di tutti mi uccidono la
voce. E' anche vero che dopo tutti quegli anni non mi divertivo più allo stesso
modo a cantare sempre le stesse canzoni ogni sera. I nostri fans sono i migliori
al mondo, ma a un certo punto ti senti come in trappola, non ti puoi più
evolvere, provare, sperimentare, quando sei in tour.
E'
così che ho imparato ad apprezzare il lavoro in studio in questi ultimi anni.
Ogni giorno porta qualcosa di nuovo e con Paul ho la controparte ideale per
questo tipo di lavoro.
Un
fattore determinante all'epoca poi fu l'idea che ci venne in mente di scrivere
un'opera insieme. Non potevo fare tutte e due le cose. La musica dei Savatage
stava instradandosi in una direzione sempre più melodica e Paul ed io eravamo
convinti che la voce di Zak sarebbe stata più adatta a queste nuove canzoni.
Un'idea che si è dimostrata esatta, a posteriori.
Ad
oggi, non credo che da solo potrei essere sufficiente per un intero disco dei
Savatage".
Nonostante
la decisione di lasciare a Zachary Stevens lo scettro di voce solista dei
Savatage, Jon aveva in mente un progetto per una band super-heavy che da tempo
voleva ralizzare insieme a Chris Caffery: i Doctor Butcher. Anche se il disco
non uscì fino alla primavera del 1995, Chris che si era sobbarcato il 95% della
composizione dei brani, aveva già iniziato a preparlo dell'estate del '92.
Chris:
"Mi ricordo come ci siamo rinchiusi per un intero weekend, insieme
all'amico di Jon, Big Dave, per registrare il demo a casa di un amico giù in
Florida. Nel frattempo avevamo ordinato le scorte aloliche e ce le eravamo fatte
portare a domicilio perchè eravamo già troppo ubriachi per uscire di casa.
Avevamo tonnellate di canzoni a disposizione, più del doppio di quelle che sono
finite sul CD, e quella notte abbiamo strillato come dannati le parti di cantato
su un registratore a 4 tracce. Avevamo la musica in cuffia e alle 4 del matitno
tutti e tre chini su un microfono urlavamo amenità del tipo: "VIVI! -
AMMAZZA! - MUORI! - SCAPPA! - NASCONDITI! - DOLOOOOORE!!! "
e altre cosucce simpatiche tipo: "VITA! - MORTE! - TERRORE! - SANGUE!
- OMICIDIO!"
Disgraziatamente
era una villetta bifamigliare, e la povera famigliola messicana alla porta
accanto probabilmente deve aver passato l'intera notte insonne, rannicchiati e
tremanti in cima ad un mucchio di valigie pronte pregando che il furioso mostro
alieno dall'altra parte del muro non sfondasse la parete per fare un massacro!!!"
Dal
punto di vista dei costi di realizzazione, i " Doctor Butcher " sono
al livello di Sirens.
Jim
Morris non ricorda un altro album registrato di recente in cui l'aria nello
studio era letteralmente in fiamme, in cui ci si sia tanto divertiti e sia tutto
finito nel giro di un attimo!"
Chris:
"Tutti i costi di registrazione, produzione, copertina, foto, carne e mosca
compresi sono costato un po' meno di 12.000 $. Di tutta la faccenda, la mosca è
stata la cosa più difficile! Mettetevi nei miei panni, dove si va a trovare una
mosca a New York in pieno inverno? Stavo seduto sul divano con il pacchetto di
carne in mano e il fotografo stava ancora meditando sul problema, quando
all'improvviso.... sssssh! Ho sentito un ronzio leggero.
Evidentemente
qualche Dio misericordioso voleva aiutarmi! Ho chiuso al volo tutte le porte e
le finestre e mi sono dedicato alla caccia alla mosca per circa un'ora
abbondante, fino a che l'ho acchiappata! Senza mosca, la copertina non sarebbe
stata completa!"
