CRUSTUMERIUM

 

Nella zona del Parco della Marcigliana fu scoperto il sito di Crustumerium, una della città più antiche del Lazio protostorico. Ancora oggi le sue origini non sono del tutto chiare perché secondo Servio fu dedotta dal popolo dei Siculi, mentre altri sostennero che fu fondata da Alba Longa (Diodoro e Dioniso), dai Sabini (Plutarco) o dai Latini. Secondo la tradizione leggendaria, del poema virgiliano, Crustumerium rientrava tra le cinque città dedite alla costruzione delle armi che dovranno essere usate dalle popolazioni dell'Italia centrale per combattere Enea: "Sulle incudini cinque grandi città foggiano dardi, la forte Aténa, la superba Tivoli, Crustumerio, Ardea e la turrita Antemna." (Eneide,VII, 629-631).

Infine la città entrò in conflitto anche con Romolo e sembra che fu conquistata da quest'ultimo. Gli eventi successivi, storicamente più attendibili, ci attestano che la zona del Crustuminus Ager (Agro di Crustumerio) fu annessa nel 499 o nel 495 a.C. e ciò determinò che le tribù salirono a 17 o a 21 dopo la creazione della nuova tribù Clustumina. Gli scavi condotti negli anni Ottanta di questo secolo attestarono che i più antichi reperti di Crustumerium risalivano all'età del bronzo e alla prima età del ferro. Presso questa città, inoltre, furono ritrovati dei vasi particolarmente interessanti per forma e tinte cromatiche.

La città occupava un' altura vasta circa 60 ettari a nord di Roma, dominante il tracciato della Salaria e la vasta pianura delimitata dalle anse del Tevere; un percorso viario proveniente dall'opposta riva del fiume - occupata dagli Etruschi - raggiungeva la città mediante una rampa intagliata artificialmente e, attraversatala, discendeva sull'opposto versante sudorientale, dirigendosi verso i centri di Gabii e Praeneste.

Ben poco si può dire della struttura interna dell'abitato non essendo stati ancora effettuati scavi di ampia estensione; appare possibile un ruolo di nucleo originario, e una successiva funzione di acropoli, del poggio della Torretta (in prossimità del Casale della Marcigliana Vecchia), avanzato verso la piana del Tevere.

I dati di scavo permettono di ipotizzare che questi muri costituiscano una sorta di sistema di terrazzamento con probabili funzioni difensive, realizzato forse nel VI sec. a.C. Tutti i muri sono costruiti a secco con blocchi squadrati di tufi diversi, anche di grandi dimensioni; soltanto tra i muri lasciati in vista lo scavo è stato approfondito mettendo in luce 7 filari di uno dei due muri; si è potuto così appurare che originariamente l'intercapedine tra i muri era vuota e che il riempimento visibile oggi è costituito dal crollo dei muri stessi e dagli strati di terra successivi all'abbandono.

Questa imponente struttura, costituita di muri paralleli, doveva essere rinforzata da muri perpendicolari di collegamento, non ancora rinvenuti.


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