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Nella
pagina
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La forma dell’acqua
Dalla stampa…
al video…
…al web
Comunicare con il testo:
mettere in ordine le parole aiuta a mettere in ordine le idee
Modelli
Nuovi media e scrittura
Le tecnologie: word
processor
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Le tecnologie: E-mail
Prodotti: oggetti
grafici
Prodotti: giornalino
d’istituto
N.B. Il materiale sulla mappa concettuale sarà
ulteriormente sviluppato nella scheda 4.
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La tua parte
Raccogliendo le sollecitazioni della Scheda 3, effettua
ricerche o approfondimenti sugli argomenti in discussione, in rete
o nella realtà che ti circonda.
In alternativa prova ad esercitarti sulle mappe concettuali a cominciare
da quelle proposte dalla prof. Antonello.
Termine per l'invio
martedì 28/11.
Nella "presentazione" ho riportato tutte
le istruzioni per l'accesso al forum. I nuovi o chi ha ancora dei
dubbi possono vedere la pagina.
Da questo modulo in poi, non accetto contributi inviati
alla mia mail: accetterò solo materiali .doc o prodotti da
altri software da pubblicare in "Materiali"
Controlla e contribuisci all'aggiornamento del glossario.
Buon lavoro.
Per scaricare e leggere Scheda
3. Documento word 104 kb.
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Scrivere è un’articolazione raffinata
del pensare.
King Stephen, On writing, Sperling e Kupfer, Milano, 2001, p 128.
…è doverosa
una riflessione sul paragrafo. Aprite il libro a caso e guardate
un paio di pagine. Osservatene la composizione, le righe tipografiche,
i margini, e soprattutto gli spazi bianchi dove cominciano e finiscono
i paragrafi.
King Stephen, On writing, Sperling e Kupfer, Milano, 2001, p 126.
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Una volta finita di scrivere questa scheda vengo assalito dai dubbi:
ci sono affermazioni eccessive, ragionamento troppo tecnicistico,
è un elogio del pensiero breve -piccolo, corto, povero, impoverente-?
Quando mi imbatto negli scritti di Calvino, che mi precorre con
ben altro peso; Calvino cita il passo di Leopardi,
"La rapidità e la concisione dello stile piace perché
presenta all’anima una folla d’idee simultanee così
rapidamente succedentesi, che paiono simultanee, e fanno ondeggiare
l’anima in una tale abbondanza di pensieri, o d’immagini
e sensazioni spirituali, ch’ella o non è capace di abbracciarle
tutte, e pienamente ciascuna, o non ha tempo di restare in ozio,
e priva di sensazioni. La forza dello stile poetico, che in gran
parte e tutt’uno colla rapidità, non è piacevole
per altro che per questi effetti, e non consiste in altro. L’eccitamento
d’idee simultanee, può derivare e da ciascuna parola
isolata, o propria o metaforica, e dalla loro collocazione, e dal
giro della frase, e dalla soppressione stessa di altre parole o
frasi (3 novembre 1821)'."
"La rapidità dello stile e del pensiero vuol dire soprattutto
agilità, mobilità, disinvoltura; tutte qualità
che s’accordano con una scrittura pronta alle divagazioni,
a saltare da un argomento all’altro, a perdere il filo cento
volte e a ritrovarlo dopo cento giravolte.
"Nei tempi sempre più congestionati che ci attendono,
il bisogno di letteratura dovrà puntare sulla massima concentrazione
della poesia e del pensiero." Leopardi Giacomo, Zibaldone,
a cura di L. Felici, Roma 1997, pp. 431.
Riportato in Calvino Italo, Lezioni Americane, Garzanti, Milano,
1993 [1988].
Ragazzini
in Rete: tutti pazzi per le chat. Indagine della Società
di pediatria: chiacchiere via Web passatempo preferito dei naviganti
tra gli 11 e i 14 anni. Allarme degli esperti: il 40 per cento degli
intervistati non racconta ai genitori chi incontra su Internet.
Da Repubblica del13/11/01
È sufficiente a giustificare quanto segue?
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La forma dell’acqua
McLuhan ci insegna che non si può parlare dei contenuti
dei media senza affrontare il problema della forma che i media danno
alle conoscenze e alle esperienze di chi li usa. In altre parole
quando per comunicare usiamo un canale (un medium) il messaggio
stesso finisce per prenderne la forma: il messaggio non è
come l’acqua che corre nel canale e non ne viene plasmata:
è come se conservasse la memoria della forma del canale.
McLuhan Marshall, Gli strumenti del comunicare, Milano, Mondadori,
1990.
Per approfondire sinteticamente e criticamente McLuhan vedi Maragliano
Roberto,
Ecco perché nell’ambito di un laboratorio che si occupa
di tecnologie per l’insegnamento ci occupiamo di scrittura
e di scrittura in particolare che si attua, si produce, si forma
sui nuovi media. Senza contare che la scrittura sta tornando nella
nostra vita quotidiana con internet e la posta elettronica e gli
SMS, e di forza nella professione del docente
Esiste un altro motivo più strettamente didattico, ho sperimentato
che far scrivere relazioni agli studenti sui lavori di progettazione
grafica o ideativa che stanno elaborando ha una forte valenza conoscitiva:
aiuta a razionalizzare ed esplicitare le motivazioni delle scelte
operative, abitua a costruire sequenze. Purtroppo la relazione tecnica
è una forma ancora sconosciuta nella nostra scuola al contrario
la maggior parte degli scritti aziendali o professionali sono relazioni
tecniche.