Ed
ha tuttora il suo posto d'onore nel freezer di Chrsi Caffery, la carnne del
Dottor Macellaio e la "mosca mandata dagli Dei"!
[ricordatevi di accettare inviti a cena da Chris solo al ristorante o a casa
vostra!!! ndT]
Altrettanto
leggendario fu il "tour" dei Doctor Butcher: "in tutto non più
di 5 concerti! Me ne dispiaccio ancora oggi, che non abbiamo avuto la possiiblità
di fare almeno un mini tour in Europa e negli USA."
Jon: "Big Dave - uno dei personaggi più grossi e pesanti che abbia mai visto - è stato il prescelto per fare il macellaio con una giacca insanguinata e una maschera da hockey. La prima canzone era "The Altar", sul palco c'era un tavolo enorme con un buco nel mezzo, tutto coperto di finte braccia e gambe. Io stavo in ginocchio sotto al tavolo vestito da prete e saltavo fuori da quella montagna di arti amputati e lanciavo uno strillo lancinante! E poco dopo Big Dave mi prendeva e mi buttava di peso sulla sedia elettrica e poi attaccava la corrente... era divertentisismo!!!"
Alla
fine del 1992 il gigante dalla voce tonante si ritirò dalle scene: il Mountain
King Jon Oliva suonò il suo ultimo concerto come cantante dei Savatage al
"Rock-it" , Tampa.
La
stazione radio del posto trasmettè tutte e 24 le canzoni del concerto in
diretta.
Il
club era così affollato da far paura, c'erano più di mille fans che non
avevano trovato i biglietti e stavano fuori dalla porta durante tutto il
concerto.
Perfino
Keith Collins partecipò, suonò “Sirens” e "Dungeons" con Jon,
Criss e Steve. Anche Chris Caffery ha suonato per 18 canzoni: "E' stato
estremamnente emozionante. Jon piangeva mentre cantava. Un concerto molto
intenso."
'Edge
of Thorns' è stato il primo disco dopo 'Sirens' che la band registrò in
Florida.
La
prima fatica della nuova formazione, con il brillante successore di Jon, Zak
Stevens, non lasciò desideri insoddisfatti, e naturalmente la registrazione
ebbe luogo al Morrisound.
Criss
Oliva era più che soddisfatto del risultato e nella sua ultima intervista con
Rock Hard sottolineava come "Edge of Thorns" fosse "la mia più
grande interpretazione in studio".
Jim
Morris: "Era come se non fosse passato del tempo. La cosa più sorprendente
per me era che Jon e Criss non avevano assunto nessun comportamento da rockstar.
E' stato un divertimento unico, e i ragazzi erano brillanti, onesti e orginali
come me li ricordavo".
L'album
fu un successo, ma lo stesso non si può dire per il tour, principalmente a
causa del fatto che Steve Wacholz lasciò la band con uno scarso preavviso:
"Avevo investito un sacco di soldi nell'avviamento di un'attività (un
circuito al coperto per macchine da corsa telecomandate) che non mi sentivo di
lasciare abbandonata a se stessa per due mesi di lì a due settimane".
E
così i fans si ritrovarono davanti una formazione radicalmente rimaneggiata,
con il nuovo cantante Zak Stevens, e il batterista Andy James, reclutato
all'ultimo momento.
In
Europa la band ebbe anche il problema di essere gruppo spalla degli Overkill,
con una situazione di palco, suoni e luci molto penalizzante.
Pochi
giorni dopo la fine del tour negli USA, la tragedia si abbattè sulla Sava-family:
Criss
Oliva stava tornando da un concerto quando la sua auto si scontrò frontalmente
con quella di un ubriaco a Clearwater, Florida. Criss morì sul colpo, mentre
sua moglie Dawn sopravvisse, riportando ferite molto serie.
In
quei giorni Paul e Jon erano a New York dove stavano lavorando su dei nuovi
brani.
