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Il "gladiatore" Mantilla conquista Roma

11-05-2003

Felix Mantilla, quasi ventinove anni, di Barcellona, alla vigilia appena n. 47 Atp e per questo escluso dalle teste di serie, ha vinto il Masters Series di Roma, di gran lunga il più prestigioso dei suoi dieci titoli in carriera. Lo spagnolo si era piazzato in semifinale al Foro Italico nel '99, così come al Roland Garros nel '98, mentre era stato finalista ad Amburgo nel '97. Mantilla, considerato da gran parte dei tecnici niente più che un onesto pedalatore terraiolo, ha dimostrato, lungo il corso del torneo, di meritare una stima maggiore. Oltre a disporre di due eccezionali polmoni, è un giocatore intelligente e dal gran carattere, capace di adattarsi alle situazioni che il match, di volta in volta, gli propone, dotato, inoltre, di un ottimo rovescio e di colpi passanti fuori dalla norma. Il catalano si è simpaticamente paragonato al Russell Crowe de "Il Gladiatore", per il look barbuto e la capacità di lottare: in ben quattro dei cinque incontri (fa eccezione il secondo turno con Fish) che lo hanno condotto alla finale, è stato costretto al terzo set ed è sempre uscito vincitore, recuperando anche situazioni molto difficili (come nella semifinale con Kafelnikov, che ha servito per il match sul 6-4 6-5).
In finale, Mantilla ha avuto la meglio su Roger Federer, che si era presentato all'incontro da grande favorito, in virtù del suo gioco brillante e di un futuro che si prospetta radioso. Reduce da dieci vittorie consecutive sulla terra (la settimana scorsa aveva vinto a Monaco), l'elvetico non è riuscito a ripetere le belle prove dei turni precedenti: ha commesso troppi errori gratuiti, mancando più di un'opportunità per far girare, almeno parzialmente, il match. Dopo aver fermato nei quarti la bella marcia di Volandri, Federer si era imposto, in semifinale, su Ferrero, ritiratosi per l'aggravarsi di un problema alla spalla destra. Lo spagnolo, numero 2 del seeding, qui vincitore nel 2001, aveva conquistato i favori generali del pronostico, specie dopo l'uscita di Agassi al primo turno (di cui potete leggere cliccando
qui) e quella di Moya, battuto da Kafelnikov, al terzo.

La finale - La chiave di volta è stato il primo set, nel quale Federer ha mancato ben sette palle-break in quattro diversi turni di battuta di Mantilla ed è stato proprio lo spagnolo (che ne aveva avuta solo una sul 4-3) a chiudere 7-5 a suo favore. Federer è comunque salito 2-0 nel secondo set, ma, da qui in poi, ha perso otto games consecutivi, cedendo il secondo set 6-2 ed andando sotto 2-0 nel terzo. Qui Mantilla ha avuto l'unico passaggio a vuoto del match, perdendo due servizi consecutivi, il primo con un doppio fallo sul break-point ed il secondo da 40-0. Lo svizzero, salito così 4-2 e poi 5-3, ha servito per il set sul 5-4, ma, portatosi rapidamente 40-15 con due set-points a disposizione, li ha falliti entrambi, prima di commettere anche lui doppio fallo sulla successiva palla-break e riammettere Mantilla in partita, sul 5 pari. Il game successivo, su servizio Mantilla, ha richiesto ben ventisei punti ed è stato lo spagnolo ad aggiudicarselo, dopo aver salvato ben sette palle-break (nel complesso, ne ha annullate 14 su 17). Il tie-break, a quel punto, è stato la naturale conclusione del set. Federer è salito 5-3, ma ha poi perso tre punti consecutivi (due sulla propria battuta), regalando il primo match-point a Mantilla, che, però, ha mandato fuori un rovescio. Federer ha annullato con un diritto vincente una seconda palla-match sul 6-7 ed è arrivato ad avere, sull'8-7, un terzo set-point a favore. Qui, dopo un lungo scambio, ha messo in rete un rovescio; nel punto successivo, Mantilla ha salvato l'inverosimile, finché Federer non ha messo in corridoio il secondo smash cui era stato costretto. Così, sul 9-8, il terzo match-point per lo spagnolo è stato quello buono, con Federer che ha sbagliato un diritto. Toccante la premiazione: l'elvetico, sportivo, si è congratulato con il suo vincitore, mentre Mantilla (che, per l'occasione ha indossato una T-shirt raffigurante dettagli dell'opera di Raffaello nei Palazzi Vaticani, di quelle molto gettonate fra i turisti stranieri a Roma), nel ringraziare tutti quelli che gli sono stati vicini nei momenti meno felici, non è riuscito a trattenere qualche lacrima di commozione.