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Dalla stampa…
Se dalla tecnologia della caccia e raccolta si
passa a quella dell’agricoltura, l’attività “naturale”
del nutrirsi e il suo esercizio cambiano radicalmente, con conseguenze
a cascata su innumerevoli altre attività umane. Allo stesso
modo, se dalla tecnologia della scrittura manuale si passa a quella
della stampa, l’attività “naturale” del comunicare
cambia radicalmente, con le relative conseguenze che ben conosciamo.
Antinucci Francesco, La scuola si è rotta, Laterza, Roma
2001, p.8
Nel mondo che precede la nascita della tipografia
(1430 ca.), letteratura e disegno sono legate da forti vincoli.
La scrittura, con la nascita della tipografia, si svincola non solo
da ogni soggezione “visiva”, ma anche sensoriale, separa
la lettura dall’oralità, la poesia dal canto, il suono
della musica dalla sua traduzione scritta.
Fino a che il perfezionarsi degli strumenti di riproduzione
a stampa delle immagini, giungendo alla fotografia e alla tipografia
moderna, riportano a intrecciare parola stampata a immagine. Le
tecnologie digitali arrivano a ricongiungere ciò che la tipografia
aveva separato. Il frontespizio e l’indice, per noi accessori
naturali del libro nascono molto dopo l’invenzione della stampa.
La “forma” dello scritto ritorna a essere
parte integrante della comunicazione, ritornando a dar fiato e corpo
a quella ispirazione precoce dei futuristi che ha prodotto i testi
dinamici di Depero o la poesia visiva di Marinetti. Nella pubblicità,
nelle riviste trendy la gabbia tipografica esplode a favore di una
struttura-disposizione espressiva: senza margini apparentemente
disordinata, con interlinee miste, corpi di testo diversi e mescolati,
sfocature e deformazioni fotografiche dei blocchi di testo, lettere
che prendono il posto dei NUM3RI e VICEVER5A, in una sorta di sfida
alla leggibilità e con una interazione fitta tra immagini
e testo tipografico. Di grande importanza in questo senso il lavoro
tipografico, di David Carson al quale dobbiamo forse le sperimentazioni
più importanti in questo campo.
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al video…
Ma il lavoro di Carson non sarebbe nato senza l’avvento
della televisione e dei video clip nei quali cresce ed evolve una
tipografia dinamica, non più legata all’immobilità
del tempo fissato sulla pagina a stampa. Lo scorrere di parole sul
video permette azioni prima inimmaginate di sovrapposizione, dissolvenza,
cambio di colore: il mezzo consente uno sviluppo “temporale”
della scrittura che acquista anche sotto questo profilo una sua
caratteristica autonomia. Prima eravamo noi a decidere la scansione,
quando posare lo sguardo e leggere; ora attraverso l’animazione
le parole si presentano, scorrono si intrecciano si interpretano,
giocano tra loro.
…al web
La parola in movimento, arricchita, trova sviluppo
nella moderna pratica televisiva e ancor più nel web che
può fornire una miniera di scritture espressive sotto forma
di banner. Sono quei piccoli inserti pubblicitari, spesso animati,
che compaioni sulle pagine più visitate e dei quali qualcuno
paga la presenza. Con un click di solito conducono alla pagina dell’inserzionista.
La forma stessa del banner -piccole dimensioni, peso digitale ridotto,
forzano l’ispirazione creativa dei grafici e mettere in moto
le parole è uno degli espedienti più in voga, ovviamente
con risultati diversi.
Non sto ritornando a dire banalmente che “questa
è la società dell’immagine” solo perché
le immagini prevalgono numericamente sulle parole. Sto affermando
che le parole scritte si sono caricate di potenzialità comunicative
prima sconosciute e impossibili da realizzare, che vengono sfruttate
appieno solo con la precisa connessione “significato del testo”-“espressività
visiva del testo”.
Questa è comunicazione visiva e non è
forse il nostro terreno di indagine?
Se vogliamo uscire da definizioni e pratiche didattiche
ormai discutibili come “storia dell’arte” ed “educazione
artistica” è anche questo il territorio vasto e non
didatticamente indagato delle comunicazioni visive; è questo
il campo dove siamo chiamati con maggiore facilità ad essere
fruitori creativi, non passivi.
Di seguito faremo alcune riflessioni sul condizionamento
esercitato dai media sulla scrittura, per poi vedere alcuni singoli
casi precisi, il word processor, la E mail, e due prodotti specifici
della scrittura: il giornalino d’istituto e la creazione di
ipertesti.
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Comunicare con il testo:
mettere in ordine le parole aiuta a mettere in ordine le idee
"Sono… difficile da leggere E' anche
un modo di mantenere l'enigmaticità: e l'enigmaticità
è protettrice della segretezza e del mistero". James
Hillman, Il piacere di pensare. Conversazione con Silvia Ronchey,
Rizzoli, pag. 73
Si dice che scrivere sia come leggere due volte.
