"Nelle nude stanze di corso Vittorio si
organizzava una manifestazione, una vendita militante dei nostri giornali,
un’affissione di manifesti. La sera camminavamo fino a tardi per le strade
deserte di una Roma che tornava ad apparirci nobile e dolce, nostra. Discutevamo
di Nietzsche, Heidegger, Spengler, Junger, Lorenz, Guenon, Evola. Parlavamo
degli eroi e degli dei di Omero. Dell’idea imperiale di Federico II. Di Dante e
dei Fedeli d’Amore. Dei Veda e del valore del Rito, della Via della Spada degli
antichi samurai, del mistero del Graal".
Così
Fabio De Felice, nel volume dedicato a Clemente
Graziani, racconta "la formazione del nucleo indistruttibile di un
piccolo, ascetico ordine monastico-cavalleresco, i Figli del Sole".
Siamo all’inizio degli anni Cinquanta. I Figli del
sole sono la prima di una lunga serie di conventicole
esoteriche di ispirazione evoliana, che rappresenteranno un filone non
secondario della destra radicale. In questa esperienza la ricerca interiore
resterà intimamente connessa alla milizia, dapprima nella corrente giovanile di
Imperium, poi, dopo la rottura con Enzo
Erra, nel Centro studi Ordine
nuovo, inverando così il simbolo dell’ascia bipenne, che
rappresenta, nella mistica evoliana, la duplice guerra santa. Perché in tutte le
Tradizioni guerra e via del divino si fondono: dalla dottrina aria di lotta e
vittoria al mondo nordico germanico all’Islam "l’azione vale per sé e per la
purezza che ha in sé chi la compie", a prescindere dall’esito pratico e dalla funzionalità: e
alla "piccola guerra santa", quella materiale contro il nemico e l’infedele, si
giustappone la "grande", la lotta dell’elemento sovrumano dell’uomo contro tutto
ciò che è passione.
Questa
straordinaria fusione difficilmente si ripeterà in seguito: bisognerà aspettare
venticinque anni perché si ripeta un’esperienza organizzativa (Terza posizione) dove l’ordine cavalleresco
(la Legione) è sovraordinata al Nucleo
operativo. E, non a caso, il simbolo di terza posizione è la "runa
del guerriero".