Metodologie della rappresentazione e didattica della comunicazione

Laboratorio di didattica dei media per l'insegnamento artistico
Prof. Giovanni Federle

Scheda 3

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 Glossario

 

 

 

 Nella pagina

 

 

La forma dell’acqua

Dalla stampa…

al video…

…al web

Comunicare con il testo: mettere in ordine le parole aiuta a mettere in ordine le idee

Modelli

Nuovi media e scrittura

Le tecnologie: word processor

Le tecnologie: E-mail

Prodotti: oggetti grafici

Prodotti: giornalino d’istituto

N.B. Il materiale sulla mappa concettuale sarà ulteriormente sviluppato nella scheda 4.

La tua parte

Raccogliendo le sollecitazioni della Scheda 3, effettua ricerche o approfondimenti sugli argomenti in discussione, in rete o nella realtà che ti circonda.
In alternativa prova ad esercitarti sulle mappe concettuali a cominciare da quelle proposte dalla prof. Antonello.
Termine per l'invio martedì 28/11.

Nella "presentazione" ho riportato tutte le istruzioni per l'accesso al forum. I nuovi o chi ha ancora dei dubbi possono vedere la pagina.

Da questo modulo in poi, non accetto contributi inviati alla mia mail: accetterò solo materiali .doc o prodotti da altri software da pubblicare in "Materiali"

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Buon lavoro.

Per scaricare e leggere Scheda 3. Documento word 104 kb.

 

Scrivere è un’articolazione raffinata del pensare.
King Stephen, On writing, Sperling e Kupfer, Milano, 2001, p 128.

…è doverosa una riflessione sul paragrafo. Aprite il libro a caso e guardate un paio di pagine. Osservatene la composizione, le righe tipografiche, i margini, e soprattutto gli spazi bianchi dove cominciano e finiscono i paragrafi.
King Stephen, On writing, Sperling e Kupfer, Milano, 2001, p 126.

Una volta finita di scrivere questa scheda vengo assalito dai dubbi: ci sono affermazioni eccessive, ragionamento troppo tecnicistico, è un elogio del pensiero breve -piccolo, corto, povero, impoverente-?
Quando mi imbatto negli scritti di Calvino, che mi precorre con ben altro peso; Calvino cita il passo di Leopardi,

"La rapidità e la concisione dello stile piace perché presenta all’anima una folla d’idee simultanee così rapidamente succedentesi, che paiono simultanee, e fanno ondeggiare l’anima in una tale abbondanza di pensieri, o d’immagini e sensazioni spirituali, ch’ella o non è capace di abbracciarle tutte, e pienamente ciascuna, o non ha tempo di restare in ozio, e priva di sensazioni. La forza dello stile poetico, che in gran parte e tutt’uno colla rapidità, non è piacevole per altro che per questi effetti, e non consiste in altro. L’eccitamento d’idee simultanee, può derivare e da ciascuna parola isolata, o propria o metaforica, e dalla loro collocazione, e dal giro della frase, e dalla soppressione stessa di altre parole o frasi (3 novembre 1821)'."
"La rapidità dello stile e del pensiero vuol dire soprattutto agilità, mobilità, disinvoltura; tutte qualità che s’accordano con una scrittura pronta alle divagazioni, a saltare da un argomento all’altro, a perdere il filo cento volte e a ritrovarlo dopo cento giravolte.
"Nei tempi sempre più congestionati che ci attendono, il bisogno di letteratura dovrà puntare sulla massima concentrazione della poesia e del pensiero."
Leopardi Giacomo, Zibaldone, a cura di L. Felici, Roma 1997, pp. 431.

Riportato in Calvino Italo, Lezioni Americane, Garzanti, Milano, 1993 [1988].

Ragazzini in Rete: tutti pazzi per le chat. Indagine della Società di pediatria: chiacchiere via Web passatempo preferito dei naviganti tra gli 11 e i 14 anni. Allarme degli esperti: il 40 per cento degli intervistati non racconta ai genitori chi incontra su Internet. Da Repubblica del13/11/01

È sufficiente a giustificare quanto segue?

La forma dell’acqua

McLuhan ci insegna che non si può parlare dei contenuti dei media senza affrontare il problema della forma che i media danno alle conoscenze e alle esperienze di chi li usa. In altre parole quando per comunicare usiamo un canale (un medium) il messaggio stesso finisce per prenderne la forma: il messaggio non è come l’acqua che corre nel canale e non ne viene plasmata: è come se conservasse la memoria della forma del canale. McLuhan Marshall, Gli strumenti del comunicare, Milano, Mondadori, 1990.

Per approfondire sinteticamente e criticamente McLuhan vedi Maragliano Roberto,

Ecco perché nell’ambito di un laboratorio che si occupa di tecnologie per l’insegnamento ci occupiamo di scrittura e di scrittura in particolare che si attua, si produce, si forma sui nuovi media. Senza contare che la scrittura sta tornando nella nostra vita quotidiana con internet e la posta elettronica e gli SMS, e di forza nella professione del docente
Esiste un altro motivo più strettamente didattico, ho sperimentato che far scrivere relazioni agli studenti sui lavori di progettazione grafica o ideativa che stanno elaborando ha una forte valenza conoscitiva: aiuta a razionalizzare ed esplicitare le motivazioni delle scelte operative, abitua a costruire sequenze. Purtroppo la relazione tecnica è una forma ancora sconosciuta nella nostra scuola al contrario la maggior parte degli scritti aziendali o professionali sono relazioni tecniche.