Chi ha provato a insegnare qualcosa a qualcuno, per esempio, si
è convinto che insegnare è il miglior modo per imparare,
che costringe a metter bene a fuoco i concetti fondamentali, a legarli
fra loro in forma chiara e congruente, prima di trasmetterli agli
altri.
Dall’altra parte, dalla parte degli studenti, l’abitudine
di prendere appunti, è un modo di imparare, serve per focalizzare,
mettere in ordine, fissare e ricostruire in un secondo momento.
Il modello di scrittura, il tema, che mediamente abbiamo provato
a scuola, fa a pugni con le necessità della comunicazione:
è così vero che lo stesso esame di Stato prevede finalmente
le varianti del saggio breve ecc.
Il tema è una esercitazione di retorica per cui si chiede
la dimostrazione di un assunto dato (il titolo). Dalla riforma Gentile
si prescrive che gli studenti siano portati a scrivere in modo “vieppiù
complesso”. La particolare storia della nostra lingua giustificava
il ricorso ad un modello aulico poiché ai tempi di Gentile,
l’italiano era una lingua prevalentemente scritta, poco legata
alle parole ustae dalla maggioranza degli italiani. De Mauro Tullio,
Storia linguistica dell’Italia, Laterza, Bari, 1975.
È ovvio che il destinatario dello scritto scolastico, e pubblico
esclusivo, è l’insegnante, una persona che sta lì
proprio perché conosce meglio dello studente l’argomento;
si scrive infatti per dimostrare di sapere bene la materia. Nella
realtà della vita la prospettiva cambia totalmente, ancor
più se tocca a noi scrivere per comunicare.
Scriviamo per comunicare qualcosa ad altri che ancora non sanno
o di cui non sono convinti. La ragione dello scrivere non è
più esibire il nostro di sapere, ma trasmettere idee, progetti,
domande, disposizioni. La differenza è sostanziale nella
scrittura fatta per “comunicare” e nasce:
- nell’ordine del discorso
- nella costruzione sintattica
- nelle scelte del lessico
- nella lunghezza dei testi e dei singoli paragrafi.
Confesso di leggere con fastidio un saggio contemporaneo
privo di struttura, con titoli e sottotitoli, che non goda di una
suddivisione in paragrafi accettabile e una “disposizione”
del testo che denoti anche lucidità e chiarezza di pensiero.
Diffido di chi mi rifila solidi e cementizi capitoli di venti pagine
senza un ritorno a capo: anche il pensiero oberato di tanto cemento
stenta a decollare. (Diverso e celebre il caso di Hrabal ne La tonsura,
dove lo scritto caracolla per pagine e pagine senza un segno di
interpunzione e tanto meno un “a capo”, ma quella è
narrativa. B. Hrabal, La Tonsura, Edizioni e/o, Roma,1992)
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Un piccolissimo esperimento che può incidere sulla forma
della scrittura e un modesto suggerimento da passare ai colleghi
di lettere:
prendi il classico foglio protocollo a righe sul quale si scrivono
i compiti a scuola e anziché piegarlo a metà, per
riservare la parte sinistra allo svolgimento e destra alle osservazioni
dell’insegnante,
piega come indicato nella figura in modo da creare una colonna
centrale per lo svolgimento e due, più strette laterali per
il commento o per inserire appunti di scrittura.
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Modelli
Si possono paragonare due modi di scrittura (nel
nostro caso di presentazione dello scritto) che si ascrivono ad
un modello anglosassone e al modello classico o latino (la scrittura
poetica o narrativa è fuori dal nostro ragionamento)
modello classico |
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modello anglosassone |
organizzata come un fluire unico del pensiero:
prevede che venga letta tutta nella sua interezza |
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organizzata per punti: prevede che venga letta
anche in modo affrettato perdendone anche alcune specifiche |
organizzata secondo un solido impianto retorico:
premessa, svolgimento, conclusioni |
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esposta secondo un ordine gerarchico di importanza:
dal più al meno |
affida alla suggestione della retorica e delle
metafore, alla emotività dell’argomentazione |
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separa i dati dalle opinioni, mostrandoli in
forma numerica o grafica |
fa sfoggio di competenza linguistica e di terminologia
specifica o di gergo professionale |
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utilizza un linguaggio essenziale evitando subordinate
e privilegiando i verbi agli aggettivi |
usa quasi esclusivamente il testo |
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sfrutta le risorse del publishing e quindi grafi,
fondini colorati, testo colorato |
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Nuovi media e scrittura
Le tecnologie hanno dato una svolta continua nei
secoli alle modalità della scrittura e della lettura e sempre
qualcuno ha rimpianto i bei tempi precedenti e gli orrori apportati
dal nuovo.
