(4-4-2): Mancini 6.5 - Stendardo 5, Baldini 6, Bonomi 4.5, Bocchetti 6, Saber 5, Husain 5.5, Vidigal 6, Montezine 6.5 (13' st Ferrarese 6) - Stellone 6 (dal 36' pt Floro Flores 6), Dionigi 6 (31' st Sesa sv)
Siena: (4-3-1-2): Fortin 4.5 - Carbone 6 (10' st Martinelli 6), Mandelli 6, Mignani 6, Radice 6 - Riccio 7, Brambilla 6.5, Cavallo 6 - Pinga 6.5 (42' st Ardito sv) - Scalzo 6 (5' st Rubino 6.5), Tiribocchi 6.5
Arbitro: Preschern
Ammoniti: 35' pt Montezine, 30' st Ferrarese, 31'
st Tiribocchi, 34' st Riccio
Cronanca:
Gli applausi dello sportivissimo pubblico del San Paolo al Siena, alternati a bordate di fischi per i propri giocatori, rendono alla perfezione l'idea della serata passata dal Napoli. Non solo la sconfitta (2-1 il finale), ma anche e soprattutto segnali allarmanti dal punto di vista della manovra e della forza caratteriale, componenti importanti mancate totalmente anche al cospetto con l'organizzata squadra toscana del bravo Papadopulo.
Eppure, nella serata dell'assalto al tabù San Paolo, la buona sorte sembrava strizzare l'occhio ai partenopei. Dopo una prima fase nella quale si era vista buona padronanza di manovra del Siena, uno sciagurato intervento del portiere Fortin spianava la strada al Napoli: l'estremo non domava un innocuo retropassaggio di Carbone e consegnava il lasciappassare per il gol a Dionigi che quasi entrava in porta con la palla. Almeno dal punto di vista agonistico la rete dava carica ai campani, che però dovevano accusare il brutto colpo dell'uscita di Stellone per infortunio. Allo scadere del tempo inoltre iniziavano le crepe difensive: velo di Scalzo per Pinga, atterrato da Bonomi in piena area. Solo un distratto Preschern - insufficiente la sua direzione - non ravvisava gli estremi del rigore.
Nella ripresa Papadopulo e Colomba davano saggi di strategia tattica. Il toscano passava ad una difesa a tre irrobustendo il gioco sulle fasce; il partenopeo inseriva Ferrarese per cercare di limitare le scorribande reiterate di Riccio costringendolo anche ad un'opera di copertura. A livello di occasioni però per parecchio tempo si vedeva poco: pressione costante del Siena, Napoli arroccato davanti alla propria area con l'unica soluzione, stucchevole, del lancio lungo per Dionigi e Floro Flores. Guingeva comunque meritato il gol del pari: lancio di Brambilla per Riccio che in area si girava eludendo il disattento Bocchetti e non lasciava scampo a Mancini.
Per il Napoli era l'inizio della fine. C'era un reclamo di Ferrarese per un sospetto fallo ai suoi danni di Mignani (l'arbitro ammoniva il partenopeo), c'era qualche calcio piazzato del subentrato Sesa, un colpo di testa di Floro Flores, ma tutto era poca cosa rispetto al volume di gioco espresso dai toscani, capaci di creare pericoli in continuazione. Mancini e Rubino iniziavano una guerra privata: il portiere era strepitoso nel dire di no ad un tiro ravvicinato e ad un colpo di testa della punta. Quasi un monito per il Napoli. Forse meglio accontentari del pari? Forse ma ormai il Napoli non c'era più neanche fisicamente ed in pieno recupero Rubino, lasciato solo soletto da un Bonomi in affanno, rendeva il risultato rispondente al livello di gioco espresso.
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