Roma è stato anche il torneo dell'incoronazione di Filippo Volandri a nuovo numero 1 italiano. Il livornese scavalcherà domani l'ex leader Davide Sanguinetti nell'Atp Entry Ranking, ma questo non può che costituire un traguardo solo parziale per lui. Volandri ha ben sfruttato l'occasione fornitagli dal forfait di Safin, che doveva essere il suo avversario di primo turno, e, come già nell'altro Masters Series di Montecarlo, si è spinto fino ai quarti (ultimo italiano a riuscirci era stato il solito Gaudenzi nel '94 e nel '96), battendo Massu, Sluiter e Stepanek. Anche nel suo match contro Federer, non ha assolutamente sfigurato, tenendo bene il campo e concedendosi il lusso di essere l'unico a strappare un set allo svizzero nel suo cammino verso la finale. L'azzurro ha risollevato entusiasmi come non se ne vedevano da tempo ed ha anche dimostrato di avere la mentalità giusta: non si è seduto sugli allori capitolini, ma è ripartito subito per la Germania, dove lo aspettavano le qualificazioni del torneo di Amburgo (dove ha superato Calatrava e Beck, accedendo brillantemente al tabellone principale).


 

Il cammino romano di Felix Mantilla
(nella foto con il trofeo)

1° turno:
+ D. Nalbandian (11) 6-3 1-6 6-0
2° turno:
+ M. Fish 6-4 6-3
3° turno:
+ A. Costa (7) 7-5 4-6 6-1
Quarti:
+ I. Ljubicic 3-6 6-3 6-4
Semifinali:
+ Y. Kafelnikov 4-6 7-6 6-4
Finale:
+ R. Federer (4) 7-5 6-2 7-6

 

Il match: Ljubicic - Mantilla (quarti di finale, venerdì 9, sessione serale)

Per l'ultima sessione serale del torneo maschile di Roma 2003, quella di venerdì, scendono in campo, sul centrale del Foro Italico, Ivan Ljubicic, croato, classe '79, e Felix Mantilla, spagnolo, classe '74, in un match che mette in palio un posto in semifinale, dove il vincente è atteso da Kafelnikov.
L'incontro è da subito equilibrato, ma Ljubicic, che conta su parecchi tifosi (è seguito dal coach comasco Riccardo Piatti e si allena spesso in Italia), appare in grado di fare la differenza a suo favore, soprattutto con il suo servizio - bomba, oltreché con un brillante gioco a tutto campo. Mantilla, dal canto suo, rema da fondocampo, fa sempre la cosa più giusta, non molla un punto, ma, a tratti, fatica a contenere l'avversario, che, infatti, gli strappa il servizio all'ottavo game, agevolato da un doppio fallo dello spagnolo sulla palla break: Ljubicic conquista così il primo set (6-3).
Il secondo set inizia ancora in equilibrio: il croato non riesce a compiere il passo decisivo verso il successo, è anzi lui, nel sesto game, a cedere il proprio turno di battuta, determinante per il 6-3 finale, stavolta a favore di Mantilla. Si va dunque al terzo set: le quotazioni di Ljubicic, che appare stanco, scendono, mentre Mantilla, pur reduce da tre duri sets il giorno prima contro il connazionale Costa, non sembra patire più di tanto la fatica.
Il croato, tenendo il primo servizio, si porta avanti 1-0, poi sparisce dall'incontro, cedendo quattro giochi consecutivi. Ljubicic non c'è di testa, commette parecchi errori gratuiti, sbaglia anche quei drop-shots che gli erano valsi molti applausi nella prima parte del match. Mantilla va così avanti 4-1 (con due breaks) e 40-15 sul proprio servizio: il match sembra finito, ma, a sorpresa, Ljubicic vince otto punti di fila, recuperando uno dei due breaks e tenendo a zero la propria battuta. Lo spagnolo va comunque a servire per il match sul 5-4: si porta rapidamente sul 40-0, tre match-points, stavolta le speranze di Ljubicic sono davvero al lumicino. I colpi di scena non sono, però, ancora finiti: il croato non ha più niente da perdere, tira i colpi a tutto braccio e riesce ad annullare, una dopo l'altra, le tre palle-incontro (la prima con una fortunosissima riga), guadagnandosi addirittura una palla-break, che, se trasformata, lo riporterebbe sul 5 pari, in piena gara. Il solido Mantilla, però, non sbaglia ed è il croato a commettere due errori gratuiti di fila, consegnando all'avversario un quarto match-point. E proprio il quarto è quello buono: il croato viene trafitto dall'ennesimo passante vincente di Mantilla, che chiude 6-4. Al termine dell'ultimo punto, Ljubicic ha una crisi di nervi, sbatte ripetutamente a terra la racchetta fino a romperla, poi, dopo aver stretto la mano a Mantilla, continua nel suo sfogo isterico, raccoglie le sue cose ed esce dallo stadio tra i fischi, mentre lo spagnolo, al centro del campo, fa l'inchino al pubblico raccogliendo i meritati applausi. Alla fine, la sua attitudine mentale, unita alle eccellenti condizioni atletiche, ha fatto la differenza.

