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Conclusioni
Anche se la pratica del
video d¹artista non è riuscita ad affermarsi in modo
specifico attraverso l¹eccezionalità del lavoro di
qualche personalità effettivamente forte, come abbiamo
potuto osservare essa ha comunque caratterizzato la situazione
artistica italiana della prima metà degli anni Settanta
attraverso un uso generalizzato e sperimentale, che ha permesso
ed alimentato lo sviluppo in direzione di una espansione
ambientale e di una commistione di diversi materiali e mezzi
del mondo dell¹arte, propria degli anni Ottanta. Inoltre
anche se solo pochissimi utilizzeranno il video in modo
creativo con una certa continuità, impegnandosi in
una ricerca specifica e di alto livello sul mezzo e intorno
al mezzo (e Plessi può essere considerato uno di
questi), dobbiamo comunque riconoscere che tale pratica
continuerà a stimolare e nutrire la ricerca di alcuni
artisti, quali ad esempio Baruchello o Patella, che saltuariamente
vi si dedicheranno e che ancora oggi si propongono attraverso
delle interessanti opere in video di una notevole qualità
inventiva, oltre che estetica203.
Gli anni Settanta caratterizzano
quindi una situazione italiana in rapporto al video in cui,
nonostante le premesse e gli importanti precedenti, e nonostante
l¹uso diffuso di tale mezzo da parte degli artisti, non
è possibile parlare di una "videoarte"
propriamente detta, come invece avviene in ambito internazionale,
e come si delineerà anche in Italia solo a partire
dagli anni Ottanta.
Inoltre dobbiamo riconoscere
che con la fine degli anni Settanta viene meno anche quel
particolare clima culturale e artistico che consentiva lo
spostarsi continuo e "incoerente" tra un mezzo
e un altro, per cui si poteva sperimentare il video, come
la fotografia, come il cinema, o la pittura, muovendosi
appunto liberamente tra un ambito e l¹altro, senza limiti
estetici, stilistici o di mercato. Con gli anni Ottanta
si assiste a uno spostamento di interesse da parte della
ricerca artistica, sia internazionale che italiana204,
per cui anche l¹uso del video da parte degli artisti cambia
in direzione di un progressivo specialismo, proiettato verso
quella che sarà una "videoarte" matura
e competitiva, rispetto alle proposte qualitativamente alte
della produzione "videoartistica" internazionale,
e ormai completamente distante dalle motivazioni e dalle
vicende del video d¹artista del decennio precedente.
Sicuramente qualcosa è
profondamente cambiato nel passaggio dagli anni Settanta
agli anni Ottanta, e ciò ha determinato anche il
limite di intervento di questa ricognizione, da me posto
appunto in corrispondenza di tale "frattura",
la quale però in realtà non è così
netta e priva di sfumature, e se viene qui proposta come
tale è soprattutto per motivi di comodità
storiografica. Inoltre il limite degli anni Settanta, da
me posto a questa ricognizione, è dettato anche dall¹aver
verificato che sulla vicenda videoartistica italiana degli
anni Ottanta esiste già una buona trattazione ad
opera di critici e studiosi quali Fagone, o la Valentini,
ma anche studenti quali C. M. Di Lorenzo o C. Klinguely205.
Gli anni Ottanta, come abbiamo
detto, si aprono quindi con una diversa attenzione allo
sperimentalismo e all¹uso di quei mezzi che sono stati sicuramente
figli del clima di "sconfinamento" proprio degli
anni Sessanta e Settanta, per cui, come scrive Rossana Bossaglia
in un articolo del 1980, dal titolo L¹arte attraverso
la Camera incantata: "Può anche essere che
l¹avvenire dell¹arte, come alcuni sintomi, lascerebbero
intendere, vada in altra direzione da quella indicata dallo
sperimentalismo degli ultimi dieci anni; e che si torni
a privilegiare l¹opera-oggetto sull¹opera-evento".
Ma, continuando con Bossaglia: "Appare difficile tuttavia
che l¹artista di tendenza "figurativa" scarti
dal suo armamentario di mezzi espressivi quelli offertigli
dalle tecniche riproduttive foto-filmiche; che volti le
spalle alla fluidità raggiunta dal messaggio attraverso
la registrazione che si protrae nel tempo e che è
trasmessa in vari tempi; che rinunci a cuor leggero a quell¹unificazione
e somma dei linguaggi cui aveva teso come al punto massimo
di pienezza comunicativa, puntando sulla coincidenza e coesistenza
di suono-immagine, oggetto-gesto, procedimento meccanico
e libera manualità"206.
Parole queste che aprono uno spiraglio, e un nuovo capitolo,
al rapporto tra arte e video, gettando un ponte che ha attraversato
questi ultimi vent¹anni, e che ancora oggi si muove alla
ricerca di un momento di verifica.

Note
- 203. Per Baruchello
cfr. la videografia presente nel catalogo della mostra
Baruchello, a cura di C. Subrizi, op. cit., 1997, pp.
113-114; per Patella cfr. Videografia in Luca M. Patella,
con & senza peso, op. cit., 1994.
- 204. Come afferma Fagone: "Il ritorno
alla materialità delle immagini dipinte che si ha alla
fine degli anni Settanta e la perdita di velocità delle
ricerche immateriali e comportamentali nell'area visuale
(si pensi al declino della performance) coincidono con
l'abbandono del video da parte di alcuni artisti e con
una larga disaffezione da parte degli spazi avanzati di
promozione artistica. Questa situazione, che stabilisce
anche un naturale processo di selezione rispetto a molte
curiosità esterne e disinvolti opportunismi [!? N.d.r.],
libera la ricerca video da una dipendenza troppo stretta
verso l'area visuale" (in Il Novecento di Nam June Paik,
op. cit., 1992, p. 25).
- 205. Cfr. V. Fagone, Il fuoco e il neon.
Arti visuali e ricerca video nella prospettiva degli anni
Novanta. Studi, cronache, note, in L'immagine video, op.
cit., 1990, pp. 81-230; V. Valentini, Taormina Arte, Rassegna
Internazionale del Video d'Autore, dalla I alla X edizione,
1987- 1994; M. M. Gazzano, La videoarte in Italia, in
Speciale Video, Supplemento al n. 2-3 di "Immagine & Pubblico,
apr.-sett. 1990, a cura di G. Toti e M. M. Gazzano; inoltre
C. M. Di Lorenzo, Videoarte in Italia 1979-1990. Gli artisti,
le rassegne, i critici, Tesi di Laurea, A. A. 1995/96,
Università di Roma La Sapienza; Cristina Klinguely, Spazio-reale/Spazio-virtuale:
La videoarte. Sviluppi della videoelettronica, Tesi di
Laurea, A. A. 1992/93, Politecnico di Milano.
- 206. L'arte attraverso la Camera incantata
di R. Bossaglia, in "Corriere della sera illustrato",
anno 4, n. 22, 31 maggio 1980, p. 36.

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