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La cronaca:
Lecce, tre punti d'oro. Ma che brutto Napoli. Al Via Del Mare finisce 2-1: gol di Corvia su rigore e di Mascara, di testa, e nel finale lo splendido tiro, decisivo, di Chevanton. Espulsi i due centravanti, Corvia e Cavani, entrambi per doppia ammonizione. I salentini si avvicinano alla salvezza, il Napoli non può festeggiare il 3° posto, che gli eviterebbe i preliminari di Champions.
LECCE, 8 maggio 2011 - Il Lecce guadagna tre punti d'oro in chiave salvezza battendo il Napoli 2-1 al Via Del Mare e condannando il Brescia alla serie B. Decide uno splendido gol di Chevanton, che azzecca un sinistro favoloso dalla distanza che colpisce la traversa e poi rimbalza oltre la linea di porta. È la rete che rompe l'equilibrio decretato fino a quel momento dai gol di Corvia su rigore e di Mascara. Il Napoli non può festeggiare l'approdo aritmetico in Champions senza passare dai preliminari: l'Udinese ha vinto, servirà dunque ancora un punto da portare a casa tra Inter e Juventus. E verosimilmente non sarà una formalità. Contro i nerazzurri mancheranno anche gli squalificati Mascara e Cavani, espulso per doppia ammonizione, proprio come Corvia: l'arbitro Valeri ha mandato in anticipo sotto la doccia i centravanti di entrambe le squadre.
Equilibrio Il primo tempo è equilibrato. Ritmo basso, qualche fiammata estemporanea. I padroni di casa fanno di più la partita, gli azzurri di Mazzarri provano invece a ripartire in contropiede. Di gioco se ne vede pochino. L'occasione migliore se la ritrova tra i piedi Munari, che sul suggerimento di Corvia, conclude malamente a lato da ottima posizione. Sul finale di tempo i salentini si imbizzarriscono per un mani di Cannavaro in area giudicato involontario dall'arbitro Valeri. All'intervallo è dunque 0-0. Lecce troppo confusionario per trovare la porta, Napoli troppo rinunciatario.
Gol di Corvia e Mascara Corvia realizza il rigore guadagnato da Olivera per fallo di Campagnaro. Poi l'attaccante scuola Roma si fa espellere per un ingenuo secondo fallo da cartellino giallo, su Lavezzi, in ripiegamento. Mazzarri cambia: dentro Zuniga per Dossena, per avere più spinta sulla sinistra, e soprattutto Mascara, una punta, per Yebda, un mediano. Per sfruttare l'uomo in più. Il cambio funziona, alla grande. Perché Zuniga pennella un bel cross proprio per Mascara che, di testa, non esattamente la specialità della casa, trafigge Rosati. È l'1-1. Poi Cavani manca, di testa, l'occasione del 2-1, e subito dopo si fa espellere ristabilendo la parità numerica.
Perla Chevanton Il finale è vibrante. Mazzarri tira i remi in barca sostituendo Hamsik con Pazienza, il Lecce invece, spinto dalla forza della disperazione, ci crede fino all'ultimo e trova il gol partita grazie ad una prodezza di Chevanton, inserito da De Canio, che azzecca pure lui il cambio giusto. Nel recupero Mascara manca, ancora di testa, il gol del possibile 2-2. Il Lecce vince e respira, il Napoli si complica la vita. (www.gazzetta.it - Riccardo Pratesi)
Al fischio finale non ci ha visto più. Aurelio De Laurentiis non ha digerito la sconfitta di Lecce e non le ha certo mandate a dire. "In questo momento c'è un pensiero di grande tristezza - ha commentato il presidente del Napoli - perché evidentemente ancora non siamo maturi per essere un gruppo coeso, capace di concentrarsi, capace di arrivare fino alla fine". "Direi - ha aggiunto - che non siamo degni di rappresentare i colori azzurri del Napoli". La risposta di Mazzarri non è stata diretta, il tecnico ha criticato la prestazione ma ha salvaguardato il gruppo. Una volta in più le parole diverse fra presidente e allenatore rimarcano quelle distanze che con ogni probabilità porteranno al divorzio a fine stagione.
Scampagnata "Non mi sembrano dichiarazioni dure, quando ho detto che avremmo chiuso al quinto posto ero cosciente di quello che dicevo. La sconfitta di oggi pesa - ha detto De Laurentiis -, sembrava quasi che si fosse scesi in campo per fare una scampagnata, mentre invece nelle ultime gare non si deve rischiare di rovinare un anno, di farsi espellere, di compromettere la sfida con l'Inter. Per quell'occasione, i napoletani hanno già quasi esaurito lo stadio, se non ci si rende conto che ci vuole un grande rispetto per il tifoso, sono addolorato e perplesso. Le dichiarazioni di Mazzarri? Non mi addolorano, le dichiarazioni che riportano i giornali finché non le dirà a me non gli do peso, io sono un uomo tutto d'un pezzo, ho un solo pensiero e sono una persona per bene".
Annata da incorniciare Il tecnico dei partenopei ha subito ribadito il suo pensiero per quanto riguarda il futuro: "Non ho mai avuto un contatto con un'altra squadra. Fin quando non si scioglie il contratto che ho con la mia società non parlo con nessuno. A fine stagione parleremo, se dovesse andare in un modo o in un altro vedremo. Del mio futuro ho parlato con altri addetti ai lavori, come il direttore generale e il direttore sportivo, poi se vuole glielo dico anche al presidente. Anche Ancelotti al Chelsea ha la stessa situazione mia e non è scaturito lo stesso polverone: sto vivendo una situazione kafkiana, ma ho le spalle larghe e resisterò fino alla fine". Tornando sulle parole di De Laurentiis ha specificato: "Se ha detto quel che ha detto non ci sono problemi, non sto lì a commentare le parole del presidente. Nel calcio si può perdere sempre e si può vincere sempre. Gli episodi hanno condizionato la gara e ci sta di perdere. Ma questa è un'annata da incorniciare". Non proprio in sintonia col presidente.
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