18/05/2006 |
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(4-3-1-2):
Iezzo; Grava, Romito, Giubilato, Lacrimini; Montervino, Montesanto,
Amodio; Bogliacino; Pià, Calaiò. All. Reja .
SPEZIA (4-3-1-2): Rubini; Bianchi, Gorzegno, Fusco, Maltagliati; Padoin, Paruta, Saverino; Alessi; Pelatti, Guidetti. All. Soda
Cronanca:
A cura di Francesco Marolda - Il Mattino
La coppa è dello Spezia. È dello Spezia perché
il Napoli, dopo aver fatto allandata zero a zero, questa
partita decide di giocarla solo a un niente dalla fine. Ovvero
troppo tardi. Solo quando (38 st) acciuffa il pari che non
basta su rigore. Avesse reagito prima al gol spezzino, avesse
voluto vincerla davvero questa coppa il match avrebbe avuto di
sicuro unaltra storia. E altra storia avrebbe avuto anche
se alla fine il giovanotto Orsato non avesse sbagliato
ad annullare a Sosa un gol in tutto e per tutto regolare.
Il gol (39') che avrebbe dato al Napoli il vantaggio ed il successo.
Ma non sarebbe elegante né sportivo togliere merito allo
Spezia che comunque ha giocato meglio. Rischia subito il Napoli.
Rischia perché Soda tremando ancora per le occasioni azzurre
dellandata rivede il suo disegno e lo rivede bene. Non più
il 4-3-1-2 del «Picco», ma tre in difesa e cinque
a centrocampo. Il che vuol dire un uomo in più là
in mezzo. E a questo saggiunge la malavoglia dei napoletani
forse già appagati dalla promozione o forse non stizzicati
dalla coppetta in palio, il quadro è chiaro. E così
accade che in tre minuti tre il ringalluzzito Spezia crea spreca
tre palloni doro. Prima è Guidetti (20') che
forse chiede troppo al suo piede destro tentando un «cucchiaio»
di pessima fattura; poi (21') è ancora lui che non «accetta»
un regalo che gli offre Giubilato e «appoggia»
a Iezzo; infine è Pelatti (23') che favorito
da un rimpallo prova un sinistro senza senso. Tre occasioni, tre
brividi, tre allarmi. Reja li sente. Infatti cambia, finalmente.
Napoli col 4-3-3 per tener basso uno degli esterni dello Spezia.
Bene, il Napoli continua a giocar male, ma almeno lo Spezia non
è più tanto intraprendente. Secondo tempo. Fuori
Amodio e dentro Trotta per un Napoli che ora gioca
col 4-4-2. La cosa sembra funzionare. Tantè che Bogliacino
fa subito gol (2'). Ma è in fuorigioco e non vale niente
quel pallone in porta. Vale e come, invece, il gol che (15') firma
Pelatti, partito in riga con i difensori (troppo larghi
e troppo distratti) e col tempo di scartare pure Iezzo. Napoli
sotto. Napoli che deve, che dovrebbe fare due gol per vincere
il trofeo. E allora Reja cambia di nuovo: fuori Calaiò
e dentro Sosa. Un attaccante per un attaccante. Ma la partita
cambia solo quando (37') Padoin decide di mandar giù
Bogliacino in area di rigore. E dal dischetto è
lo stesso Bogliacino a trasformare in gol. Una manciata
di minuti per finire e il match sinfiamma. Sosa fa
gol. Il gol è buono, ma Orsato se ne frega e dice
no. Non è finita: 43' botta di Lacrimini, presa
imperfetta di Rubini e Grava si mangia il gol della
vittoria. Va così. Ma se si vuole una consolazione cè:
con questa partita è finito linferno della C.