Religione
Circa la religione, le poche informazioni ci sono pervenute da alcuni reperti archeologici. Nella tavola di Agnone sono riportati i nomi di numerose divinità.
La semplicità di vita dei sanniti si rifletteva anche nel loro culto. Essi dedicavano lo stesso luogo alla venerazione di più divinità ed offrivano loro sacrifici animali, in particolare il maiale, e quei pochi prodotti dei raccolti che già non bastavano per loro.
Le prime manifestazioni di culto erano guidate da una specifica classe sacerdotale ed avvenivano all’aperto, nei boschi o nelle vallate, secondo uno stile prettamente indoeuropeo. Successivamente si è passati all’edificazione di diversi santuari: Pietrabbondante, Schiavi d’Abruzzo, Capua, Compsa. Il sacerdote svolgeva anche funzioni di stregone e di uomo di scienza oltre che di celebrante delle cerimonie e custode dei templi. Anche i meddix presiedevano le diverse funzioni.
Molti erano i luoghi che si pensava fossero abitati dagli dei, come, ad esempio, la valle dell’ Amsanctus o la campagna di Aeclanum .
Nel corso dei secoli la religione ha subito diverse influenze da parte delle culture etrusche, romane e greche. I sanniti, infatti, davano importanza agli auspici ed alla previsione del futuro. Diverse divinità vennero importate ed altre esportate. La venerazione di ciascun dio cercava di dare loro una risposta a quei fenomeni naturali che non si era in grado di controllare. La loro vita, dunque, non aveva molta importanza ed il loro destino era estremamente labile.
La cerimonia più importante consisteva nel Ver Sacrum . Per allontanare i cattivi presagi, tutti i maschi nati nella primavera erano dedicati al dio Mamerte, ma non venivano uccisi. Questi erano allevati e considerati sacri. Nella primavera successiva dovevano lasciare il loro villaggio e seguire un animale guida (cervo, cinghiale, lupo) che gli avrebbe indicato dove fondare un nuovo villaggio in cui crescere e prosperare. Questa cerimonia cerca di dare una spiegazione irrazionale ai continui processi migratori che sono stati molto frequenti tra le popolazioni sannitiche. Anche l’affidarsi ad animali, testimonia la strettissima connessione tra l’uomo e la natura. Si tratta di un elemento di estrazione indoeuropea, che presso i celti ha avuto un fortissimo sviluppo.
Tra le divinità sannite ricordiamo: Vezkeì, Euclus, Kerres (Ceres), Filia Cerealis, Matae (mater), Lucina, Liganacdix Intera, Flora Cerealis , Perna Cerealis, Diva Genita, Imbres, Heres, Feronia, Fatui, Lymphae Cerealis, Amma Cerealis, Inter Stita, Hercules Cerealis, Patana Pistia, Mamerte, Famel, Jupiter Rigator, Jupiter Juventus .
Si tratta di nomi legati alla natura e che richiamano gli elementi essenziali della sopravvivenza di questo popolo. Il signore supremo era Giove, Kerres generava i raccolti, Flora, divinità esportata a Roma in seguito, nutriva le messi. Dunque Kerres e Flora erano fortemente connesse tra loro. Questa era una prima terna di divinità principali, a cui le altre divinità erano in subordine. Famel era la dea terra, molto cara ai Sabini ed ai sanniti, Mamerte, equivalente di Marte, era ricordato nella cerimonia del Ver Sacrum. Compagno di quest’ultimo era Heres. Entrambi erano divinità che accompagnavano il popolo in guerra. Fatui e Feronia proteggevano i pastori. Infine Lucina era dea della nascita, molto importante per il popolo, considerato il numero dell’elevata mortalità.
Con l’avvento dell’influenza ellenica, i sanniti cominciarono a credere nell’aldilà. Questo è dimostrato da pitture rinvenute in alcune tombe.
Soprattutto nella zona di Alfedena sono state rinvenute numerose tombe a tumulo, in cui venivano deposti i defunti assieme al cibo, alle corazze, ai monili e gioielli, che li accompagnavano nel viaggio eterno.
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