- L’oralità e la memotecnica (arte di
ricordare a memoria) sono state sconvolte e declassate dall’avvento
della scrittura
- La punteggiatura (progressi dal II secolo a. C.
al VII dopo C) ha cambiato la scrittura e facilitato la lettura
silenziosa
- La scrittura e la lettura sono cambiate con l’avvento
della forma libro (rispetto al precedente rotolo) -e della numerazione
delle pagine- che permette di leggere reggendo il libro con una
mano e scrivere allo stesso tempo con l’altra
- La stampa a caratteri mobili del XV sec. (tipografia)
permette la nascita della scienza moderna –unione tra osservazione
esatta, descrizione e verbalizzazione esatta-
- La trasformazione elettronica
dell’espressione verbale ha accresciuto quel coinvolgimento
della parola nello spazio che era iniziato con la scrittura e
ha contemporaneamente creato una nuova cultura, dominata dall’oralità
secondaria. Walter J. Ong, Oralità e scrittura,
Bologna, Il mulino, 1986, p. 190-1 su scrittura e tecnologie,
testo fondamentale.
Altro testo in argomento Manguel Alberto, Una storia
della lettura, Mondadori, Milano 1997, bellissimo e consigliabile
da tenere in biblioteca.
I nuovi media hanno introdotto nuove forme di scrittura
o sconvolto precedenti convenzioni.
Ci sono dei criteri che differenziano chiaramente la letteratura
informatica da quella tradizionale?
Per cominciare, il testo informatico ha tre caratteristiche
significative: è un testo fluido, che non esiste (non c'è
motivo di conservarlo, posso vederlo solo temporaneamente); è
un testo dinamico, che cambia sotto i miei occhi e dove la dinamicità
ha un senso; è un testo partecipativo - che non vuol dire
interattivo, termine che può avere una quantità di
significati, ma che generalmente si utilizza come la scelta di un
percorso da parte di un fruitore dentro elementi strutturati.
In Balpe Jean Pierre, Internet
ridefinisce l'estetica della letteratura, Biblioteca di Mediamente
rivista on line
Per approfondire: Magrelli
Valerio, Forse saranno diversi anche i romanzi e le poesie,
“Telema” rivista on line autunno 1966
Dal punto di vista più strettamente
didattico la scrittura elettronica favorisce:
- una scrittura immediata, a getto continuo
(tipo brain storming individuale), resa possibile dalla consapevolezza
della facile correggibilità del testo, che può essere
utile per liberarsi dall”ansia della pagina bianca”
- la ricerca di una migliore essenzialità
e linearità argomentativa, favorita dal poter agevolmente
ritornare a più riprese sul testo (drafting-redrafting)
- la capacità di organizzare idee in forma
gerarchica (per mezzo di quegli ambienti specializzati per strutturare
scalette che vanno sotto il nome di outliner)
- scrittura associativa reticolare (ipertestuale)
- scrittura con più canali comunicativi (multimediale).
Riassunto da Calvani Antonio, I nuovi media nella
scuola, Carocci editore, Roma 1999, p. 89.
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Le tecnologie: word processor
L’avvento del word processor (programma
automatizzato di videoscrittura) ha cambiato la nostra sensibilità
al testo: qualcuno teorizza che abbia cambiato anche la tecnica
e la sostanza della scrittura.
Per conoscere i principi tecnici della videoscrittura, battitura
testi, criteri, questioni di stile il sito di Antony
Stanley.
Rispetto a quanto eravamo abituati entrano in gioco
altri e nuovi fattori, concettualmente minori, ma altrettanto rilevanti
come le pratiche di editing, o quelle che potremmo chiamare questioni
di forma.
Le funzioni implementate nelle più recenti versioni del programma
più usato (Word della Microsof©) che riguardano la gestione
della scrittura sono:
- il controllo ortografico e sintattico
- la possibilità di creare indici automatici,
strutturare il testo, e riassunti automatici
- il calcolo dell’indice di leggibilità.
Il controllo sintattico è molto primitivo
e pedante, alla lunga uno che deve scrivere molto lo disattiva finisce
per evidenziare con una sottolieantura in colore qualsiasi cosa
si scriva.
Il controllo ortografico consente una accurata
revisione del testo, si può effettuare simultaneamente alla
scrittura o a posteriori: bisogna ricordare tuttavia che vengono
segnalate le forme errate (es. dela per della) ma non le errate
concordanze (es. della treni). È possibile creare dizionari
personalizzati e quindi inserire ricorrenze, nomi propri e altre
espressioni di uso quotidiano e personale.
È possibile utilizzare la funzione di correzione
automatica per rilevare e correggere automaticamente gli errori
di battitura, le parole con errori di ortografia, gli errori grammaticali
e l’utilizzo errato delle maiuscole. Se ad esempio si digita
uon e uno spazio, tramite la correzione automatica la parola viene
sostituita con “uno”. È inoltre possibile utilizzare
la correzione automatica per inserire rapidamente testo, grafica
o simboli. Ad esempio, digitare (c) per inserire ©, oppure
ac per inserire “Acme Corporation.” Dalla guida in
linea di Word 2000.
La possibilità di indicizzare ha una
gestione piuttosto macchinosa ma con un po’ di pratica risulta
molto utile. Consente di creare titoli, sottotitoli e blocchi di
testo che vengono poi riportati in un indice a parte.
La visualizzazione "Struttura" consente
di ristrutturare rapidamente un documento. È possibile ridisporre
titoli e testo spostandoli verso l’alto o verso il basso, oppure
alzare o abbassare di livello il corpo del testo o un titolo.
Dalla guida in linea di Word 2000.
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Creare riassunti automatici; siamo ancora molto lontani
da una vera funzionalità, per questa dovremo attendere davvero
l’intelligenza artificiale.