Dalla stampa…

Se dalla tecnologia della caccia e raccolta si passa a quella dell’agricoltura, l’attività “naturale” del nutrirsi e il suo esercizio cambiano radicalmente, con conseguenze a cascata su innumerevoli altre attività umane. Allo stesso modo, se dalla tecnologia della scrittura manuale si passa a quella della stampa, l’attività “naturale” del comunicare cambia radicalmente, con le relative conseguenze che ben conosciamo.
Antinucci Francesco, La scuola si è rotta, Laterza, Roma 2001, p.8

Nel mondo che precede la nascita della tipografia (1430 ca.), letteratura e disegno sono legate da forti vincoli. La scrittura, con la nascita della tipografia, si svincola non solo da ogni soggezione “visiva”, ma anche sensoriale, separa la lettura dall’oralità, la poesia dal canto, il suono della musica dalla sua traduzione scritta.

Fino a che il perfezionarsi degli strumenti di riproduzione a stampa delle immagini, giungendo alla fotografia e alla tipografia moderna, riportano a intrecciare parola stampata a immagine. Le tecnologie digitali arrivano a ricongiungere ciò che la tipografia aveva separato. Il frontespizio e l’indice, per noi accessori naturali del libro nascono molto dopo l’invenzione della stampa.

La “forma” dello scritto ritorna a essere parte integrante della comunicazione, ritornando a dar fiato e corpo a quella ispirazione precoce dei futuristi che ha prodotto i testi dinamici di Depero o la poesia visiva di Marinetti. Nella pubblicità, nelle riviste trendy la gabbia tipografica esplode a favore di una struttura-disposizione espressiva: senza margini apparentemente disordinata, con interlinee miste, corpi di testo diversi e mescolati, sfocature e deformazioni fotografiche dei blocchi di testo, lettere che prendono il posto dei NUM3RI e VICEVER5A, in una sorta di sfida alla leggibilità e con una interazione fitta tra immagini e testo tipografico. Di grande importanza in questo senso il lavoro tipografico, di David Carson al quale dobbiamo forse le sperimentazioni più importanti in questo campo.

al video…

Ma il lavoro di Carson non sarebbe nato senza l’avvento della televisione e dei video clip nei quali cresce ed evolve una tipografia dinamica, non più legata all’immobilità del tempo fissato sulla pagina a stampa. Lo scorrere di parole sul video permette azioni prima inimmaginate di sovrapposizione, dissolvenza, cambio di colore: il mezzo consente uno sviluppo “temporale” della scrittura che acquista anche sotto questo profilo una sua caratteristica autonomia. Prima eravamo noi a decidere la scansione, quando posare lo sguardo e leggere; ora attraverso l’animazione le parole si presentano, scorrono si intrecciano si interpretano, giocano tra loro.

…al web

La parola in movimento, arricchita, trova sviluppo nella moderna pratica televisiva e ancor più nel web che può fornire una miniera di scritture espressive sotto forma di banner. Sono quei piccoli inserti pubblicitari, spesso animati, che compaioni sulle pagine più visitate e dei quali qualcuno paga la presenza. Con un click di solito conducono alla pagina dell’inserzionista. La forma stessa del banner -piccole dimensioni, peso digitale ridotto, forzano l’ispirazione creativa dei grafici e mettere in moto le parole è uno degli espedienti più in voga, ovviamente con risultati diversi.

Non sto ritornando a dire banalmente che “questa è la società dell’immagine” solo perché le immagini prevalgono numericamente sulle parole. Sto affermando che le parole scritte si sono caricate di potenzialità comunicative prima sconosciute e impossibili da realizzare, che vengono sfruttate appieno solo con la precisa connessione “significato del testo”-“espressività visiva del testo”.

Questa è comunicazione visiva e non è forse il nostro terreno di indagine?

Se vogliamo uscire da definizioni e pratiche didattiche ormai discutibili come “storia dell’arte” ed “educazione artistica” è anche questo il territorio vasto e non didatticamente indagato delle comunicazioni visive; è questo il campo dove siamo chiamati con maggiore facilità ad essere fruitori creativi, non passivi.

Di seguito faremo alcune riflessioni sul condizionamento esercitato dai media sulla scrittura, per poi vedere alcuni singoli casi precisi, il word processor, la E mail, e due prodotti specifici della scrittura: il giornalino d’istituto e la creazione di ipertesti.

