Nell'area archeologica demaniale che si estende per circa dieci ettari nelle immediate vicinanze del golfo di Baratti, sono visibili una serie di tombe monumentali a tumulo e a edicola, databili dal settimo al sesto secolo avanti Cristo, nonché alcuni imponenti edifici, costruiti con una accurata e sapiente tecnica muraria, destinati in parte ad abitazione ed in parte anche alla preparazione e allo stoccaggio dei pani di ferro grezzo/frutto delle operazioni di arrostimento e riduzione del minerale che venivano poi smistati sui vari mercati secondo le richieste.
Poggio Porcareccia |
Fra le tombe a tumulo con crepidine costruita a blocchi squadrati di panchina (una pietra arenaria di formazione recente le cui cave si trovano in località Le Grotte e Le Buche delle Fate), la tomba dei Carri, |
scavata
in due riprese, nel 1914 e nel 1921, ed oggetto di un importante e complesso
intervento di restauro effettuato in anni recenti, è la più monumentale (il
diametro del tumulo misura circa trenta metri), con un lungo corridoio di
accesso alla camera centrale, su cui si aprono le tre cellette laterali
all'interno delle quali furono recuperati i resti due carri, un cadesse con le
ruote rivestite di bronzo, ed un carro da corsa, uncurrus, decorato da lamine di
bronzo ageminate in ferro e prodotto attorno alla metà del settimo secolo
avanti Cristo in una officina locale.
Oltre alla tomba dei Flabelli, rinvenuta con la copertura a pseudocupola ancora parzialmente intatta, che prende il nome dai due straordinari ventagli di bronzo decorati a sbalzo che connotano l'alto rango di uno dei personaggi sepolti all'interno e che sono venuti alla luce fra i ricchissimi materiali (più di trecentoquaranta oggetti) che testimoniano almeno 4 deposizioni che si sono succedute dalla metà del settimo alla metà del sesto secolo avanti Cristo,
Tomba dei Flabelli |
di grande interesse anche la tomba delle Pissidi Cilindriche, con la crepidine ad avancorpo, nel cui corredo funebre compaiono due pissidi protocorinzie che costituiscono una delle più antiche importazioni di ceramica greca finora attestate a Populonia. |
Nella necropoli del Casone la tomba a edicola detta del Bronzetto Offerente a seguito del ritrovamento di una statuetta di bronzo pertinente alla cimasa di un candelabro, che raffigura in realtà un atleta lanciatore del disco, costituisce uno dei monumenti più completi e meglio conservati che ben esemplifica l'architettura templare populoniese della seconda metà del sesto secolo avanti Cristo espressione della potenza della polis. Il tetto era decorato da acroteri di pietra raffiguranti motivi fitomorfi stilizzati ed animali fantastici marini secondo un modello che trova i suoi antecedenti nell'area della Grecia Orientale, a Samo e a Mileto.
Tomba del bronzetto offerente
Scavi recenti condotti nel 1990 e nel 1993 hanno messo in luce un tratto ulteriore della strada sepolcrale nella necropoli del Casone, ai lati della quale si allineavano le tombe a edicola e le più modeste tombe a cassone rivelando una vera e propria pianificazione degli spazi all'interno dell'area cemeteriale dovuta ad una trasformazione dell'assetto sociale verosimilmente in relazione all'inizio dell'attività di lavorazione in loco del ferro dell'isola d'Elba sotto il controllo della polis.
Necropoli delle Grotte
Le strade sepolcrali all'interno della necropoli del Casone furono poi ricoperte nel quarto secolo avanti Cristo, momento della massima fioritura, dai residui della lavorazione del ferro come è testimoniato dai frammenti di parete dei forni, in pietra ed in argilla concotta, dalle bocche di mantici di terracotta e dai cumuli di scorie, all'interno delle quali sono state rinvenute numerose tombe ellenistiche e romane.
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