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Chi sono

Hello, my name is...

E così, vi interessa sapere chi sono?! Beh, vediamo... Mi chiamo Marcello (l'avevate capito? Da dove?), ma potete chiamarmi Mac (avevate capito anche questo? Siete dei fenomeni!), così risparmiate. Potete pronunciarlo come volete, neanch'io ho capito qual'è l'esatta dizione.

Sommario :

    Parte prima - Il mio nome

  1. Perché MacMan: dove scoprirete perché il mio nome di battesimo non mi bastava;
  2. Parte seconda - La mia vita

  3. Da dove vengo: dove vi spiego dove sono nato, cresciuto, e dove ancora sto (insomma da dove non mi sono mai mosso di un centimetro);
  4. 10 Print, 20 Goto 10: dove vi illustro brevemente l'unica cosa che so fare (e neanche tanto bene);
  5. Il curriculum scolastico: in cui capirete perché non so fare nient'altro;
  6. Psycho: dove scoprirete se sono pazzo (almeno ufficialmente);
  7. Il milite igno... bile: in cui vi narro le mie gesta nell'Esercito Italiano;
  8. Universitas: in cui vi racconto della mia decennale esperienza universitaria;
  9. Tesi: in cui vi illustro il mio progetto che (non) cambierà il mondo dell'informatica;
  10. Red Hat: dove vi spiego come sono passato da un cappello sulla testa ad un cappello nel computer, e di come il mio look ne abbia grandemente guadagnato;
  11. Oggi...: in cui la storia raccontata sopra si incanala verso l'ovvia conclusione.
  12. Quadro riassuntivo per chi ha molta fretta...

Perchè MacMan?

Ho pensato di chiarire da dove proviene il mio nickname, non perchè sia una cosa particolarmente interessante (in effetti è di una idiozia senza pari), ma perchè questo Mac sembrerebbe sottintendere molte cose, ad esempio che potrei essere scozzese, o utilizzare un Macintosh, o essere un tifoso della McLaren.

Niente di tutto questo!

Il mio nickname originario è nato quando giocavo con il mio buon vecchio Amiga 500. Avevo un gioco, un vero gioiellino come oggi non ne fanno più, che si chiamava Nitro ed era prodotto dall'ancora esistente Psygnosys (spero che il nome sia scritto giusto). C'è stato un periodo in cui il gioco mi aveva davvero preso completamente. Dopo aver passato un paio di settimane per riuscire a padroneggiarlo, ero riuscito finalmente ad arrivare regolarmente alla fine del gioco.
Il programma salvava gli hi-score su disco, così iniziai una competizione con me stesso, alla caccia del punteggio più alto che riuscissi a fare. Come in ogni arcade che si rispetti, accanto al punteggio record si scriveva il proprio nome, o meglio una sigla di tre lettere. Io scrivevo sempre MAR (poco originale...) ma a forza di giocare l'elenco degli hi-score si era riempito di questi MAR, tanto che ero arrivato al punto di non riuscire a capire qual era l'ultimo punteggio che avevo realizzato! Cercai, variando l'ultima lettera della sigla, un nome alternativo, per rimediare all'inconveniente, e mi capitò subito questo MAC.

Il nickname mi piaceva molto di più di MAR, così lo elessi nickname ufficiale. Solo poco dopo scoprii una cosa interessante, cioè che M, A e C sono le sole tre lettere in comune tra il mio nome e il mio cognome. Provate!

MArCello
MAnCini

Cominciai così a spacciare questo fatto come spiegazione ufficiale della mia scelta per questo nickname.

Il MAN che viene dopo l'ho appiccicato al MAC originario al momento di scegliere il mio primo indirizzo email: in principio volevo qualcosa tipo "macmancini" (come quello che ho adesso, infatti), ma Tin, il mio primo provider, supporta solo user-id lunghe da 6 a 8 caratteri, così optai per "macman".
Ho poi scoperto che un personaggio di nome MacMan, scritto esattamente così, compare in un racconto dello scrittore Dashiell Hammet, famoso autore di gialli. Se poi provate a fare una ricerca del nome MacMan con Yahoo! o su ICQ, troverete almeno una decina di corrispondenze. Questo per dire che il miscuglio che è venuto fuori ha, nonostante la strada lunga e tortuosa che ha portato alla sua nascita, un minimo di senso...

