(Appunti della lezione del 5 Giugno 2002)
"Peter Terragni: Peter [Eisenman]
[Giuseppe] Terragni"
L'ultima lezione del corso è dedicata a Peter
Eisenman, a partire da Giuseppe Terragni.
IMPLOSIONE [Peter e Giuseppe]
Eisenman parte, in qualche maniera, da Terragni.
Colin Rowe, maestro di E. nei primi anni '60, già dagli anni '40
aveva elaborato una critica dell'architettura metodologicamente
nuova, basata sullo spostamento della lettura critica dentro le leggi
formative dell'architettura, svincolandola da categorie estranee come
quella sociologica, stilistica, etc. Il risultato di questo metodo di
lettura era un "appiattimento" dell'architettura, cioè la possibilità di
paragonare qualunque opera con qualunque altra (Palladio con Le
Corbusier ...). La conoscenza dell'Italia da parte di E. è svolta in
maniera mirata, sotto l'influsso di Rowe. Nasce, per E., il mito di
Terragni, in un periodo in cui l'opera di Terragni è più oggetto di
polemiche ideologiche (fascista o non fascista) che di una vera analisi
storica. In realtà E. concentra la propria attenzione su due sole opere
di Terragni: la Casa del Fascio a Como e la Casa Giuliani Frigerio. Se
pensiamo a queste due opere per categorie formali, nella Casa dal
Fascio il volume puro viene eroso dinamicamente da un movimento che va
dall'esterno verso l'interno. La Casa Giuliani Frigerio è basata su un
movimento opposto: le parti sembrano "disassemblarsi" a partire da un
nucleo centrale verso l'esterno.
Nel 1963 E. discute la tesi "The formal analysis of modern
architecture", in cui propone una rilettura di opere di architettura
contemporanea. L'analisi di queste opere è svolta con gli strumenti
concettuali propri della progettazione. Alla metà degli anni '60, E. è
incaricato di progettare delle case per amici, colleghi ed artisti che
aprono un primo ciclo del percorso dell'architetto.
Nelle case del primo ciclo,
rintracciamo in sintesi i due diversi movimenti presenti nelle opere di
Terragni, che possiamo definire di IMPLOSIONE / EROSIONE del volume puro.
L'architettura di E. è CRITICA, nel senso che l'autore è pienamente
consapevole dei meccanismi formativi il progetto. E. è
fondamentalmente un DIDATTA: i meccanismi formativi l'architettura sono
profondamente legati alla sua consapevolezza dei meccanismi stessi,
E. ricerca dei legami con la sfera artistica e con la filosofia. I
progetti sono opere d'arte concettuale. In questo periodo avviene una
TEORIZZAZIONE dell'architettura. La tesi sostenuta è che
L'ARCHITETTURA DIVENTA UN TESTO. Molti ragionano attorno al concetto
di LINGUAGGIO e inizia lo scollamento tra l'architettura e ciò che le
sta intorno. Erano esplosi fenomeni nuovi, caratteristici della
società di massa e si capiva che l'architettura non avrebbe potuto
rispondere alla crisi con i mezzi elaborati negli anni '20. Un
tentativo di risposta fu quello di far ritirare l'architettura
all'interno di se stessa. Tafuri disse, a proposito di questa
tendenza, che "ci ritiriamo nel camerino del trucco". Sono E.
e i NY Five ad elaborare questo modo di rispondere alla crisi. Dopo
molti anni, l'architettura negli USA torna a fare da punto di
riferimento del dibattito come era accaduto con i primi grattacieli (vedi
lezione "Modelli a confronto").
L'architettura è TESTO, ciò che le sta intorno è
pretesto. Al limite,
l'opera testimonia solo se stessa, senza nessuna altra preoccupazione.
In questo quadro E. costruisce degli apparati di giustificazione e di
pubblicità dei suoi progetti. Nascono le stupefacenti assonometrie,
tutto il peso è dato alla dimensione linguistica. Nell'architettura come
testo, i disegni sono più importanti delle opere. La dimensione
semantica è come congelata. Tafuri definisce l'E. di questo periodo un "terrorista
della forma". L'attenzione rivolta alla sola dimensione linguistica fa
somigliare molte delle House del primo ciclo a delle "camere di tortura" per gli abitanti.
Sul finire del primo ciclo, E. comincia a
modificare il proprio percorso. Torna a pensare in particolare ai
rapporti dell'architettura con il sito, mentre i primi progetti delle House
erano concepiti come oggetti posati su un vassoio. E. lavora su uno
impiantoa quattro quadranti reciprocamente autonomi, sull'esempio di Terragni e di Wrigt. Con la House 10 E.
viene fuori dalle "camere di tortura" e comincia ad adattare
la composizione ai caratteri del sito. In questo progetto E.
utilizza reti, pareti "pannellate" alla Meier. La House 10 viene
continuamente ridisegnata e deformata, come si trattasse di un gioco. Il
progetto non verrà però mai realizzato. E. entra in una fase di
profonda crisi, si apre così un diverso ciclo.
TRIVELLAZIONE
E. si dedica alla realizzazione di progetti
che vogliono essere "opere concettuali" a metà tra architettura e una
ricerca più profonda. Iniziano quei movimenti di TRIVELLAZIONE
con cui E. esplora i rapporti tra parti emerse e parti sommerse.
Nel 1983 E. entra in un nuovo:
alla parola chiave linguaggio
si sostituisce CONTESTO.
