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(3-5-2): Iezzo; Cannavaro, Maldonado, Savini; Grava, Dalla Bona (dal 47' s.t. Montervino), Gatti, Bogliacino, Rullo (dal 17' s.t. Trotta); Bucchi (dal 27' s.t. Sosa), Calaiò. In panchina: Gianello, Giubilato, Cupi, Pià. All.: Reja.
(3-4-3): Rubinho; Bega, De Rosa, Criscito; Rossi (dal 30' s.t. Stellini), Coppola, Milanetto, Juric; Adailton (dal 12' s.t. Greco), Di Vaio, Botta (dal 6' s.t. Leon). In panchina: Scarpi, Masiello, Carobbio, Fabiano. All.: Gasperini
Cronanca:
12° risultato utile consecutivo per la squadra di Reja
contro un Genoa che sulla carta mette paura, soprattutto dopo
gli acquisti di Marco Di Vaio e Leon, entrambi protagonisti della
partita, il primo in negativo in virtù delle ghiotte occasioni
sprecate, il secondo in positivo in quanto autore della rete del
pareggio attraverso la propria prodezza personale. Squadre attente
e guardinghe nella prima e noiosa frazione di gioco, forse un
pò timorose benché mai rintanate e rinunciatarie
in quanto ad atteggiamento di gioco. Manovra più fluida
quella del Genoa, struttura più solida quella del Napoli
che in fase difensiva non ha concesso nulla di pericoloso nel
primo tempo grazie ad una buona prestazione collettiva della retroguardia
azzurra, abile soprattutto nel mettere in fuorigioco gli attaccanti
avversari. Maggiori problemi ha incontrato il Napoli nella costruzione
della manovra, con tantissimi errori in fase di appoggio e lancio
a beneficio delle punte. Positivo lesordio di Rullo
sulla sinistra; nonostante sia stato davvero poco servito dai
compagni, nel complesso ha sempre ben giocato i palloni che gli
sono stati recapitati, in un contesto a dir poco inibente, come
il San Paolo gremito da più di 60 mila spettatori;
giovane di buone prospettive il 22enne esterno napoletano ha dimostrato
personalità, velocità e buona tecnica di base. A
centrocampo il primo tempo di Bogliacino ha fatto rimpiangere
qualunque altro potenziale sostituto, costringendo anche Gatti
e Dalla Bona a giocare male in quanto privi di un importante
punto di appoggio e riferimento nel centro del campo. Nella seconda
frazione di gioco invece, il centrocampista uruguaiano è
tornato ai propri livelli di qualità e sostanza fornendo
ottimi palloni giocabili, provando le conclusioni da fuori e inserendosi
alla grande meritando un elogio particolare per lazione
con cui ha guadagnato il calcio di rigore, viziato peraltro da
un impercettibile fallo di mano dello stesso Bogliacino.
In attacco ottimo il rientro di Calaiò, abile a
liberare i compagni con ottime giocate di alta classe ma anche
pratico nel fornire assist come in occasione del tiro di Bucchi
o della torre di testa per Dalla Bona per il potenziale
2-1 azzurro. Non altrettanto bravo Bucchi, certamente più
in vena rispetto allombra che si è trascinata sul
campo per tutto il girone di andata, ma comunque ancora lontano
dal proprio potenziale ottimale. Dopo il primo tempo passato a
studiarsi senza farsi troppo male,
Il Napoli della ripresa ha dimostrato un carattere diverso
e una determinazione maggiore, votata alla ricerca della vittoria
contro un Genoa attendista e pronto a pungere in contropiede con
il temibile Di Vaio. Ed effettivamente è proprio quello
che è successo ma le conclusioni dellattaccante romano
non sono state degne delle qualità del proprio esecutore.
Il Napoli ha dunque fatto la partita producendo un grosso
sforzo nel quarto dora centrale della ripresa che ha portato
di fatto al gol del vantaggio azzurro. Se tuttavia le occasioni
sprecate da Di Vaio hanno fatto venire i brividi a tutti i tifosi
di fede azzurra, è anche vero che il gol del pareggio è
stato frutto di un qualcosa di evitabile: il fallo di Savini che
ha regalato la punizione ad una squadra che può contare
su tiratori del calibro di Milanetto e Leon, e per giunta proprio
sulla mattonella preferita dellhonduregno; complice anche
una barriera che non salta sul tiro a giro, la traiettoria del
fantasista ex Reggina non può che trasformarsi nella rete
del pareggio al di là di qualsivoglia disquisizione di
carattere tecnico, tattico e motivazionale. Se però il
Napoli può rammaricarsi di questo, và anche detto
che il Genoa ha di che mordersi le mani se al 94 Stellini
riesce a cogliere la traversa con un bel colpo di testa a portiere
battuto, sulla punizione calciata ancora da Leon. Dunque il pareggio
è cosa buona e giusta. Tutti contenti, il presidente Preziosi,
cuore napoletano e portafoglio genoano, lo staff azzurro,
che conserva limbattibilità e tiene a distanza il
Genoa evitando il potenziale sorpasso, i tifosi sugli spalti,
gemellati di lungo corso, ma soprattutto la Juventus, sola soletta
al primo posto, fresca vincitrice del virtuale titolo di campione
di inverno.
Grava (1) Calaiò (8) Cannavaro (1) De Zerbi (2) Dalla Bona (2) Bogliacino (3) |
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