La funzione Sunto automatico definisce i punti chiave di un
documento, in modo che sia possibile prenderne visione rapidamente
o condividerli con altri. La funzione Sunto automatico determina
i punti fondamentali analizzando il documento e assegnando un punteggio
a ogni frase, ad esempio assegnando un punteggio più alto
a frasi che contengono parole utilizzate più di frequente
all'interno del documento. Per visualizzare il riassunto, è
sufficiente scegliere le frasi con il punteggio più alto.
La funzione Sunto automatico funziona più efficacemente se
applicata a documenti caratterizzati da una struttura chiara, ad
esempio relazioni, articoli e documentazione scientifica. Dalla
guida in linea di Word 2000.
Interessante un discorso a parte sull’indice di leggibilità.
Un gruppo linguistico pedagogico italiano studiò tra il 1987
e il 1989, sulla scorta di studi analoghi in territorio linguistico
anglo, un metodo scientifico (l’indice Gulpease) per misurare
la leggibilità della lingua italiana, che si basa su
- uso dei termini
- lunghezza delle parole e delle frasi
Con le più recenti versioni del programma di scrittura Word,
il criterio di leggibilità viene calcolato e visualizzato
al termine della verifica ortografica di un brano. Compare una tabella
che riporta il Parametro di Flesch e il Parametro di Flesch-Kincaid.
Riporto dalla guida in linea di Word 2000.
Parametri di leggibilità
Al termine del controllo ortografico e grammaticale è possibile
visualizzare le informazioni relative al livello di leggibilità
del documento, compresi i parametri di leggibilità descritti
di seguito. I parametri di leggibilità si basano sulla media
di sillabe per parola e di parole per frase.
Parametro di Flesch (Flesch Reading Ease score)
Classifica la leggibilità del testo in base a una scala con
valore massimo uguale a 100. A punteggi maggiori corrisponde una
maggiore facilità di comprensione del documento. Per la maggior
parte dei documenti standard è consigliabile raggiungere
un punteggio compreso tra 60 e 70.
Parametro di Flesch-Kincaid (Flesch-Kincaid Grade Level
score)
Classifica la leggibilità del testo in base ai livelli della
scuola superiore degli Stati Uniti. Un punteggio di 8.0, ad esempio,
indica che il documento sarà compreso da uno studente dell'ottavo
livello. Per la maggior parte dei documenti standard è consigliabile
raggiungere un punteggio compreso tra 7.0 e 8.0.
Si possono impostare dalle “Opzioni” diversi stili di
scrittura: relazione, generico, tecnico, commerciale, giornalistico,
pubblicitario, personalizzato 1, 2, 3.
Nelle Impostazioni si possono individuare (e cambiare) i criteri
con i quali sono definiti gli stili, per esempio lo stile “relazione”
avrà un rapporto parole/punteggiatura 18, il limite dei numeri
scritti in lettere a 29 (ventinove, 30) la dimensione delle frasi
lunghe fissata a 44 parole, mentre lo stile “giornalistico”
avrà un rapporto parole/punteggiatura 14, il limite dei numeri
scritti in lettere a 9 (nove, 10) la dimensione delle frasi lunghe
fissata a 43 parole.
Interessante vero. Certo la frase breve (parametro di valore di
questi indici di matrice anglosassone) è un po’ in contraddizione
con quanto ci viene insegnato negli studi classici: il culto della
subordinata della subordinata della subordinata latina, e quindi
della lunga frase ben coordinata e concordata nei tempi e nei modi.
Esistono anche dei software che permettono di misurare automaticamente
l’indice Gulpease.
Lucisano Pietro, Misurare le parole, Kepos Edizioni, Roma
1993
E ancora l’articolo on line molto completo pubblicato Mastidoro
Nicola e Amizzoni Maurizio, Linguistica
applicata alla leggibilità: considerazioni teoriche e applicazioni.
Il linguista De Mauro sostiene:
Chi è impegnato nella comunicazione pubblica e chi redige
i testi delle leggi dimentica troppo spesso che parlare e scrivere
non significa mettere insieme una serie di parole, ma trasmettere
un contenuto agli interlocutori. Con le settemila parole di uso
comune, che almeno la metà degli italiani conoscono, si potrebbe
scrivere quasi tutta la Divina Commmedia. E rendere gli atti burocratici
più comprensibili.
Se usiamo
il vocabolario di base diciamo tutto e ci facciamo capire, su
“Teléma” rivista on line n. 19, inverno 1999/2000
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Le tecnologie: E-mail
…in linea teorica, non è impossibile che la comunicazione
in presenza sia contenutisticamente identica o quasi a quella che
si svolge secondo una diversa modalità, ad esempio attraverso
un testo scritto; anche la componente espressiva e fisiognomica
può essere ragionevolmente accolta nel testo scritto con
gli strumenti metalinguistici (forme di evidenziazione, ecc…)
di cui la scrittura dispone.
Calvani
Antonio intervista pubblicata on line sul sito Erickson
La E-mail (sta per Electronic mail) rivoluziona la forma “lettera”
introducendo delle funzioni proprie (sconosciute alla corrispondenza
cartacea) come: “rispondi o replay” che consente di replicare
ad un messaggio in modo conciso senza dover riscrivere quanto detto
nella mail precedente da chi ha avviato la comunicazione; è
possibile mantenere traccia con successivi “rispondi”
di tutto il rapporto intercorso tra gli scriventi. È possibile
comunicare collettivamente a più destinatari (la circolare).