Paul:
"Quel giorno sono tornata a casa dallo studio e ho visto che in segreteria
avevo qualcosa come 80 messaggi... doveva esesre successo qualcosa di terribile.
Senza ascoltarli chiamai subito in Florida e mi dissero quello che era successo
a Criss.
Jon
non era a casa con me, era fuori a comprare qualcosa e stava tornando. In
qualche maniera sono riuscito a contattarlo ma non volevo dirglielo al telefono.
Gli dissi che ero caduto contro uno specchio e che mi ero tagliato un braccio
molto profondamente, di venire subito a casa per portarmi in ospedale.
Ed
eccolo che arriva, fermo sulla porta di casa mia e mi guarda senza capire. E'
stato un momento terribile, quando ho dovuto dirgli quello che era successo.
La
giornata è volata, come un incubo. Jon è andato subito all'aeroporto, ed io
con lui. Siamo andati in Florida. E poi, c'è stato il funerale."
La
cappella di famiglia era troppo piccola per gli intervenuti alla cerimonia.
"C'erano
come minimo un migliaio di persone" ricorda Chris Caffery.
Jim
Morris ricorda una sensazione dolce-amara al funerale, perchè "poco prima
della sua morte avevo avuto l'opportunità di lavorare a un disco con lui e di
ritrovarci. Ero enormemente impressionato da quest'uomo che stava con i piedi
saldi a terra, nonostante il suo immenso talento".
Steve:
"Quando Criss morì, una parte di me morì con lui. Se fosse vivo oggi,
forse sarei ancora nel gruppo anche se sarebbe dura dover suonare senza Jon alla
voce. Ma andare in tour sotto il nome di Savatage senza un Oliva da allora in
poi fu assolutamente impossibile per me"
Malgrado
l'agonia che trascinava sul fondo tutti coloro che furono toccati dalla morte di
Criss, il lavoro sui vari progetti non fu abbandonato.
Jon:
"All'inizio, quando me ne ero andato, avevo fatto conto sul fatto che mio
fratello era abbastazna forte da portare avanti i Savatage anche senza di me. Ma
dopo la sua morte tutti i piani furono ribaltati. Prima di tutto furono i piani
per la mia vita, e poi quelli per i Savatage: senza nessuno di noi due non
avrebebro più avuto molto senso."
Mentre
Jon continuava la stesura dell'opera per Broadway con Paul O'Neill e completava
la produzione del disco dei Doctor Butcher con Chris Caffery, all'inizio del
1994 stava già lavorando alle canzoni per "Handful of Rain" - un
album in cui la natura modesta di Jon si dimostrò pienamente.
Il
grande compositore non solo realizzò brani come 'Chance' impreziosita da
strordinari cori polifonici, o 'Alone You Breathe', ravvivando nei Savatage una
nuova spinta verso il power-rock orchestrale, ma oltre alle tastiere suonò
tutte le parti di chitarra ritmica e batteria da solo.
Nè
Steve Wacholz ( "Ho solo fatto un video con la band e non avevo intenzione
di tornare con il gruppo") nè Jeff Plate, che comuqnue appare nella foto
dell'edizione europea dell'album, hanno avuto parte nella creazione e
registrazione del disco.
L'ex
chitarrista dei Testamente Alex Skolnick registrò invece gli assoli di chitarra.
Il
risutato di tanto duro lavoro è ben noto: 6 mesi dopo " Handful of Rain
" uscì il tanto atteso debutto dei Doctor Butcher che ottenne una delle
prime posizioni nelle classifiche di musica metal nel 1995, Jon e Paul
riuscirono a vendere il loro "Romanovs" ad una casa di produzione di
Broadway e con " Dead Winter Dead " venne alla luce il secondo concept
album sotto frma di rock opera, dopo "Streets", un album grazie al
quale la band è entrata definitivamente in una nuova era - che è stato
supportato da brillanti show nella primavera del 1996.
