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Quest'opera, quasi con
assoluta certezza, viene attribuita all'architetto cagliaritano Gaetano
Cima al quale venne commissionata dal nobile e munifico Giuseppe Corrias
attorno alla metà dell'ottocento. Il palazzo si colloca in un punto
di importanza strategica per la città di Oristano che vede confluire
corso Umberto I (via Dritta) in piazza Eleonora. La mano del Cima è
evidente nell'interpretazione purista della struttura formale e nell'attenta
e scrupolosa rispondenza alle esigenze urbane tipiche della cultura neoclassica.
In questi termini risulta di facile lettura l'operazione analitica di
composizione dei fronti, i cui elementi architettonici, vengono inquadrati
in uno schema scandito dalla ripetizione del ritmo delle aperture del
tipo a-b-a. E' importante notare come questa legge non venga meno neanche
nell'elemento circolare di raccordo fra i due corpi edilizi. Quest'ultimo
può essere riconosciuto come invariante architettonica dell'opera
del Cima che tende sempre ad individuare e a mettere in evidenza l'epicentro
di equilibrio delle sue composizioni. Il disegno delle linee genera un
prospetto equilibrato ed unitario in cui, elegantemente, si inserisce
l'angolo arrotondato che ammorbidisce e separa con delicatezza le due
parti dell'edificio. A livello urbanistico, il ruolo giocato dal volume
cilindrico, si carica di un'ulteriore valenza propositiva; diventando
la cerniera dei volumi che debitamente ruotati fungono da elemento di
continuità fra gli spazi urbani su cui si affacciano. L'opera presenta
in definitiva un decoro tipico dei palazzi ad uso signorile dell'epoca
e conferma la semplicità e l'attitudine pratica dello stile del
Cima.
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