È possibile arricchire la scrittura con il colore dello sfondo
e del testo.
È stato inventato un repertorio di segni (emoticons) ottenibile
con i normali caratteri alfabetici per arricchire in forma rapida
di connotazione emotiva lo scritto :-) che si leggono girando
di novanta gradi la testa ovviamente, perché la scrittura
può prestarsi ad equivoci soprattutto sul tono del discorso,
quel tono che siamo così ben addestrati a leggere immediatamente
nella comunicazione orale, ed è fatto di impostazione della
voce, di attese, pause, silenzi, concitazione, monosillabi, esclamazioni
ecc.
Un sito
americano ne cataloga ben 1895, ce ne sono di simpatici e intuitivi:
|
dalle espressioni
umorali di base |
|
ad altre più
complesse |
|
altre meno usuali |
|
a queste costruzioni
divertenti |
:-(
|
aggrottato |
( :+( |
spaventato |
:-II |
arrabbiato |
%-^) |
Pablo Picasso |
:-) |
smiley |
(:-) |
smiley |
:-O |
schoccato |
:-) :-(
:-) :-( |
depressivo |
;-)
|
sarcastico |
*^o^* |
eccitato |
:-f |
bleahh |
(8<|
|
Darth Vader |
:-/
|
storto |
:-. |
no comment |
,o^y |
sorride e parla |
:-| 8( )-
|
donna incinta |
|
 |
Per il telefono cellulare e il suo piccolo display da 160 caratteri
è nato un codice di scrittura fatto di abbreviazioni
I messaggini non possono superare i 160 caratteri; digitare
un messaggio dalla tastiera di un telefonino è molto più
lento e faticoso di quanto non lo sia dalla tastiera di un computer.
Ecco allora che gli SMS sono per loro natura brevi, brachilogici,
poco strutturati. In positivo possono essere una provvidenziale
scuola di sintesi e un’occasione per sviluppare la creatività,
escogitando ogni mezzo possibile per dire di più nel minor
spazio; in negativo, possono essere il luogo in cui domina la fatuità,
la comunicazione rapida ed occasionale.
Articolo di Maldura,
6 proprio 3mendo C 6 scem8? :-) Xché non vuoi venire + alla
festa? :-(
Il codice che sfrutta a fondo l’intero repertorio dei segni
e mescola abbreviazioni ed emoticons.
Le caratteristiche linguistiche e comunicative dei messaggini
ci fanno capire bene perché la nuova tecnologia ha attecchito
soprattutto tra i giovani: perché permette loro di riprodurre,
anche a distanza, le caratteristiche di fondo del loro parlato:
un parlato che vuole essere prima di tutto uno strumento per tenere
legato il gruppo, e per legarsi, o tenersi legati, ad esso; un parlato
ricco di smozzicamenti sintattici controbilanciati da un’alta
velocità di eloquio, con una forte significatività
della componente gestuale; un parlato che utilizza da tempo tratti
“economic”', come lo scorciamento delle parole lunghe
Tratto da Cortelazzo Michele A., «6 proprio 3mendo»:
dalla lettera ai messaggini in codice, Oralità, concisione,
assenza di sintassi: le caratteristiche di una scrittura «allegra»,
sul «Corriere della Sera», 19 agosto 2000, p. 29.
Alla scomparsa del telefonino e sostituzione dello stesso con qualche
altra diavoleria morirà anche l’SMS? La posta elettronica
sarà sostituita dalle caselle vocali? Perciò questi
sono fenomeni linguistici irrilevanti che non avranno vita e sviluppi!
Troppo presto per dirlo.
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Prodotti: oggetti grafici
Il fare cognitivo è quello dell’apprendista nella bottega
dell’artigiano: quest’ultimo non fa lezioni frontali,
mette in mano all’apprendista gli attrezzi del mestiere e lo
pone all’opera suggerendo e correggendo via via quando se ne
presenta l’occasione.
A scuola servono procedure e strumenti:
pertanto si possono definire strumenti tutte quelle strutture
che si esplicano per lo più graficamente, che permettono
di guidare un fare, che altrimenti risulterebbe non solo non ripercorribile
(anche mentalmente) ma neanche verificabile e difficilmente descrivibile.
Tabelle, grafi, schemi, organigrammi, diagrammi, mappe, modelli
possono essere strumenti logici per organizzare la conoscenza, per
formalizzarla, codificarla…
Talamo Alessandra, a cura di, Apprendere con le nuove tecnologie,
La Nuova Italia, Firenze 1998
Cosa sono questi oggetti grafici che accompagnano/esplicano/traducono/sostituiscono
la scrittura e che, grazie all’informatica, sono tecnicamente
alla portata di tutti? Occorre conoscerli perché la componente
visiva è predominante.
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Tabella
modello usato per creare uno schema di base per disporre il testo
o altre informazioni in serie di colonne e di righe,
come ad esempio un catalogo o un listino dei prezzi.
