Per la loro attività, i muscoli necessitano non solo dell’impulso nervoso, ma anche dell’apporto di sostanze nutritive e principalmente di idrati di carbonio e dell’ossigeno. Queste sostanze vengono portate al muscolo dal sangue. Nel muscolo in attività le sostanze nutritive vengono bruciate dall’ossigeno e ridotte in anidride carbonica e acqua. Questo processo di combustione determina lo sviluppo di energia che permette al muscolo di funzionare.
Contemporaneamente alla produzione di energia si genera anche calore; per questo una persona che svolge attività fisica ha nello stesso tempo una sensazione di caldo.
Se la fatica fisica si prolunga, nei muscoli si manifesta una condizione di stanchezza: si accumulano i cataboliti e i prodotti intermedi della combustione muscolare, i quali determinano un danno al tessuto rendendo difficile la continuazione del lavoro. I muscoli si riprendono e possono continuare il lavoro soltanto quando queste sostanze di rifiuto siano state completamente eliminate. Quando il lavoro protratto a lungo determina un affaticamento della muscolatura, si ha una reazione dolorosa in corrispondenza della zona colpita, che viene chiamata “mialgia da sforzo”. Nel muscolo costantemente tenuto in condizioni di allenamento, si determina un’ipertrofia delle fibre muscolari, alla quale si accompagna una migliore irrorazione sanguigna della massa muscolare stessa. L’effetto di questa ipertrofia (aumento di volume) muscolare si manifesta con un aumento della capacità lavorativa e quindi della forza del muscolo. Viceversa una deficiente attività muscolare può condurre all’atrofia del muscolo (diminuzione del volume).