Il Romanticismo Musicale

 

 

Il mondo della musica visse una vera rivoluzione durante l’Ottocento. Il Romanticismo portò innovazioni nel campo dei contenuti e della forma stessa dei brani. Differentemente dai compositori classici, i romantici creavano musica che non aderiva a schemi formali preconcetti, ma si basava esclusivamente sull’intuizione della fantasia e non si prolungava mai oltre la reale ispirazione.

Fu un processo che si compì attraverso fasi successive: ci fu prima un protoromanticismo connesso alla maturazione dell’illuminismo settecentesco, in cui l’artista si sentiva un titano in lotta contro la società .Questo fu il caso di Beethoven , che possiedeva uno spirito ottimistico, vigoroso, positivo ed eroico. Gli autori esprimevano un crescente bisogno di libertà, di intensificazione dei mezzi di espressione, ma non ruppero sostanzialmente l’equilibrio che si era formato da Bach a Mozart.

Furono soprattutto i romantici tedeschi a spingere a fondo la rivoluzione musicale. La nuova concezione dell’io, dell’anima divenuta centro e protagonista dell’arte influirono sul linguaggio musicale, linguaggio di suoni , di colori, di ritmi poetici per elevare a livello universale gli avvenimenti intimi dell’individuo. La vita stessa era subordinata all’arte, che diventava sempre più soggettiva.

Grazie al talento di musicisti come Schumann, Chopin, Mendelssohn o Listz, il linguaggio musicale diventò perfettamente aderente alla mobilità degli stati affettivi e in genere alle instabili fluttuazioni della vita dello spirito. L’ispirazione immediata, l’allucinazione morbosa, il sogno, gli slanci appassionati a cui seguono le più mortali disperazioni sono tratti essenziali che caratterizzano gli spiriti romantici.

Proprio questo tormento interiore, questa vita vissuta tra ebbrezze dei sensi e angosce per un infinito verso il quale l’uomo tende pur senza raggiungerlo, portano gli artisti più grandi a creare capolavori splendidi.


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