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Grafico
figura costruita in base ai princìpi
della geometria analitica per rappresentare le relazioni fra due
o più variabili o mutabili statistiche. Accanto ai tradizionali
diagrammi a coordinate cartesiane, si usano in statistica anche
diagrammi a coordinate polari, a raggi vettori ecc.
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Grafo
rappresentazione delle relazioni esistenti tra enti
diversi attraverso nodi (gli elementi) collegati da archi
(relazioni). Con la teoria dei grafi si possono trattare problemi
pratici di diverso tipo: viabilità, trasporti, programmi
per elaboratore, telecomunicazioni. Un problema classico della teoria
dei grafi è quello detto «dei ponti di Königsberg»
proposto da Eulero: nella città di Königsberg ci sono
7 ponti che collegano le due rive del fiume a due isolette. È
possibile compiere una passeggiata che partendo da un punto vi ritorni
dopo aver attraversato ciascun ponte una e una sola volta?
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Schema
rappresentazione semplificata, anche mediante segni
grafici convenzionali, di un fenomeno, di un oggetto o del funzionamento
di un apparecchio o simili; piano preliminare di un lavoro.
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Organigramma
descrizione grafica della posizione reciproca di
organi di un medesimoente, amministrativo o aziendale, specie con
riferimento alla loro gerarchia o alle loro funzioni.
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Diagramma
rappresentazione di un fenomeno per mezzo di figure
geometriche. Linea congiungente tutti i punti indicanti le varie
intensità o quantità con le quali un fenomeno si presenta
in un dato tempo o in una successione di tempi.
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Diagramma cartesiano
(o generalmente grafico) è uno schema, inserito
in un sistema di · coordinate cartesiane, che rappresenta
geometricamente l'andamento di una funzione o di un fenomeno, se
esso è descritto da coppie di dati (il tempo e la distanza,
il tempo e la temperatura, ecc.). Il grafico assume l'aspetto di
una curva o di una spezzata.

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Areogramma
è un diagramma a settori circolari utilizzato
per rappresentare parti di un insieme (percentuali); consta di un
cerchio (che rappresenta il 100%) nel quale settori circolari di
varia ampiezza rappresentano le percentuali relative ai dati raccolti.
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Istogramma
è un diagramma costituito da rettangoli contigui
(se essi non sono contigui si parla di ortogramma), di uguale base
e di altezza pari alla frequenza con cui si manifesta il fenomeno
in esame.

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Diagramma di flusso, o diagramma a blocchi
è una rappresentazione grafica dei «passi»
da compiere per giungere alla soluzione di un qualsiasi problema.
I diagrammi di flusso sono utilizzati sovente in informatica durante
la fase di progettazione di un programma per indicare con pochi
simboli e attraverso le frasi del linguaggio parlato, le operazioni
che verranno successivamente tradotte in sequenze di istruzioni.

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Mappa
rappresentazione grafica di una zona di terreno,
a grande scala e molto dettagliata.

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Modello
schema teorico elaborato in varie scienze e discipline per rappresentare
gli elementi fondamentali di uno o più fenomeni.

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Strutture cognitive
e mappe concettuali
Jorge Luis Borges scrive di un’enciclopedia
cinese che divideva gli animali in: a) quelli che appartengono all’imperatore,
b) quelli imbalsamati, c) quelli addestrati, d) i maialini da latte,
e) le sirene, f) gli animali fantastici, g) i cani randagi, h) gli
animali inclusi in questa classificazione, i) quelli che tremano
come se fossero matti, j) quelli in numero infinito, k) quelli disegnati
con un sottilissimo pennello di peli di cammello, l) gli altri,
m) quelli che hanno appena rotto un vaso di fiori, n) quelli che
da lontano sembrano mosche.
Riportato da Pinker Steven, Come funziona
la mente, Mondadori, Milano, 2000, p. 328.
Diversi sono i modi per classificare, ordinare,
catalogare il reale e l'esperienza e restituirla in forma simbolica:
le mappe concettuali sono tra questi strumenti di recente concezione
che mettono sullo stesso piano la comunicazione verbale e visiva.
Mappa concettuale (mc)
È uno strumento per organizzare e rappresentare
conoscenze. Include concetti, solitamente compresi dentro
cerchi o forme di altro tipo, e relazioni tra i concetti o proposizioni,
indicati da una linea di connessione tra due concetti. Parole sulle
linee chiariscono la relazione che intercorre tra due concetti.
Si definiscono concetti le regolarità percepite in eventi
o oggetti, o momenti topici di eventi o oggetti, designati da una
etichetta. L’etichetta per la maggior parte dei concetti è
una parola, abbastanza spesso si usano anche simboli come + o %.
Le proposizioni contengono due o più concetti connessi da
un’altra parola per formare un’affermazione significativa.
A volte queste vengono indicate come unità semantiche, o
unità di senso.
L’informazione è una correlazione fra due cose che nasce
da un processo regolare
Alcune valutazioni sull’utilità della
mc, che è sia a favore dei docenti che degli studenti. Ai
docenti è utile per la progettazione didattica e le connessioni
interdisciplinari che può innescare, per l’illustrazione
di concetti o argomenti; agli studenti è utile come visualizzazione
ed esplorazione di concetti già appresi o in via di costruzione,
nella fase espositiva degli stessi, per migliorare inoltre le capacità
argomentative e di sintesi. Per ambedue inoltre (e per noi) la mc
costituisce il passo iniziale per la produzione di ipertesti. Una
volta stesa la mappa la fase successiva sarà l’implementazione
attraverso le tecnologie verso il passaggio digitale e multimediale.