E'
comunque triste dove constatare che, dieci anni dopo la catastrofe di
"Fight for the Rock", la band fu di nuovo derubata dal proprio
manager: John Goldwater non aveva creduto nel futuro dei Savatage e decise di
fare un mucchio di soldi facili a spese del gruppo, insabbiando così un'immensa
somma di denaro.
Questo
portò al fatto che, tra le altre cose, la band non ebbe abbastanza soldi per
finanziare un tour europeo per "Handful of Rain" e il tour dei Doctor
Butcher si interruppe dopo sole 5 date, a causa del furto.
Comunque
c'è la salda speranza che i Savatage in futuro possano raccogliere i frutti del
loro solido potere creativo, ora che il produttore Paul O'Neill ha anche preso
in mano gli interessi economici della band.
Le
vendite dei vecchi dischi, compreso "Streets" negli ultimi 3 anni sono
arrivate a 300.000 unità in tutto il mondo, il che dimostra che molto fans
hanno scoperto la band di recente ma trovano interessante riascoltare anche i
vecchi lavori del repertorio della formazione.
Un'ulteriore
conferma del fatto che ogni nuovo fan sarà a vita sotto l'incantesimo che lo
lega ai Savatage!
Chris:
"E' proprio così! Alla fine io stesso sono un fan della band e della loro
musica. I Savatage sono sempre
stati migliori, più intensi e coraggiosi di tutte le altre cose osannate dalla
radio e dalle TV e dalla stampa. Ed è un peccato che molta gente non abbia
avuto la possibilità di conoscerli, per questo motivo. Ma anche se i Savatage
non sfonderanno mai come una band famossisima, abbiamo i fans più cari e fedeli
che si possano immaginare. E' un'esperienza molto speciale riuscire dopo oltre
10 anni di attività ad attirare ancora centinaia e migliaia di persone ai
concerti in Europa, Asia e America mentre nel frattempo bands che hanno venduto
milioni di dischi sono scomparse nel nulla."
Se
Jon dimostrerà la stessa creatività quasi superumana che ha avuto negli ultimi
due anni e mezzo, il veliero dei Savatage resterà a galla per un futuro molto,
ma molto lungo.
Ciò
che il " Mountain King " è riuscito a fare dalla morte di suo
fratello a oggi, escludendo le collaborazioni con vari colleghi, è praticamente
super-umano. Tra le altre cose Jon ha:
scritto
e registrato il cantato dei brani dei Doctor Butcher in breve tempo
scritto,
registrato e co-prodotto la maggior parte degli ultimi dischi dei Savatage
in studio.
preso
in mano assieme a Paul O'Neill il mixaggio e la pubblicazione di due albums
dal vivo
terminato
la composiozne di un'opera e steso la storia di base per un'altra
tenuto
in vita la band, portandola a nuovi orizzonti stilistici ed in una nuova era
come una band live squisita.
Tutto
questo dopo un colpo del destino che avrebbe distrutto o almeno seriamente messo
in crisi la ceatività di molti.
Se
mi è concessa una nota personale (l'autore è un fan della band, anche se cerca
di mantenere il distacco necessario): quest'uomo magnifico che riesce allo
stesso tempo ad essere estremamente folle ed enormemente semplice, è uno dei più
grandi musicisti di tutti i tempi.
Nessuno
se non lui sarebe riuscito a portare in vita un psycho-thriller musicale come
" When The Crowds Are Gone " .
Che i Savatage facciano il colpo grosso alle classifiche domani, tra 2 o tra 20 anni, che le loro canzoni vengano rivangate garzie a un ritorno in voga del power-melodic metal o che le sue opere trovino il successo che meritano nel campo dell'operistica in futuro, il talento natuarle di Jon Oliva raccoglierà le dovute onoreficenze e riconoscimento come l'equivalente contemporaneo di Mozart o Beethoven così come tutti i Savatage verranno giustamente riconosciuti come uno dei team più brillanti che la storia del rock and roll abbia mai avto l'onore di conoscere in questo mondo.
MATTHIAS
BREUSCH