Comunicare con il testo: mettere in ordine le parole aiuta a mettere in ordine le idee

"Sono… difficile da leggere E' anche un modo di mantenere l'enigmaticità: e l'enigmaticità è protettrice della segretezza e del mistero". James Hillman, Il piacere di pensare. Conversazione con Silvia Ronchey, Rizzoli, pag. 73

Si dice che scrivere sia come leggere due volte. Chi ha provato a insegnare qualcosa a qualcuno, per esempio, si è convinto che insegnare è il miglior modo per imparare, che costringe a metter bene a fuoco i concetti fondamentali, a legarli fra loro in forma chiara e congruente, prima di trasmetterli agli altri.
Dall’altra parte, dalla parte degli studenti, l’abitudine di prendere appunti, è un modo di imparare, serve per focalizzare, mettere in ordine, fissare e ricostruire in un secondo momento.
Il modello di scrittura, il tema, che mediamente abbiamo provato a scuola, fa a pugni con le necessità della comunicazione: è così vero che lo stesso esame di Stato prevede finalmente le varianti del saggio breve ecc.
Il tema è una esercitazione di retorica per cui si chiede la dimostrazione di un assunto dato (il titolo). Dalla riforma Gentile si prescrive che gli studenti siano portati a scrivere in modo “vieppiù complesso”. La particolare storia della nostra lingua giustificava il ricorso ad un modello aulico poiché ai tempi di Gentile, l’italiano era una lingua prevalentemente scritta, poco legata alle parole ustae dalla maggioranza degli italiani. De Mauro Tullio, Storia linguistica dell’Italia, Laterza, Bari, 1975.
È ovvio che il destinatario dello scritto scolastico, e pubblico esclusivo, è l’insegnante, una persona che sta lì proprio perché conosce meglio dello studente l’argomento; si scrive infatti per dimostrare di sapere bene la materia. Nella realtà della vita la prospettiva cambia totalmente, ancor più se tocca a noi scrivere per comunicare.
Scriviamo per comunicare qualcosa ad altri che ancora non sanno o di cui non sono convinti. La ragione dello scrivere non è più esibire il nostro di sapere, ma trasmettere idee, progetti, domande, disposizioni. La differenza è sostanziale nella scrittura fatta per “comunicare” e nasce:

  • nell’ordine del discorso
  • nella costruzione sintattica
  • nelle scelte del lessico
  • nella lunghezza dei testi e dei singoli paragrafi.

Confesso di leggere con fastidio un saggio contemporaneo privo di struttura, con titoli e sottotitoli, che non goda di una suddivisione in paragrafi accettabile e una “disposizione” del testo che denoti anche lucidità e chiarezza di pensiero. Diffido di chi mi rifila solidi e cementizi capitoli di venti pagine senza un ritorno a capo: anche il pensiero oberato di tanto cemento stenta a decollare. (Diverso e celebre il caso di Hrabal ne La tonsura, dove lo scritto caracolla per pagine e pagine senza un segno di interpunzione e tanto meno un “a capo”, ma quella è narrativa. B. Hrabal, La Tonsura, Edizioni e/o, Roma,1992)

Un piccolissimo esperimento che può incidere sulla forma della scrittura e un modesto suggerimento da passare ai colleghi di lettere:

prendi il classico foglio protocollo a righe sul quale si scrivono i compiti a scuola e anziché piegarlo a metà, per riservare la parte sinistra allo svolgimento e destra alle osservazioni dell’insegnante,

piega come indicato nella figura in modo da creare una colonna centrale per lo svolgimento e due, più strette laterali per il commento o per inserire appunti di scrittura.

Modelli

Si possono paragonare due modi di scrittura (nel nostro caso di presentazione dello scritto) che si ascrivono ad un modello anglosassone e al modello classico o latino (la scrittura poetica o narrativa è fuori dal nostro ragionamento)

modello classico   modello anglosassone
organizzata come un fluire unico del pensiero: prevede che venga letta tutta nella sua interezza   organizzata per punti: prevede che venga letta anche in modo affrettato perdendone anche alcune specifiche
organizzata secondo un solido impianto retorico: premessa, svolgimento, conclusioni   esposta secondo un ordine gerarchico di importanza: dal più al meno
affida alla suggestione della retorica e delle metafore, alla emotività dell’argomentazione   separa i dati dalle opinioni, mostrandoli in forma numerica o grafica
fa sfoggio di competenza linguistica e di terminologia specifica o di gergo professionale   utilizza un linguaggio essenziale evitando subordinate e privilegiando i verbi agli aggettivi
usa quasi esclusivamente il testo   sfrutta le risorse del publishing e quindi grafi, fondini colorati, testo colorato

 

Nuovi media e scrittura

Le tecnologie hanno dato una svolta continua nei secoli alle modalità della scrittura e della lettura e sempre qualcuno ha rimpianto i bei tempi precedenti e gli orrori apportati dal nuovo.

