OLBIA

CIVILTA' NURAGICA

Periodo Nuragico

Nuraghe Paulelada o CrapilazzuA partire dalla Media Età del Bronzo (1500 a. C.) si diffonde capillarmente in tutta la Sardegna la Civiltà Nuragica, così detta dalla tipica costruzione a tronco di cono in grossi blocchi di pietra: il nuraghe.
Sommano a più di 50 i siti di quest’epoca nel territorio olbiese perché per l’abbondanza di terreni, buoni pascoli e ottimi approdi era quanto mai adatto all’insediamento di un gruppo umano, anche se numeroso, a base agro-pastorale e interessato anche alle relazioni transmarine. E le ubicazioni stesse di questi siti, in stretta relazione con corsi d’acqua , aree agricole, insenature riparate tradiscono l’interesse per tali risorse.La successiva forte pressione antropica con le conseguenti trasformazioni del territorio determinò, a partire già dall’ Età Punica, il degrado dei monumenti che tuttavia, in forme più o meno imponenti, si conservano ancora oggi. Non solo nuraghi (Casteddu, Torra, Paulelada, Nuragadena ecc.) ma in alcuni casi i relativi circostanti villaggi (Pedra Niedda, Contras, ecc.), sepolture megalitiche collettive (tombe di giganti di Su Monte de s’Ape, Contras, Su Trambuccone, ecc.), luoghi di culto (pozzi sacri di Sa Testa, Cugnana, Su Trambuccone).
Barchetta nuragica in bronzo da EnasSul piano dei reperti vanno ricordati, assieme alle ceramiche e agli strumenti di pietra (macine, pestelli, matrici di fusione ecc.),  pochi ma significativi bronzi d’uso (pugnali, asce, falci, daghe), d’ornamento (fibule, spilloni, anelli, braccialetti) e votivi come la barchetta da Enas e la figura femminile che reca un vaso sul capo da Riu Mulinu. E proprio dallo studio degli oggetti metallici vengono le ultime novità sull’Età Nuragica a Olbia. Infatti, se l’interesse per i commerci marittimi era già ipotizzabile per la presenza di nuraghi (Punta Nuraghe a Porto Rotondo) e pozzi sacri (Sa Testa, Cugnana) molto vicini ad importanti approdi, il recentissimo ritrovamento di un ripostiglio di frammenti di lingotti di rame del tipo ox-hide (a forma di pelle di bue) provenienti dalla lontana isola di Cipro inserisce appieno anche il golfo di Olbia, come il resto della Sardegna, nelle rotte che collegavano le coste del Medio Oriente alla Penisola Iberica già dal XIV sec. a. C.

 

NURAGHE  RIU  MULINU



Nuraghe Riu Mulinu: particolare della torre nuragica


Nuraghe Riu Mulinu. il muro di cinta visto da sud


Pianta e sezione del complesso nuragico di Cabu Abbas
Il complesso di Riu Mulinu è collocato in posizione dominante sul Monte di Cabu Abbas, nella parte nord della conca di Olbia.
La struttura è formata da due distinti elementi: una possente muraglia e una torre nuragica di modeste proporzioni.
La muraglia, che cinge la cima ove si trova la torre, è realizzata in muratura granitica.
Essa si sviluppa per circa 220 metri, presenta spessore massimo di circa 4 metri e, in taluni punti, si conserva per un’altezza superiore ai 5 metri.
Vi si aprono due ingressi, l’uno verso nord e l’altro verso sud, il primo dei quali, con copertura interna a piattabanda, ben conservato.
Il nuraghe, costruito con blocchi granitici di ridotte dimensioni, presenta la consueta planimetria circolare con circa 8.50 metri di diametro.
Oltre l’ingresso è presente un andito, sul quale si aprono una nicchia e il vano scala, che conduce a una camera dotata di due nicchie e di un pozzo, in origine profondo circa 2.60 metri, ove si rinvennero ossa combuste di animali, coltellini in pietra e ceramiche.

Nella nicchia dell'andito si ritrovò inoltre un bronzetto, ora conservato nel Museo Archeologico di Cagliari, raffigurante un personaggio femminile che trasporta un’anfora sul capo. La costruzione della torre avvenne probabilmente nell’età del Bronzo Medio (1600- 1300 a.C.), mentre la muraglia potrebbe essere forse anche più antica, ed essere stata riutilizzata per la difesa del nuraghe stesso.
Nell’ultima fase, forse intorno al IX - VIII secolo a.C., il nuraghe perse probabilmente la propria funzione originaria e fu trasformato in un sacello.

 

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