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(4-4-1-1): Manitta, Del Grosso, Portanova, Carrera, Cvitanovic, Bernini, Marcolin, Perovic (28' st Montesanto), Vidigal (36' st Vieri), Zanini, Dionigi. A disp.: Sorriso, Olive, Martinez, Pasino, Sesa Allenatore Simoni
VENEZIA (4-4-2): Benussi, Orfei, Calori, Giubilato, Bianchi (40' pt Turato), Pisani, Anderson, Liendo (21' st Brellier), Babù (10' st Manetti), Biancolino, Poggi. A disp.: Saula, Grassadonia, Parente, Ginestra Allenatore Gregucci.
La cronaca:
Partite come questa si preferirebbe non doverle mai vedere. Una noia mortale, giustificabile solo dal pragmatico atteggiamento del Venezia, impelagato nella lotta per non retrocedere e giustamente concentrato sulla necessità di portar via qualcosa di utile dal San Paolo, servendosi di ogni mezzo. Per la serie: palla avanti e pedalare.
Dunque immense nubi di gas soporiferi si addensano in mezzo al campo ed ancora una volta ne viene fuori un pareggio fischiatissimo dal pubblico napoletano (record negativo al San Paolo, dove erano presenti soltanto 7 mila spettatori) che guarda sempre con sospetto a certe prestazioni senza nerbo e senza ardore agonistico e che ipotizza combine al primo errore di passaggio. Ma qui, pare evidente, non è questione di accordi sottobanco. La verità è molto meno affascinante ed intrigante: è che i giocatori del Napoli aspettano soltanto che questo campionato finisca e sono molto più concentrati sul loro incerto destino professionale che sulla classifica.
D'altronde come dar loro torto, visto che non possono più lottare per la promozione e che non rischiano più la retrocessione e considerato che da sei mesi non gli viene pagato lo stipendio? Il Venezia, che stimoli ne ha ancora parecchi, ha fatto la sua parte. Andata in vantaggio al 4' del primo tempo, grazie ad un gentile omaggio della premiata ditta Manitta-Carrera (malinteso clamoroso tra i due ed il colpo di testa del difensore, che doveva essere un retropassaggio al portiere, finisce in rete), la squadra veneta ha giustamente cercato di addormentare il gioco più di quanto non fosse già addormentato di suo. E c'è perfettamente riuscita.
A contribuire alla serata no dei partenopei ci si è messo anche Davide Dionigi che al 28' del primo tempo ha calciato in maniera maldestra, facendoselo parare da Benussi, un rigore concesso per fallo su Zanini. Tuttavia è stato proprio Dionigi a riparare all' errore commesso, con un pregevole gesto atletico che ha fruttato il pareggio: al 9' della ripresa, su corner calciato da Zanini, stacco imperioso e colpo di testa con palla che finisce in rete. Poi tocchi e tocchetti fino alla fine tra cori di scherno, qualche stanco fischio dagli spalti e tanta malinconia che ormai da troppo tempo continua ad aleggiare sullo stadio, come una inguaribile, cronica malattia.