PERUGIA

      

   

Cippo perugino

 

Una delle più lunghe iscrizioni a noi pervenute, il Cippo di Perugia suscitò grande clamore al momento della scoperta, avvenuta per caso, nel 1822. Fu tuttavia l'intervento appassionato di Giovanni Battista Vermiglioli, professore di archeologia presso l'università perugina, ad impedire la dispersione di questa imponente testimonianza della civiltà etrusca.

Si tratta di un compatto blocco parallelepipedo di travertino, che emergeva dal terreno per la sola parte levigata, recante un testo redatto in alfabeto etrusco su due lati. Le lettere, che rivelano tracce evidenti di rubricatura, propongono una datazione tra il III e il II sec. a.C. L'iscrizione si estende da destra a sinistra, per 24 righe sulla faccia anteriore e 22 su quella laterale. Per quanto riguarda il contenuto, è ormai attestato che si riferisca ad un atto giuridico stipulato tra le famiglie Velthina e Afuna, circa la divisione o l'uso di una proprietà. Il cippo testimoniava pertanto il perenne ricordo di un patto sancito e garantito da un giudice.

Vedi anche apposita SEZIONE LINGUISTICA

 

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