  • L’oralità e la memotecnica (arte di ricordare a memoria) sono state sconvolte e declassate dall’avvento della scrittura
  • La punteggiatura (progressi dal II secolo a. C. al VII dopo C) ha cambiato la scrittura e facilitato la lettura silenziosa
  • La scrittura e la lettura sono cambiate con l’avvento della forma libro (rispetto al precedente rotolo) -e della numerazione delle pagine- che permette di leggere reggendo il libro con una mano e scrivere allo stesso tempo con l’altra
  • La stampa a caratteri mobili del XV sec. (tipografia) permette la nascita della scienza moderna –unione tra osservazione esatta, descrizione e verbalizzazione esatta-
  • La trasformazione elettronica dell’espressione verbale ha accresciuto quel coinvolgimento della parola nello spazio che era iniziato con la scrittura e ha contemporaneamente creato una nuova cultura, dominata dall’oralità secondaria. Walter J. Ong, Oralità e scrittura, Bologna, Il mulino, 1986, p. 190-1 su scrittura e tecnologie, testo fondamentale.

Altro testo in argomento Manguel Alberto, Una storia della lettura, Mondadori, Milano 1997, bellissimo e consigliabile da tenere in biblioteca.

I nuovi media hanno introdotto nuove forme di scrittura o sconvolto precedenti convenzioni.
Ci sono dei criteri che differenziano chiaramente la letteratura informatica da quella tradizionale?

Per cominciare, il testo informatico ha tre caratteristiche significative: è un testo fluido, che non esiste (non c'è motivo di conservarlo, posso vederlo solo temporaneamente); è un testo dinamico, che cambia sotto i miei occhi e dove la dinamicità ha un senso; è un testo partecipativo - che non vuol dire interattivo, termine che può avere una quantità di significati, ma che generalmente si utilizza come la scelta di un percorso da parte di un fruitore dentro elementi strutturati.

In Balpe Jean Pierre, Internet ridefinisce l'estetica della letteratura, Biblioteca di Mediamente rivista on line
Per approfondire: Magrelli Valerio, Forse saranno diversi anche i romanzi e le poesie, “Telema” rivista on line autunno 1966

Dal punto di vista più strettamente didattico la scrittura elettronica favorisce:

  • una scrittura immediata, a getto continuo (tipo brain storming individuale), resa possibile dalla consapevolezza della facile correggibilità del testo, che può essere utile per liberarsi dall”ansia della pagina bianca”
  • la ricerca di una migliore essenzialità e linearità argomentativa, favorita dal poter agevolmente ritornare a più riprese sul testo (drafting-redrafting)
  • la capacità di organizzare idee in forma gerarchica (per mezzo di quegli ambienti specializzati per strutturare scalette che vanno sotto il nome di outliner)
  • scrittura associativa reticolare (ipertestuale)
  • scrittura con più canali comunicativi (multimediale).

Riassunto da Calvani Antonio, I nuovi media nella scuola, Carocci editore, Roma 1999, p. 89.

Le tecnologie: word processor

L’avvento del word processor (programma automatizzato di videoscrittura) ha cambiato la nostra sensibilità al testo: qualcuno teorizza che abbia cambiato anche la tecnica e la sostanza della scrittura.
Per conoscere i principi tecnici della videoscrittura, battitura testi, criteri, questioni di stile il sito di Antony Stanley.

Rispetto a quanto eravamo abituati entrano in gioco altri e nuovi fattori, concettualmente minori, ma altrettanto rilevanti come le pratiche di editing, o quelle che potremmo chiamare questioni di forma.
Le funzioni implementate nelle più recenti versioni del programma più usato (Word della Microsof©) che riguardano la gestione della scrittura sono:

  • il controllo ortografico e sintattico
  • la possibilità di creare indici automatici, strutturare il testo, e riassunti automatici
  • il calcolo dell’indice di leggibilità.

Il controllo sintattico è molto primitivo e pedante, alla lunga uno che deve scrivere molto lo disattiva finisce per evidenziare con una sottolieantura in colore qualsiasi cosa si scriva.

Il controllo ortografico consente una accurata revisione del testo, si può effettuare simultaneamente alla scrittura o a posteriori: bisogna ricordare tuttavia che vengono segnalate le forme errate (es. dela per della) ma non le errate concordanze (es. della treni). È possibile creare dizionari personalizzati e quindi inserire ricorrenze, nomi propri e altre espressioni di uso quotidiano e personale.

È possibile utilizzare la funzione di correzione automatica per rilevare e correggere automaticamente gli errori di battitura, le parole con errori di ortografia, gli errori grammaticali e l’utilizzo errato delle maiuscole. Se ad esempio si digita uon e uno spazio, tramite la correzione automatica la parola viene sostituita con “uno”. È inoltre possibile utilizzare la correzione automatica per inserire rapidamente testo, grafica o simboli. Ad esempio, digitare (c) per inserire ©, oppure ac per inserire “Acme Corporation.” Dalla guida in linea di Word 2000.

La possibilità di indicizzare ha una gestione piuttosto macchinosa ma con un po’ di pratica risulta molto utile. Consente di creare titoli, sottotitoli e blocchi di testo che vengono poi riportati in un indice a parte.

La visualizzazione "Struttura" consente di ristrutturare rapidamente un documento. È possibile ridisporre titoli e testo spostandoli verso l’alto o verso il basso, oppure alzare o abbassare di livello il corpo del testo o un titolo. Dalla guida in linea di Word 2000.

