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La chiesa di San Francesco
viene edificata in luogo della preesistente struttura di epoca gotica,
versante, già dai primi decenni dell'ottocento, in grave stato
di degrado. Il progetto per la nuova opera fu commissionato al Sassarese
Frà Antonio Cano che fu allievo del Canova e che si era già
occupato in passato dell'edificazione di importanti e prestigiose opere
fra le quali citiamo il mausoleo di Carlo Emanuele di Savoia nel Duomo
di Cagliari, due cappelle del Duomo e la chiesa di San Vincenzo ad Oristano,
la Cattedrale di Nuoro e la chiesa parrocchiale a Sorso.
La vecchia chiesa fu quasi totalmente abbattuta nel 1835 ed i lavori della
nuova fabbrica iniziarono l'anno successivo. Trascorsi due anni dalla
posa della prima pietra, nella fase più critica dell'esecuzione
cioè durante la chiusura della volta ellittica si verificò,
a causa delle spinte da essa generate, il crollo della struttura che coinvolse
persino le mura portanti a partire dalle fondamenta.
Doveroso fu il licenziamento di Frà Antonio Cano e l'affidamento
dei lavori ad un altro progettista molto quotato: Gaetano Cima. L'ineccepibile
interpretazione stilistica fornita dal Cima ci ha lasciato una delle realizzazioni
più rigorose del classicismo purista sardo. La difficile posizione
del lotto, diviene occasione per esibire un'abilissima interpretazione,
in chiave urbanistica, di un opera architettonica che diviene elemento
cerniera di importanti luoghi cittadini: l'attuale piazza Eleonora, via
Duomo, via De Castro e via S. Antonio.
L'imponente pronao tetrastilo timpanato di ingresso, si innalza su un
alto basamento al quale si accede attraverso un'ampia scalinata; il congegno
volumetrico, perfettamente simmetrico, si articola attorno al corpo centrale
di impianto circolare al quale vengono addossate due cappelle ed una profonda
abside. Un ordine di semicolonne ioniche costituisce l'imposta degli ampi
archi a tutto sesto su cui scarica il tamburo ottagonale sormontato da
un'ampia cupola emisferica cassettonata. Il congegno volumetrico viene
concluso, alla sua sommità, da una proporzionata lanterna ottagonale
finestrata che illumina l'aula mediante una pioggia di luce dalle calde
tonalità di giallo.
La chiesa conserva al suo interno prestigiose opere d'arte fra le quali
spicca il Cristo di Nicodemo scultura in legno e stucco la cui espressionistica
drammaticità, accentuata dalle note di colore e dall'originale
trattamento delle superfici, puntinate da gocce di sangue, esprime in
modo straordinariamente realistico la sofferenza di Cristo in Croce.
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