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La mia vita, in una versione romanzata ed ampiamente rimaneggiata per l'occasione

Da dove vengo

Vivo a Brescia, una ridente e graziosa città del Nord Italia che gli abitanti chiamano affettuosamente "La città delle nebbie", per motivi quantomai oscuri. Abito in località amena che già respira l'imminente Val Trompia, zona pesantemente urbanizzata con una quantità di industrie incalcolabile, anche perché i fumi tossici nero-bluastri che producono le circondano nascondendole totalmente alla visuale. E' curioso notare che tali fenomeni gassosi non profumano di lillà. Comunque non è vero che l'aria è inquinata. Una volta ho visto addirittura una stella. No, aspettate, ora che ci penso, doveva essere la luce di posizione di un caccia che volava a bassa quota...

Le finestre della casa in cui risiedo offrono un panorama che non esiterei a definire mozzafiato (la Val Trompia incombe...), ed è impreziosito dalla strada provinciale "Via Triumplina" che vanta l'ambito primato di strada tra le più trafficate in Italia. La Via Triumplina, che qui è conosciuta anche con il vezzeggiativo "Triumplina", raccoglie una densità di automobili equivalente a quella dell'Autostrada del Sole, però su una superficie asfaltata ampia meno di un quarto. Se a questa aggiungiamo gli incroci a raso, con cartelli di Stop che gli utenti della strada interpretano come suggerimenti, risulta subito evidente che lo spettacolo del maestoso passaggio delle ambulanze e dei carri attrezzi è praticamente costante.

E' in questo ambiente sano e a dimensione di bambino che sono cresciuto, in altezza come in larghezza e profondità, e questo ambiente ha sviluppato in me alcune utili abilità, come il riuscire a schivare i TIR lanciati in rettilineo a piena velocità, oppure la perfetta padronanza degli strumenti atti ad alleviare i sintomi dell'asma.

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10 Print, 20 Goto 10

Il computer entra nella mia vita quando ho appena otto anni. Tutte le altre esperienze importanti sono ancora compostamente in attesa di entrare anch'esse nella mia vita. Ma le conoscenze che accumulo con l'uso delle più avanzate tecnologie (Commodore 64) sin dalla più tenera età mi permette di sviluppare nuove speciali capacità, che mi saranno molto utili anche nel mondo del lavoro: innanzitutto apprendo, dopo anni di studio, la sottile arte del premere SHIFT+Run/Stop per avviare il lettore a nastro del C64; poi, vengo introdotto alla programmazione, soprattutto di videogiochi. I miei giochi "Dadi" e "Dadi II", seguiti dai fortunati "Dadi III", "Dadi IV" e dal mio cavallo di battaglia, "Dadi V", mi hanno definitivamente consacrato come leader nella programmazione dei giochi d'azzardo in BASIC che hanno nel titolo dei numeri romani. Una scelta intelligente, quella di dedicarmi ad un settore decisamente di nicchia. Tra i miei fan, non posso non citare mia nonna, che però curiosamente non ha mai organizzato un fan-club in mio onore. Il nome dell'altro fan non me lo ricordo. Però ho il vago sospetto che fossi io...

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Il curriculum scolastico

La scuola ha senz'altro contribuito a formarmi come persona. Alle medie ero tra i primi della mia classe, anche perchè il novanta per cento dei componenti la classe aveva coraggiosamente deciso di astenersi dallo studiare. Ma le scuole medie, anche grazie alle quattro ore in più della sperimentazione del tempo prolungato, mi hanno offerto la possibilità di studiare materie alternative: il teatro (memorabile la mia intepretazione dell'albero), l'informatica (è in quegli anni che ho iniziato a sviluppare "Dadi VI", la mia opera più ambiziosa, che però è rimasta incompiuta) e soprattutto, la ripresa video, in cui imparo ad utilizzare una spettacolare telecamera, residuato bellico delle guerre puniche, del peso complessivo di novanta chili (perchè occorreva un'altra persona per trasportare l'unità di registrazione!).
I miei professori, alla fine delle medie, mi suggerirono per il mio futuro due possibili alternative: il liceo scientifico (per le mia capacità nell'utilizzo del mezzo informatico) o la scuola per soprammobili professionisti di Cazzago di Bornato (per la mia fama di "bambino buono").