Creare riassunti automatici; siamo ancora molto lontani da una vera funzionalità, per questa dovremo attendere davvero l’intelligenza artificiale.

La funzione Sunto automatico definisce i punti chiave di un documento, in modo che sia possibile prenderne visione rapidamente o condividerli con altri. La funzione Sunto automatico determina i punti fondamentali analizzando il documento e assegnando un punteggio a ogni frase, ad esempio assegnando un punteggio più alto a frasi che contengono parole utilizzate più di frequente all'interno del documento. Per visualizzare il riassunto, è sufficiente scegliere le frasi con il punteggio più alto. La funzione Sunto automatico funziona più efficacemente se applicata a documenti caratterizzati da una struttura chiara, ad esempio relazioni, articoli e documentazione scientifica. Dalla guida in linea di Word 2000.

Interessante un discorso a parte sull’indice di leggibilità.
Un gruppo linguistico pedagogico italiano studiò tra il 1987 e il 1989, sulla scorta di studi analoghi in territorio linguistico anglo, un metodo scientifico (l’indice Gulpease) per misurare la leggibilità della lingua italiana, che si basa su

  • uso dei termini
  • lunghezza delle parole e delle frasi

Con le più recenti versioni del programma di scrittura Word, il criterio di leggibilità viene calcolato e visualizzato al termine della verifica ortografica di un brano. Compare una tabella che riporta il Parametro di Flesch e il Parametro di Flesch-Kincaid. Riporto dalla guida in linea di Word 2000.
Parametri di leggibilità
Al termine del controllo ortografico e grammaticale è possibile visualizzare le informazioni relative al livello di leggibilità del documento, compresi i parametri di leggibilità descritti di seguito. I parametri di leggibilità si basano sulla media di sillabe per parola e di parole per frase.

Parametro di Flesch (Flesch Reading Ease score)
Classifica la leggibilità del testo in base a una scala con valore massimo uguale a 100. A punteggi maggiori corrisponde una maggiore facilità di comprensione del documento. Per la maggior parte dei documenti standard è consigliabile raggiungere un punteggio compreso tra 60 e 70.

Parametro di Flesch-Kincaid (Flesch-Kincaid Grade Level score)
Classifica la leggibilità del testo in base ai livelli della scuola superiore degli Stati Uniti. Un punteggio di 8.0, ad esempio, indica che il documento sarà compreso da uno studente dell'ottavo livello. Per la maggior parte dei documenti standard è consigliabile raggiungere un punteggio compreso tra 7.0 e 8.0.

Si possono impostare dalle “Opzioni” diversi stili di scrittura: relazione, generico, tecnico, commerciale, giornalistico, pubblicitario, personalizzato 1, 2, 3.
Nelle Impostazioni si possono individuare (e cambiare) i criteri con i quali sono definiti gli stili, per esempio lo stile “relazione” avrà un rapporto parole/punteggiatura 18, il limite dei numeri scritti in lettere a 29 (ventinove, 30) la dimensione delle frasi lunghe fissata a 44 parole, mentre lo stile “giornalistico” avrà un rapporto parole/punteggiatura 14, il limite dei numeri scritti in lettere a 9 (nove, 10) la dimensione delle frasi lunghe fissata a 43 parole.

Interessante vero. Certo la frase breve (parametro di valore di questi indici di matrice anglosassone) è un po’ in contraddizione con quanto ci viene insegnato negli studi classici: il culto della subordinata della subordinata della subordinata latina, e quindi della lunga frase ben coordinata e concordata nei tempi e nei modi.
Esistono anche dei software che permettono di misurare automaticamente l’indice Gulpease.
Lucisano Pietro, Misurare le parole, Kepos Edizioni, Roma 1993
E ancora l’articolo on line molto completo pubblicato Mastidoro Nicola e Amizzoni Maurizio, Linguistica applicata alla leggibilità: considerazioni teoriche e applicazioni.

Il linguista De Mauro sostiene:
Chi è impegnato nella comunicazione pubblica e chi redige i testi delle leggi dimentica troppo spesso che parlare e scrivere non significa mettere insieme una serie di parole, ma trasmettere un contenuto agli interlocutori. Con le settemila parole di uso comune, che almeno la metà degli italiani conoscono, si potrebbe scrivere quasi tutta la Divina Commmedia. E rendere gli atti burocratici più comprensibili.
Se usiamo il vocabolario di base diciamo tutto e ci facciamo capire, su “Teléma” rivista on line n. 19, inverno 1999/2000

Le tecnologie: E-mail

…in linea teorica, non è impossibile che la comunicazione in presenza sia contenutisticamente identica o quasi a quella che si svolge secondo una diversa modalità, ad esempio attraverso un testo scritto; anche la componente espressiva e fisiognomica può essere ragionevolmente accolta nel testo scritto con gli strumenti metalinguistici (forme di evidenziazione, ecc…) di cui la scrittura dispone.
Calvani Antonio intervista pubblicata on line sul sito Erickson
La E-mail (sta per Electronic mail) rivoluziona la forma “lettera” introducendo delle funzioni proprie (sconosciute alla corrispondenza cartacea) come: “rispondi o replay” che consente di replicare ad un messaggio in modo conciso senza dover riscrivere quanto detto nella mail precedente da chi ha avviato la comunicazione; è possibile mantenere traccia con successivi “rispondi” di tutto il rapporto intercorso tra gli scriventi. È possibile comunicare collettivamente a più destinatari (la circolare). È possibile arricchire la scrittura con il colore dello sfondo e del testo.

