La città di Chiusi, una delle più notevoli dell'Etruria centro-settentrionale, godette di un'ininterrotta prosperità fino al periodo alto-medievale, grazie alla collocazione lungo una importante via di comunicazione ed alla feracità delle sue campagne.
Area
Archeologica
Il periodo del suo massimo sviluppo, alla fine
del VI sec. a.C., coincise con la tirannide di Porsenna, il noto lucumone che
conquistò Roma.
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La ricchezza di Chiusi è attestata principalmente dalle sue necropoli, saccheggiate nel secolo scorso, tra cui si segnalano quelle di Poggio Gaiella e di Poggio Renzo. Delle numerose tombe monumentali almeno una ventina erano dipinte: quella mitica di Porsenna è una ricostruzione erudita latina; le tombe del Leone e della Pellegrina sono visitabili unitamente al Museo Archeologico Nazionale di Chiusi. |
Interessante inoltre è la tomba della Scimmia.
Da scavi nella campagna di Chiusi provengono anche due celebri pezzi conservati al Museo Archeologico di Firenze: il rarissimo Vaso François (VI sec. a.C.), trovato in una tomba in località Fonte Rotella, e il sarcofago della nobile dama Larthia Seianti (vedi appendice), proveniente dalla Necropoli di Poggio Cantarello. |
Vaso
Francois |
Sarcofago
di Larthia Seianti e particolare
Gli scavi più recenti hanno interessato principalmente lo sviluppo urbanistico di Chiusi, individuando una serie di villaggi protostorici nell'area urbana e nelle sue immediate vicinanze, un edificio del VI sec. a.C. in località Petriolo e le mura di cinta etrusche e romane della città.
Rilievi di urna chiusina (450 a.C.)
Presso la città sono visitabili: la cisterna
sotto Piazza Duomo (rivolgersi al Museo Archeologico); tratti di mura nell'Orto
Vescovile e alla Violella; resti di una fortezza del I sec. a. C., presso la
Rocca; cisterne e cunicoli nel parco dei Forti.
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