Dopo una lunga e attenta riflessione, decisi di accettare il primo suggerimento, ed è così che entrai nella classe A sperimentale matematico fisico informatico naturalistico del Liceo Scientifico "A. Calini" (a dire la verità, ci volle anche una buona raccomandazione...). Lì incontrai cose e persone che hanno cambiato la mia vita (in peggio, se possibile):

Il radon
un gas radioattivo, che invadeva la biblioteca;
L'Eternit
sostanza a base di amianto, pericoloso come una Formula 1 in mano a Eddie Irvine, in quanto altamente cancerogeno (no, non Eddie, l'Eternit!);
Il Druido di Shannara
che aveva per l'occasione smesso la tunica scura per mettere i panni del professore di fisica. Il mio voto medio in fisica era 4,36, e ricordo con piacere un episodio: dopo un compito in classe, il 97% degli studenti non era andato oltre il 4, pari al voto minimo; lui ne prese atto e, nella sua infinita magnanimità, decise di cambiare il voto minimo, portandolo al... 3!
Il virus RPS2
che ha fottuto (scusate il termine tecnico) la mia tesina di informatica due giorni prima dell'orale per la maturità (benedetti backup!!!)

Ma soprattutto è lì che ho conosciuto i miei compagni di classe (d'altra parte, in quale altro luogo avrei potuto conoscere i miei compagni di classe?), un elenco di brutti ceffi, tra i quali figuravano il Franz detto lo Zio, il Greo, il Barber, Sak Attack, Marco Red, Chicco, Giagi e un altro nugolo di persone che non cito, anche perchè non me le ricordo (STO SCHERZANDO!!!).

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Psycho

Tali incontri mi portarono a nuove ed emozionanti esperienze, tra le quali la più notevole e divertente è senz'altro la lunga serie di visite allo psicologo della mutua (l'avevate sospettato?). Dopo aver impiegato alcune settimane per capire dove ca%%o fosse quel maledetto studio, mi apprestai a sottopormi all'accurato studio dello strizzacervelli. Se non avete mai usufruito dei servizi (igienici!) di tal losco figuro, vi illustro brevemente in cosa consiste una sua visita. In fondo Internet serve anche ad informare...

Mentre il tipo vi guarda dall'altro lato della scrivania, voi parlate della vostra vita, dei rapporti con i vostri amici o con i vostri familiari, e delle vostre attività favorite, naturalmente mentendo costantemente; lui, che ha una particolare abilità nel farvi credere che vi stia ascoltando, vi lascia fare, scarabocchiando l'apposito blocco degli appunti quando si ricorda di averlo in mano, o quando si sveglia, e butta lì ogni tanto brillanti considerazioni del tipo: "Io il computer non so nemmeno da che parte si accende".

Poi un giorno vi fa vedere una serie di macchie colorate su fogli di carta plastificata, sottoponendovi ad un test il cui nome è oggetto di un apposito esame per i laureandi in psicologia. E quando voi finite per chiedervi se non siete completamente matti, se vedete il volto amichevole e simpatico di una drosophila melanogaster nelle suddette macchie colorate, lui viene fuori dicendo: "Deduco che sei ansioso", dopodichè vi butta fuori dallo studio, vi dice di non tornare più, ed archivia la vostra pratica nel secchio della spazzatura posto sotto la scrivania. C'è da restare traumatizzati! Ed è così che si spiega gran parte di questa home-page.

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Il milite igno... bile

Nel frattempo gli anni passavano. Arrivò anche per me il momento della visita del milite. Però, come avrete capito, io non sono un essere umano come tutti: per convincersi del fatto che sono una forma di vita compatibile con quella umana, ai simpatici militari è occorso un po' di tempo: i canonici tre giorni sono diventati nove (!!!), con visite ai più moderni ed accoglienti ospedali militari del Nord Italia. Alla fine, mi sono ritrovato nella fila degli sfigati che attendevano un timbro su un foglio di carta per poter essere dichiarati militesenti: ho solo una persona davanti a me, quando vengo di peso estratto dalla fila, portato in un ufficio di 2.3 metri quadrati, e dichiarato senza ombra di dubbio alcuna abile e arruolato, prima scelta! Dal momento del primo giorno di visita, erano passati qualcosa come 370 (trecentosettanta!) giorni.

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Universitas

Ma siamo praticamente arrivati ai nostri giorni. Presa la maturità, con lo stratosferico voto di 48/60, mi sono buttato senza indugio nel luogo che faceva naturalmente seguito ai miei trascorsi scolastici: no, non un impiego da spazzino, ma l'università! Facoltà di ingegneria, corso di laurea in ingegneria elettronica, orientamento informatico, vecchio ordinamento. Solo per imparare tutto questo ho impiegato quindici giorni. Ma ne è valsa la pena perché da allora non ho (quasi) più sbagliato l'aula per seguire le mie lezioni.