È stato inventato un repertorio di segni (emoticons) ottenibile con i normali caratteri alfabetici per arricchire in forma rapida di connotazione emotiva lo scritto :-) che si leggono girando di novanta gradi la testa ovviamente, perché la scrittura può prestarsi ad equivoci soprattutto sul tono del discorso, quel tono che siamo così ben addestrati a leggere immediatamente nella comunicazione orale, ed è fatto di impostazione della voce, di attese, pause, silenzi, concitazione, monosillabi, esclamazioni ecc.
Un sito americano ne cataloga ben 1895, ce ne sono di simpatici e intuitivi:

  dalle espressioni umorali di base   ad altre più complesse   altre meno usuali   a queste costruzioni divertenti
:-( aggrottato ( :+( spaventato :-II arrabbiato %-^) Pablo Picasso
:-) smiley (:-) smiley :-O schoccato :-) :-( :-) :-( depressivo
;-) sarcastico *^o^* eccitato :-f bleahh (8<| Darth Vader
:-/ storto :-. no comment ,o^y sorride e parla :-| 8( )- donna incinta

Per il telefono cellulare e il suo piccolo display da 160 caratteri è nato un codice di scrittura fatto di abbreviazioni

I messaggini non possono superare i 160 caratteri; digitare un messaggio dalla tastiera di un telefonino è molto più lento e faticoso di quanto non lo sia dalla tastiera di un computer. Ecco allora che gli SMS sono per loro natura brevi, brachilogici, poco strutturati. In positivo possono essere una provvidenziale scuola di sintesi e un’occasione per sviluppare la creatività, escogitando ogni mezzo possibile per dire di più nel minor spazio; in negativo, possono essere il luogo in cui domina la fatuità, la comunicazione rapida ed occasionale.
Articolo di Maldura, 6 proprio 3mendo C 6 scem8? :-) Xché non vuoi venire + alla festa? :-(

Il codice che sfrutta a fondo l’intero repertorio dei segni e mescola abbreviazioni ed emoticons.

Le caratteristiche linguistiche e comunicative dei messaggini ci fanno capire bene perché la nuova tecnologia ha attecchito soprattutto tra i giovani: perché permette loro di riprodurre, anche a distanza, le caratteristiche di fondo del loro parlato: un parlato che vuole essere prima di tutto uno strumento per tenere legato il gruppo, e per legarsi, o tenersi legati, ad esso; un parlato ricco di smozzicamenti sintattici controbilanciati da un’alta velocità di eloquio, con una forte significatività della componente gestuale; un parlato che utilizza da tempo tratti “economic”', come lo scorciamento delle parole lunghe
Tratto da Cortelazzo Michele A., «6 proprio 3mendo»: dalla lettera ai messaggini in codice, Oralità, concisione, assenza di sintassi: le caratteristiche di una scrittura «allegra», sul «Corriere della Sera», 19 agosto 2000, p. 29.

Alla scomparsa del telefonino e sostituzione dello stesso con qualche altra diavoleria morirà anche l’SMS? La posta elettronica sarà sostituita dalle caselle vocali? Perciò questi sono fenomeni linguistici irrilevanti che non avranno vita e sviluppi! Troppo presto per dirlo.

Prodotti: oggetti grafici

Il fare cognitivo è quello dell’apprendista nella bottega dell’artigiano: quest’ultimo non fa lezioni frontali, mette in mano all’apprendista gli attrezzi del mestiere e lo pone all’opera suggerendo e correggendo via via quando se ne presenta l’occasione.
A scuola servono procedure e strumenti:
pertanto si possono definire strumenti tutte quelle strutture che si esplicano per lo più graficamente, che permettono di guidare un fare, che altrimenti risulterebbe non solo non ripercorribile (anche mentalmente) ma neanche verificabile e difficilmente descrivibile. Tabelle, grafi, schemi, organigrammi, diagrammi, mappe, modelli possono essere strumenti logici per organizzare la conoscenza, per formalizzarla, codificarla…
Talamo Alessandra, a cura di, Apprendere con le nuove tecnologie, La Nuova Italia, Firenze 1998

Cosa sono questi oggetti grafici che accompagnano/esplicano/traducono/sostituiscono la scrittura e che, grazie all’informatica, sono tecnicamente alla portata di tutti? Occorre conoscerli perché la componente visiva è predominante.

Tabella

modello usato per creare uno schema di base per disporre il testo o altre informazioni in serie di colonne e di righe, come ad esempio un catalogo o un listino dei prezzi.

