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IL
CERCHIO
(di
Jafar Panahi, con Fereshteh Sadr Orafai, Nergess Mamizadeh,
Fatemeh Naghavi)
E'
nera la nascita che apre il cerchio, come il chador, e le
porte di una prigione che si chiude su una stanza nera.
L'oscurità avvolge le scene del film del quarantenne Jafar
Pahani (già noto come aiuto regista di Abbas Kiarostami),
vincitore del Leone d'Oro alla Mostra del cinema di Venezia
e della censura nel suo paese. Pullulante di fantasmi scuri
che corrono per le strade accecanti di una Teheran assediata
e trafficata, palpitanti al ritmo serrante della persecuzione;
strade-labirinto precluse all'altro genere di umanità: stridenti
contrasti con la pittura ad olio di uno scenario campestre,
finestra su un campo felice, teatro di giochi di bimbi-angelo.
Una
catena umana di carbone salda, in tempo reale, la struttura
narrativa del film e i destini comuni, che corrono, scappando
da un perenne inseguimento, passando il testimone di generazione
in generazione: dalla sala parto, alla prigione: un solo
colore e marchio: essere donna in Iran.

E
senza neppure una sigaretta.
*Silvia*

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