D'altronde non avevo altra scelta, la mia abilità di calcolo (sono tuttora convinto che 60 per 60 fa 1200) mi precludeva le materie prettamente scientifiche, tipo fisica e matematica, quelle insomma dove c'è da saper contare fino a dieci e viceversa. Inoltre, ero pienamente convinto che la mia manualità con il computer, che consiste nella grande disinvoltura nella formattazione del disco fisso e nell'incredibile abilità di installare i videogiochi, dovesse portarmi obbligatoriamente ad un lavoro in cui il calcolatore fosse lo strumento nonchè il soggetto principale. Così non erano neanche da prendersi in considerazione orientamenti più umanistici, e nemmeno l'economia. Ingegneria, dunque.

Il mio esordio fu tra i più brillanti: iniziai le lezioni con 10 giorni di ritardo perché avevo capito che avrei dovuto cominciare a fine Ottobre, invece l'inizio era a fine Settembre! Chi ben comincia...
Ed infatti i primi anni di studio furono avari i soddisfazioni e di firme sul libretto. Prova ne sia l'avvincente racconto del mio fortunoso superamento dell'esame di Analisi 1, che potete leggere in un'altra pagina.

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Tesi

Anni dopo però arrivai alla sorprendente conclusione che per passare gli esami è utile studiare, almeno un pochino, giusto un'infarinatura... Applicando questo innovativo metodo di studio passai da una situazione-esami imbarazzante ad una decente, poi passabile, poi incoraggiante, e infine mi resi conto che, con solo due esami da dare per concludere il mio piano di studi, era arrivato il momento di cercarmi una Tesi!

Se siete arrivati fino a qui avrete capito che per me anche questa fase della mia vita doveva essere strana e anomala.

La tesi partì sotto i migliori auspici: l'argomento non solo era interessante, era "figo" e "alla moda" e riguardava la sfera della sicurezza informatica. Neo, puoi andare in pensione.

Mi buttai nel lavoro pieno di entusiasmo con l'idea di fare un lavoro il più possibile pulito e accurato, sfruttando al massimo il tempo a mia disposizione. Dopo un periodo di piccoli ma evidenti passi in avanti verso il raggiungimento degli obiettivi prefissati, il lavoro giunse ad una fase di stanca: ma si trattava di una fase subdola, perché non è che non riuscissi a combinare niente. C'era un problema che non riuscivo a risolvere, ma quasi ogni giorno scorgevo spiragli per venire fuori dall'impasse: purtroppo ogni tentativo falliva, ma da ognuno di essi traevo lo spunto per un approccio diverso al problema, e quindi nuove speranze di venirne a capo.

Così facendo mi ritrovai, quasi senza rendermene conto, a corto di tempo e con ben poco di concreto in mano. Il mio relatore prese atto del mio fallimento, riconoscendo che la causa non era certo nella mancanza di impegno. Fummo così costretti a modificare radicalmente il progetto iniziale, praticamente disintegrando il lavoro che avevo fin lì svolto.

Il nuovo progetto era, se possibile, ancora più "figo" e comportava l'uso di un software sviluppato niente meno che dall'Agenzia per la Sicurezza Nazionale USA! Praticamente ero a un passo dall'andare in università in trench nero e occhiali da sole senza stanghette. Furono solo la temperatura di 35° C e l'evidente assenza del physique-du-role per interpretare Morpheus che mi fecero desistere.

La nuova fase della tesi partì lentamente ma poi prese abbrivio e iniziò a darmi qualche soddisfazione. Per fortuna, perché il tempo a mia disposizione era davvero limitato. Ma le sorprese non erano ancora finite. Finalmente riuscivo a mettere insieme la mia versione del sistema di difesa dagli attacchi informatici che mi ero prefisso di sviluppare, e pochi test mi convinsero che esso era perfettamente inutile! A quel punto avevo solo il tempo sufficiente per redarre la parte scritta della tesi, cioé dovevo descrivere e analizzare il sistema in cui avevo creduto, su cui avevo tanto lavorato e che mi aveva completamente deluso!