 

Grafico

figura costruita in base ai princìpi della geometria analitica per rappresentare le relazioni fra due o più variabili o mutabili statistiche. Accanto ai tradizionali diagrammi a coordinate cartesiane, si usano in statistica anche diagrammi a coordinate polari, a raggi vettori ecc.

Grafo

rappresentazione delle relazioni esistenti tra enti diversi attraverso nodi (gli elementi) collegati da archi (relazioni). Con la teoria dei grafi si possono trattare problemi pratici di diverso tipo: viabilità, trasporti, programmi per elaboratore, telecomunicazioni. Un problema classico della teoria dei grafi è quello detto «dei ponti di Königsberg» proposto da Eulero: nella città di Königsberg ci sono 7 ponti che collegano le due rive del fiume a due isolette. È possibile compiere una passeggiata che partendo da un punto vi ritorni dopo aver attraversato ciascun ponte una e una sola volta?

Schema

rappresentazione semplificata, anche mediante segni grafici convenzionali, di un fenomeno, di un oggetto o del funzionamento di un apparecchio o simili; piano preliminare di un lavoro.

 

Organigramma

descrizione grafica della posizione reciproca di organi di un medesimoente, amministrativo o aziendale, specie con riferimento alla loro gerarchia o alle loro funzioni.

Diagramma

rappresentazione di un fenomeno per mezzo di figure geometriche. Linea congiungente tutti i punti indicanti le varie intensità o quantità con le quali un fenomeno si presenta in un dato tempo o in una successione di tempi.

Diagramma cartesiano

(o generalmente grafico) è uno schema, inserito in un sistema di · coordinate cartesiane, che rappresenta geometricamente l'andamento di una funzione o di un fenomeno, se esso è descritto da coppie di dati (il tempo e la distanza, il tempo e la temperatura, ecc.). Il grafico assume l'aspetto di una curva o di una spezzata.

Areogramma

è un diagramma a settori circolari utilizzato per rappresentare parti di un insieme (percentuali); consta di un cerchio (che rappresenta il 100%) nel quale settori circolari di varia ampiezza rappresentano le percentuali relative ai dati raccolti.

Istogramma

è un diagramma costituito da rettangoli contigui (se essi non sono contigui si parla di ortogramma), di uguale base e di altezza pari alla frequenza con cui si manifesta il fenomeno in esame.

Diagramma di flusso, o diagramma a blocchi

è una rappresentazione grafica dei «passi» da compiere per giungere alla soluzione di un qualsiasi problema. I diagrammi di flusso sono utilizzati sovente in informatica durante la fase di progettazione di un programma per indicare con pochi simboli e attraverso le frasi del linguaggio parlato, le operazioni che verranno successivamente tradotte in sequenze di istruzioni.

Mappa

rappresentazione grafica di una zona di terreno, a grande scala e molto dettagliata.

Modello

schema teorico elaborato in varie scienze e discipline per rappresentare gli elementi fondamentali di uno o più fenomeni.

Strutture cognitive e mappe concettuali

Jorge Luis Borges scrive di un’enciclopedia cinese che divideva gli animali in: a) quelli che appartengono all’imperatore, b) quelli imbalsamati, c) quelli addestrati, d) i maialini da latte, e) le sirene, f) gli animali fantastici, g) i cani randagi, h) gli animali inclusi in questa classificazione, i) quelli che tremano come se fossero matti, j) quelli in numero infinito, k) quelli disegnati con un sottilissimo pennello di peli di cammello, l) gli altri, m) quelli che hanno appena rotto un vaso di fiori, n) quelli che da lontano sembrano mosche.
Riportato da Pinker Steven, Come funziona la mente, Mondadori, Milano, 2000, p. 328.

Diversi sono i modi per classificare, ordinare, catalogare il reale e l'esperienza e restituirla in forma simbolica: le mappe concettuali sono tra questi strumenti di recente concezione che mettono sullo stesso piano la comunicazione verbale e visiva.

Mappa concettuale (mc)

È uno strumento per organizzare e rappresentare conoscenze. Include concetti, solitamente compresi dentro cerchi o forme di altro tipo, e relazioni tra i concetti o proposizioni, indicati da una linea di connessione tra due concetti. Parole sulle linee chiariscono la relazione che intercorre tra due concetti. Si definiscono concetti le regolarità percepite in eventi o oggetti, o momenti topici di eventi o oggetti, designati da una etichetta. L’etichetta per la maggior parte dei concetti è una parola, abbastanza spesso si usano anche simboli come + o %. Le proposizioni contengono due o più concetti connessi da un’altra parola per formare un’affermazione significativa. A volte queste vengono indicate come unità semantiche, o unità di senso.
L’informazione è una correlazione fra due cose che nasce da un processo regolare

Alcune valutazioni sull’utilità della mc, che è sia a favore dei docenti che degli studenti. Ai docenti è utile per la progettazione didattica e le connessioni interdisciplinari che può innescare, per l’illustrazione di concetti o argomenti; agli studenti è utile come visualizzazione ed esplorazione di concetti già appresi o in via di costruzione, nella fase espositiva degli stessi, per migliorare inoltre le capacità argomentative e di sintesi. Per ambedue inoltre (e per noi) la mc costituisce il passo iniziale per la produzione di ipertesti. Una volta stesa la mappa la fase successiva sarà l’implementazione attraverso le tecnologie verso il passaggio digitale e multimediale.