Le ricerche pìù recenti
della psicologia cognitiva hanno dimostrato che esiste una relazione
tra la struttura reticolare della mc-ipertesto e ed alcune rappresentazioni
mentali della conoscenza, che sono spiegate come rivoli selvaggi
che allagano alcune zone del nostro cervello. È l'idea di
"rete" come insieme di collegamenti tra informazioni anche
eterogenee, nodi, che sottende la struttura della mc.
Approfondimenti in Fasano Margherita
(a cura di) Concetti in rete, Masson, Milano 1998
Per iniziare è bene esercitarsi
su argomenti circoscritti, ad esempio un brano di testo, per passare
successivamente ad un testo lungo o libro, per approdare infine
ad una ricerca che può mettere insieme fonti diverse.
Ovvio che ogni lettore costruisce una interpretazione soggettiva
del testo in esame: ne scaturisce una mappa che individua e pesa
concetti in modo diverso, in relazione al contesto, alle conoscenze
alla capacità di rielaborazione.
Altro punto controverso è la definizione stessa di “concetto”
che è propriamente dibattito filosofico. Da De Vecchi Gérard,
Carmona-Magnaldi Nicole, Aiutare a costruire le conoscenze, La Nuova
Italia ed., Firenze 1999 riporto un sunto della tabella di pag.
211
Per gli insegnanti un concetto è
- L’essenziale, ciò che è
importante
- Gli stessi criteri che possono essere applicati
a livelli diversi, osservati su oggetti diversi
- L’esperienza vissuta nel concreto
- L’espressione minima di un’idea
- L’idea generale che cisi può fare
partendo da diversi casi particolari
- Una nozione
- Una definizione
Una nozione ben costruita nella nostra
testa che può aiutarci a comprendere meglio le altre cose
E se –sebbene non esista una risposta che possa considerarsi
del tutto soddisfacente- molti avessero in parte ragione?
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Come si fa
Ci sono diverse modalità: riporto
quella che sembra più soddisfacente a mio parere.
Nel caso di un allestimento manuale
si procede utilizzando un foglio di carta grande e dei cartoncini
o post-it: si scrivono le parole concetto selezionate o individuate
dal testo/i in argomento e si dispongono in modo gerarchico i foglietti
in modo da impostare la struttura della rete: il concetto più
generale in alto e a cascata i successivi.
Si procede per tentativi fino ad ottenere
la configurazione ottimale (e ordinata). Si fissano i cartoncini
sul foglio e si collegano con le linee sulle quali si scrivono le
parole legame, relazioni tra i concetti o proposizioni che possono
essere costituite da una o più parole. Non è indispensabile
che la parola scelta come concetto o proposizione sia effettivamente
contenuta nel brano/i può essere dedotta dal contesto o frutto
di interpretazione. Riassumendo le fasi operative sono:
- analisi del testo/i
- individuazione dei concetti
- trascrizione sui cartoncini
- individuazione dei livelli gerarchici e dei criteri
di usati per definirli
- disposizione visiva sul piano e correzione delle
posizioni
- disegno delle frecce e scrittura delle parole
legame
- eventuale uso di colori per individuare segmenti
o “rami” significativi della mc
È importante individuare la gerarchia
concettuale dei concetti ed evidenziarla posizionalmente. Una mappa
confusa, a ‘ragnatela’, è indice di scarsa strutturazione,
nella costruzione della mc anche l’ordine o il disordine visivo
assume un senso.
Nel caso il ramo di una prima mappa (che chiameremo macro-mappa)
si addensi o allarghi in modo eccessivo, sbilanciandola, è
necessario ricorrere ad una seconda mappa (micro-mappa): in questo
caso particolarmente importante diventa l’uso identificativo
del colore.
Molto utile il confronto tra di verse mc sviluppate da studenti
diversi sullo stesso argomento perché si sviluppa la capacità
di autovalutazione e giustificazione del proprio punto di vista
assieme alla comprensione della relatività dello stesso.
Esistono software specifici, Win e Mac,
per costruire le mappe. Ne parleremo in presenza.
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Prodotti:
giornalino d’istituto
È una buona palestra di scrittura
collaborativa, nella redazione è l’argomento di confronto
e di sviluppo di positive dinamiche di gruppo; è uno strumento
di qualificazione esterna dell’istituto, infine è il
campo di applicazione di conoscenze informatiche e il pretesto per
acquisirne altre. Gli insegnanti di materie artistiche potrebbero
essere chiamati per lavorare nell’èquipe di redazione
e a curarne grafica e impaginazione.
Si può cominciare a impaginare
con un programma di videoscrittura come Word (che offre anche possibilità
di impaginazione non elementare, ma non consente una uscita diretta
–fotounità- per la tipografia) se si progetta una uscita
in fotocopia o a bassa qualità, per approdare a software
specifici per l’impaginazione come Microsoft
Publisher o Quark
Xpress.
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