Per fortuna il mio relatore era un tipo veramente in gamba: ha capito che tipo di persona sono, mi ha aiutato a rimettermi in pista, e mi ha spinto a completare la tesi in tempo, rendendola leggibile e interessante. Alla fine è venuto fuori un lavoro di cui sono stato soddisfatto e che anche la commissione d'esame ha apprezzato. Va bene, non mi farà vincere il Nobel e nemmeno diventare ricco, però grazie a questa tesi la laurea me l'hanno data!

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Red Hat

Durante gli anni dell'università ho passato un periodo ferrarista. Sono anche stato a Monza, nel 96, per le prove del sabato, e lì ho comprato il cappello della Ferrari che ho portato sempre con me per un certo periodo di tempo. Quel pezzo di stoffa rossa è stato sulla mia capoccia per circa di quattro anni, ed alla fine era ridotto così male, con fili di provenienza ignota che sbucavano da ogni dove, che per non rinunciarvi ho dovuto sostituirlo con una controfigura nelle scene più pericolose, come ad esempio quando dovevo metterlo in testa.

Alla fine però, un po' per le condizioni pietose dell'oggetto, un po' per noia, ho smesso di portare il mio cappellino; per come la penso oggi della Formula Uno in generale e riguardo alla Ferrari in particolare, penso che non lo metterò mai più...

Ma il cappello rosso è rimasto a caratterizzarmi, passando dalla mia testa al mio PC. Infatti da Novembre 2001 il mio sistema è Penguinpowered, cioé equipaggiato con il sistema operativo Linux, e la prima distro che ho utilizzato è stata RedHat. Sono orgoglioso di poter dire che per ogni utilizzo "serio" del PC mi avvalgo esclusivamente di Linux, mentre Windows resta praticamente solo per far funzionare alcuni giochi.

Oggi sono un soddisfatto possessore di un sistema Kubuntu Linux, a cui ho da poco affiancato un'installazione Gentoo Linux.

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Oggi...

Oggi sono impiegato come programmatore ABAP (si veda alla voce SAP) presso una piccola ma attiva azienda di consulenza di Brescia. Sono ancora alle prime armi ma imparo velocemente e sono già in grado di fare qualcosa di utile. :-)

Intanto, dopo un periodo di stasi dovuto ad impegni più importanti, ritorno a dedicarmi alla redazione della mia home page, con particolare attenzione alla storia della mia vita (qui presente) e alla pagina delle traduzioni dei testi dei miei album rock preferiti. Sono anche (meglio, dovrei essere) contributore di un fotoblog internazionale condiviso, che è molto carino ed interessante e che nessuno visita mai, uffa. :-)

Nel tempo libero, quando non seguo Superbike, MotoGP e vari altri sport motoristici (non la Formula Uno), mantengo i miei sistemi Linux, progetto di realizzare qualche programma utile o un piccolo videogioco (che prima o poi inizierò davvero), e gioco a fare il regista montando in digitale film per gli eventi importanti dei miei parenti, come matrimoni e cerimonie simili. Poi ascolto il mio prog-rock anni '70, leggo i miei libri preferiti, e mi guardo la trilogia di "Lord of the Rings" in versione speciale estesa!

Bene, siete arrivati intatti alla fine della storia della mia vita. Se state leggendo queste parole, vi prego di mandarmi una mail spiegando i motivi del vostro gesto, poi consultate un legale (se volete denunciarmi, non si sa mai) e lo psichiatra (se avete letto TUTTA la storia della mia vita dovete essere davvero molto disturbati...). Vi inserirò senza indugio in una pagina appositamente composta (ma tanto non accadrà)!

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Segue un breve riassunto...

Dati principali:

Nome:
Marcello
Cognome:
Mancini
A.k.a.:
Mac, MacMan (nei newsgroup e nei videogiochi), Mancio, "Ehi tu"
Data di nascita:
12/12/1977
Laurea:
Ingegneria Elettronica, Vecchio Ordinamento, orientamento Tecnologie Informatiche, conseguita presso l'Università degli Studi di Brescia nell'Ottobre 2005
Settori di interesse:
Programmazione, amministrazione di sistemi, reti, sicurezza
Tesi:
"Studio e sviluppo di tecniche di protezione evolute in un'architettura basata su hardening e virtual honeynet"
Che significa...
Studio ed evoluzione di un software per la protezione di un server Internet da attacchi informatici remoti, che si basa sulla creazione di una rete virtuale di host Linux potenziati con l'architettura di sicurezza SELinux.
Attuale occupazione:
Programmatore ABAP - contratto a tempo indeterminato

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by Marcello Mancini

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