 


Per il circuito femminile, si è disputato il prestigioso Tier I di Berlino, nel quale Venus Williams è stata costretta al forfait dall'infortunio appena subito a Varsavia. Assente anche la sorella Serena, il torneo ha avuto la sua logica finale nella sfida tutta belga tra Kim Clijsters e Justine Henin. E' stata quest'ultima ad imporsi, per il secondo anno consecutivo (nel 2002 batté Serena Williams), al termine di un incontro molto equilibrato, nel quale ha salvato tre match-points. In semifinale, la Henin aveva avuto la meglio, in due sets combattuti, sulla Mauresmo, mentre la Clijsters, dopo aver travolto la Hantuchova nei quarti, era stata messa a dura prova dalla Capriati.
In tabellone erano presenti tre italiane: subito fuori Farina (- Serna) e Garbin (- Matevzic), l'unica a passare un turno è stata la solita Francesca Schiavone, che ha battuto in rimonta la Boogert prima di cedere alla Capriati.

Anche le donne si spostano ora a Roma, dov'è in programma, da domani, un altro Tier I, l'equivalente dei Masters Series maschili. Guidano la lista delle teste di serie la campionessa uscente Serena Williams, Clijsters, Mauresmo e Capriati, mentre è dell'ultim'ora il forfait della Henin, sofferente ad un ginocchio (ma la belga ha appena vinto Berlino, chiaro il proposito di risparmiarsi in vista di Parigi). In tabellone troviamo ben sette italiane: tre per diritto di classifica (Farina, Schiavone e Grande), tre ammesse tramite wild card (Pennetta, Garbin ed Antonella Serra Zanetti) ed una uscita, con merito, dalle qualificazioni disputate ieri ed oggi (Adriana Serra Zanetti). Ci si attende un bel torneo, la speranza è di un exploit da parte di qualche azzurra sullo stile di quello di Volandri fra gli uomini.


Risultati

ROMA (Atp Tennis Masters Series, terra)
3° turno: Ljubicic b. Coria (15) 6-4 6-3, Mantilla b. Costa (7) 7-5 4-6 6-1, Kafelnikov b. Moya (3) 6-4 7-6, Verkerk b. Nieminen 6-0 6-3, Volandri b. Stepanek 6-3 6-4, Federer (4) b. Robredo 6-1 6-1, Schuettler (12) b. Novak (8) 6-4 7-6, Ferrero (2) b. Gaudio 5-7 6-0 6-2.
Quarti: Mantilla b. Ljubicic 3-6 6-3 6-4, Kafelnikov b. Verkerk 6-3 7-5, Federer b. Volandri 6-3 5-7 6-2, Ferrero b. Schuettler 6-4 6-4.
Semifinali: Mantilla b. Kafelnikov 4-6 7-6 6-4, Federer b. Ferrero 6-2 4-2 rit.
Finale: Mantilla b. Federer 7-5 6-2 7-6.

BERLINO (Wta Tier I, terra)
Quarti: Clijsters (1) b. Hantuchova (7) 6-0 6-3, Capriati (4) b. Likhovtseva 6-3 6-3, Mauresmo (5) b. Tulyaganova 7-6 6-4, Henin (2) b. Zvonareva 6-4 7-5.
Semifinali: Clijsters b. Capriati 6-4 6-7 6-4, Henin b. Mauresmo 7-6 6-4.
Finale: Henin b. Clijsters 6-4 4-6 7-5.


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