Le ricerche pìù recenti della psicologia cognitiva hanno dimostrato che esiste una relazione tra la struttura reticolare della mc-ipertesto e ed alcune rappresentazioni mentali della conoscenza, che sono spiegate come rivoli selvaggi che allagano alcune zone del nostro cervello. È l'idea di "rete" come insieme di collegamenti tra informazioni anche eterogenee, nodi, che sottende la struttura della mc.

Approfondimenti in Fasano Margherita (a cura di) Concetti in rete, Masson, Milano 1998

Per iniziare è bene esercitarsi su argomenti circoscritti, ad esempio un brano di testo, per passare successivamente ad un testo lungo o libro, per approdare infine ad una ricerca che può mettere insieme fonti diverse.
Ovvio che ogni lettore costruisce una interpretazione soggettiva del testo in esame: ne scaturisce una mappa che individua e pesa concetti in modo diverso, in relazione al contesto, alle conoscenze alla capacità di rielaborazione.
Altro punto controverso è la definizione stessa di “concetto” che è propriamente dibattito filosofico. Da De Vecchi Gérard, Carmona-Magnaldi Nicole, Aiutare a costruire le conoscenze, La Nuova Italia ed., Firenze 1999 riporto un sunto della tabella di pag. 211

Per gli insegnanti un concetto è

  • L’essenziale, ciò che è importante
  • Gli stessi criteri che possono essere applicati a livelli diversi, osservati su oggetti diversi
  • L’esperienza vissuta nel concreto
  • L’espressione minima di un’idea
  • L’idea generale che cisi può fare partendo da diversi casi particolari
  • Una nozione
  • Una definizione

Una nozione ben costruita nella nostra testa che può aiutarci a comprendere meglio le altre cose
E se –sebbene non esista una risposta che possa considerarsi del tutto soddisfacente- molti avessero in parte ragione?

Come si fa

Ci sono diverse modalità: riporto quella che sembra più soddisfacente a mio parere.

Nel caso di un allestimento manuale si procede utilizzando un foglio di carta grande e dei cartoncini o post-it: si scrivono le parole concetto selezionate o individuate dal testo/i in argomento e si dispongono in modo gerarchico i foglietti in modo da impostare la struttura della rete: il concetto più generale in alto e a cascata i successivi.

Si procede per tentativi fino ad ottenere la configurazione ottimale (e ordinata). Si fissano i cartoncini sul foglio e si collegano con le linee sulle quali si scrivono le parole legame, relazioni tra i concetti o proposizioni che possono essere costituite da una o più parole. Non è indispensabile che la parola scelta come concetto o proposizione sia effettivamente contenuta nel brano/i può essere dedotta dal contesto o frutto di interpretazione. Riassumendo le fasi operative sono:

  • analisi del testo/i
  • individuazione dei concetti
  • trascrizione sui cartoncini
  • individuazione dei livelli gerarchici e dei criteri di usati per definirli
  • disposizione visiva sul piano e correzione delle posizioni
  • disegno delle frecce e scrittura delle parole legame
  • eventuale uso di colori per individuare segmenti o “rami” significativi della mc

È importante individuare la gerarchia concettuale dei concetti ed evidenziarla posizionalmente. Una mappa confusa, a ‘ragnatela’, è indice di scarsa strutturazione, nella costruzione della mc anche l’ordine o il disordine visivo assume un senso.
Nel caso il ramo di una prima mappa (che chiameremo macro-mappa) si addensi o allarghi in modo eccessivo, sbilanciandola, è necessario ricorrere ad una seconda mappa (micro-mappa): in questo caso particolarmente importante diventa l’uso identificativo del colore.
Molto utile il confronto tra di verse mc sviluppate da studenti diversi sullo stesso argomento perché si sviluppa la capacità di autovalutazione e giustificazione del proprio punto di vista assieme alla comprensione della relatività dello stesso.

Esistono software specifici, Win e Mac, per costruire le mappe. Ne parleremo in presenza.

Prodotti: giornalino d’istituto

È una buona palestra di scrittura collaborativa, nella redazione è l’argomento di confronto e di sviluppo di positive dinamiche di gruppo; è uno strumento di qualificazione esterna dell’istituto, infine è il campo di applicazione di conoscenze informatiche e il pretesto per acquisirne altre. Gli insegnanti di materie artistiche potrebbero essere chiamati per lavorare nell’èquipe di redazione e a curarne grafica e impaginazione.

Si può cominciare a impaginare con un programma di videoscrittura come Word (che offre anche possibilità di impaginazione non elementare, ma non consente una uscita diretta –fotounità- per la tipografia) se si progetta una uscita in fotocopia o a bassa qualità, per approdare a software specifici per l’impaginazione come Microsoft Publisher o Quark Xpress.

 

 

  
   E mail: giofederle1@tin.it       © Giovanni Federle ottobre 2001