EFESO
Conosciuta nell'antichità per il tempio di
Artemide (in veste di Dea Madre) classificato come una delle
sette meraviglie del mondo. Conobbe il massimo splendore nel
periodo ellenistico e romano. I resti che noi ammiriamo sono
essenzialmente di epoca imperiale quando Efeso era capitale di
500 città dell'Anatolia e Caput viae per l'Asia. Si pensa
che contasse 250.000 abitanti ed il suo teatro ne poteva
contenere un decimo. In questo teatro S.Paolo venne accusato
dagli argentieri che vedevano minacciato il loro commercio di
ricordi. La maggior parte delle rovine che noi ammiriamo oggi
lungo il percorso turistico sono comunque posteriori all'epoca di
S.Paolo e S.Giovanni.
"Odeon" ovvero Piccolo teatro per 1500 persone. Si ritiene che
fosse coperto. Costruito nel II secolo accanto alle terme di
Vario. Le colonne in primo piano sono resti della basilica (luogo
pubblico coperto).
La porta di ingresso occidentale alla scena dell'Odeon
EFESO: "Odeon" ovvero Piccolo teatro per 1500 persone che si
ritiene fosse coperto con un tetto di legno.
Immagine del raduno notturno dei pellegrini
Resti del cortile di ingresso al municipio o Pritaneo dove i
Cureti (sacerdoti) mantenevano acceso il fuoco sacro di Vesta.
Tempio di Domiziano, a due piani. (in alto il tempio, sotto
negozi)
Monumento di Memmio nipote di Silla (I secolo)
NIKE, dea della vittoria - Altorilievo del periodo romano trovato
sotto i resti della piazza di Domiziano.
Scendendo lungo la via dei Cureti verso la Biblioteca
Fontana di Traiano (I secolo d.C.) di giorno
e vista di notte!
Resti di pavimentazione musiva (I°secolo). Sulla sinistra
della via dei Cureti (scendendo) dove si trovavano le case della
"Efeso bene"
Terme di Scolastica - Costruzione a tre piani del II° secolo,
restaurata nel IV° dalla matrona che le ha dato il nome. Si
calcola che potesse ospitare un centinaio di visitatori.
Statua di Scolastica
Tempio di Adriano eretto nel 138 d.C. - Particolari della
decorazione sulla trabeazione
BIBLIOTECA DI CELSO costruita nel 135 d.C. da Caio Giulio,Console
della provincia dell'Asia in memoria del padre Caio Celso. Le
statue della facciata sono Virtù, Sapienza, Destino e
Ingegno. Gli scaffali contenevano 12.000 rotoli di libri e per la
lettura servivano come tavoli delle basse colonne in stile
ionico.
Facciata della biblioteca di Celso
PORTA DI MITRIDATE E MAZZEO due ricchi schiavi liberati da
Augusto che in segno di gratitudine eressero in suo onore questa
porta che dalla piazza della biblioteca conduce all'agorà
commerciale.
L'agorà commerciale. In primo piano uno dei tavoli di
lettura della biblioteca
La strada del porto detta Arcadiana (restaurata dall'imperatore
Arcadio negli anni 395-408) Le quattro colonne ai lati della
parte pavimentata in marmo sono del IV secolo e sembra che
sostenessero le statue degli evangelisti.
IL GRANDE TEATRO ha una capienza di 25.000 spettatori. Come lo
vediamo è del periodo degli imperatori romani Claudio
(41-54 d.C. epoca quindi di S.Paolo) e Traiano (98-117 d.C.) Come
tutti gli edifici di Efeso è stato saccheggiato in epoche
posteriori ed i suoi materiali usati per altre costruzioni
I DINTORNI:
La casa della Madonna sul monte Bülbül
Accesso alla zona della Basilica di S.Giovanni attraverso la
"Porta dell'inseguimento" che fa parte della zona fortificata sul
colle Ayasuluk.(Periodo bizantino VII-VIII secolo.) Nel V secolo
con la decadenza di Efeso gli abitanti si trasferirono in questa
zona per esser protetti dalla fortezza che venne usata e
restaurata fino al Medioevo.
S.Giovanni fu sepolto qui per sua volontà e nel VI secolo
l'Imperatore Giustiniano, demolita la chiesa precedente, fece
erigere la grandiosa basilica di cui oggi vediamo i resti.
BASILICA DI S.GIOVANNI EVAMGELISTA. Lunga 130 m, a tre navate, un
nartece ed un cortile circondato da colonne. La tomba
dell'apostolo si trova nell'abside della navata centrale. Le
cupole erano sostenute da 6 pilastri ai lati delle navate.Tra i
pilastri c'erano delle colonne di marmo venato grigio/blu a due
piani
BASILICA DI S.GIOVANNI EVANGELISTA. Particolare delle
ricostruzione del 2° piano di colonne
Guardando verso la valle dalla spianata del
cortile davanti alla Basilica di S. Giovanni si intravede la
Moschea di ISABEY costruita nel 1375 con ampio uso di materiali
della vecchia città romana.
Sulla sinistra si intravede una depressione dove 2000 anni or
sono si trovava il famoso tempio di Artemide, cui Efeso doveva
fama e ricchezza. Plinio narra che questo tempio venne
saccheggiato per 7 volte. La sua fondazione viene attribuita alle
Amazzoni e alla ricostruzione di quello arcaico ad opera di
Kresifon, architetto cretese, contribuì anche Creso, re
della Lidia (540 a.C. circa). Incendiato nel 356 a.C., venne
ricostruito nello stesso luogo. Era lungo 130 m, largo 67 m ,alto
18 m. Decorato con 150 colonne ioniche era considerato una delle
sette meraviglie,oggetto di ammirazione e meta di pellegrinaggi
da tutto il mondo per secoli e secoli. Della meravigliosa
costruzione di quel tempo, che vantava anche la collaborazione di
Prassitele, non rimane quasi nulla.
Al museo è conservata
una statua di Artemide che fu trovata sepolta in uno dei saloni
del Pritaneo. La parte superiore della statua era placcata in oro
ed il suo aspetto ben diverso da quello usuale della
classicità greca ci rimanda alla dea della
fertilità Cibele e alla cultura orientale. Curato e
restaurato fino al 111 d.C. il tempio nel 253 venne saccheggiato
ed incendiato dai Goti e non più ricostruito; anzi molte
delle sue colonne vennero portate a Costantinopoli ed usate per
la costruzione di Santa Sofia.
"GRANDE E' L'ARTEMIDE DEGLI EFESINI"
Viveva ad Efeso un orafo di nome Demetrio che cesellava statuette
della dea in argento e, ovviamente, le vendeva ai pellegrini del
tempo. San Paolo, giunto nella città, cominciò a
predicare che non si dovevano adorare gli idoli fatti da mani
umane. Demetrio temendo per il suo commercio, riunì gli
orafi di Efeso riuscendo a convincerli del pericolo che correvano
le loro attività se avessero preso piede le idee
dell'Apostolo; tutti assieme si avviarono gridando: "grande
è l'Artemide degli efesini" verso il Teatro dove stava
predicando San Paolo. Ne seguirono dei tafferugli e San Paolo,
arrestato, processato e condannato, dovette abbandonare la
città.
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