CONTESTO come PALINSESTO
Alla fine degli anni '70 il
movimento POSTMODERNO catalizza l'attenzione. All'idea della città -
macchina del paradigma industriale si sostituisce l'idea di lavorare tra
le maglie dell'esistente, su ciò che è stratificato. Questa idea si
sposa con una riscoperta dei sistemi tradizionali del fare architettura,
sottoforma di un ritorno alla memoria e dello storicismo. Il
movimento mette in discussione che l'architettura debba essere astratta,
piuttosto afferma che compito dell'architettura è trasmettere valori
condivisi attraverso il campionario stilistico classico. Il 1980
rappresenta il momento più alto di queste tendenze. Graves e Portoghesi
sono tra i principali esponenti postmoderni. L'affermazione del
postmoderno spiazza E. e il suo linguaggio. La crisi è generalizzata,
ognuno cerca di rilanciarsi in maniera differente. Tra i componenti dei
NY Five, Graves diventa il paladino del postmoderno, Meier continua a
rimescolare il repertorio corbuseriano, ed anche E. intraprende un via
personale. Il CONTESTO diventa il campo da indagare criticamente,
come PALINSESTO. PALINSESTO diventa la parola chiave
dell'interpretazione del contesto fatta da E. Il significato di
contesto viene concettualizzato. E. riscopre "segni" sepolti nel
contesto per determinare maglie, giaciture ed orientamenti da utilizzare
nella progettazione. Tende a stabilire una tessitura di connessioni tra
questi segni disseppelliti dal contesto e i segni del progetto.
L'esito fondamentale di questo metodo è che non esiste più differenza
tra costruito ed "altro dal costruito": è un tutto unico tenuto insieme
dalla lettura contesto/palinsesto.
Con il contesto come palinsesto E.
esce dalla crisi, pur non andando contro il movimento postmoderno al
quale fa una misurata concessione.
Alla metà degli anni '80 E.
conclude l'attività prettamente concettuale e passa ad una fase più
concreta, di costruzione. E. porta con sé la forza della riflessione
anche in questo ciclo più pragmatico. Il progetto più significativo è
quello per l'IBA a Berlino, in cui i "pezzi nuovi" sono "riammagliati"
con le preesistenze. Qui la stratificazione è visibile anche nei
prospetti, E. parla di "minerale emerso" a proposito della sua
architettura. E. da l'avvio ad un nuovo ciclo che possiamo definire
delle associazioni.
ASSOCIAZIONI
In questa fase E. capisce come
fare interagire due sfere, quella dell'architettura e quella scientifica
(rispetto alla quale la prima è in notevole ritardo). La componente
digitale è implicita in questo concetto. E. anticipa delle modalità di
traslazione tra discipline che saranno tipiche nelle generazioni
successive. Ad esempio E. mostra come le regole associative del DNA
possono servire a strutturare un progetto.
Il 1988, con la Mostra
dell'architettura decostruttivista, segna una svolta repentina in
architettura. P. Johnson afferma che "i dieci minuti di gloria di M.
Graves sono finiti". Nascono delle nuove modalità caratteristiche
per E. : l'IN BETWEEN e le OSCILLAZIONI/VIBRAZIONI.
IN BETWEEN
IN BETWEEN sta per costruire "tra"
le cose. Nel progettare un Campus universitario negli USA, E. non
sceglie un'area libera, ma decide di incunearsi tra gli edifici
preesistenti.
L'elemento dei bastioni
rappresenta l'unica concessione di E. al postmoderno.
OSCILLAZIONI/VIBRAZIONI [Eisenman
- Balla]
L'altra modalità fondamentale
per E. è la VIBRAZIONE della forma. L'architettura di E. non
rappresenta il movimento, ma introita il movimento al suo interno.
Mentre il movimento di Ghery lancia traiettorie nello spazio
circostante, quello di E. è oscillatorio, vibratorio. L'idea di
movimento espressa da E. è assimilabile a quella del movimento sfocato
presente nelle opere di Balla. Il riferimento a Balla non è
esplicito né consapevole da parte di E. Piuttosto si tratta di uno
di quei casi in cui delle idee elaborate in un contesto, si
concretizzano in un altro contesto, distante nello spazio e nel tempo
attraverso un percorso lungo e tortuoso. Infatti, il tema del movimento
elaborato da Balla prende una forma architettonica dopo circa 80 anni!
La Casa Guardiola è un'espressione evidente della concezione di
movimento oscillatorio/vibratorio secondo E. Alla vibrazione della
L, corrispondono le articolazioni della pianta e dei prospetti.
L'oscillazione è anche un'operazione booleana: E. sceglie di volta in
volta se dare luogo ad una unione, ad una sottrazione o ad una
intersezione. Attraverso questo tipo di processo E. da luogo ad
un'opera nuova, che rappresenta un'espressione congrua all'idea di
movimento elaborata da Balla. Nella Casa Guardiola il ragionamento
compositivo è basato sull'idea del movimento del mare che lascia delle
impronte sulla sabbia. In questo modo E. contestualizza l'opera in
maniera molto "alta".
Verso la
MATURITA'
Un'opera in cui tutti i meccanismi che abbiamo
esaminato sono chiaramente riconoscibili è, per esempio, l'ampliamento
dell'Aronoff Center per l'Università di Cincinnati.
E. sovrappone un corpo ad
andamento curvilineo all'edificio funzionalista preesistente che fa "vibrare" insieme,
determinando le tracce organizzative del progetto. I movimenti vibratori
si concretizzano nei diversi elementi componenti il progetto.
Un'altra opera chiave, che esprime
la maturità raggiunta da E. è il progetto per la Chiesa del 2000 a Roma.
In questo progetto rientrano in gioco molti delle modalità
caratteristiche in E. tra cui spiccano, in questo caso, una attenzione
nei confronti del paesaggio ed una effettiva consapevolezza dello
strumento informatico.