Nell'aprile del 1336 nasceva a Kech, vicino Samarcanda, Timur (Timur lo
zoppo) cioè Tamerlano, colui che avrebbe rinnovato le gesta di Gengis
Khan,
non era mongolo ma turco, del clan Barbas di cui era un piccolo capo,
proclamandosi discendente diretto del grande mongolo; era musulmano
conservatore, non aveva la pazienza di pensare all'amministrazione civile
come fece Gengis Khan.
Tamerlano ereditò le strategie militari e la tecnica di manipolazione degli
avversari proprie dei mongoli, e proprio queste caratteristiche rendevano i
Turchi un popolo preparato, esperto e addestrato per le future spietate
conquiste.
Le sue guerre sono state barbare come quelle mongole, e iniziarono quando
aveva venticinque anni e la carica di Visir dell'Orda Bianca (canato di
Chagatai); guidò i suoi uomini alla conquista della Transoxiana e del
Turkestan (regione dell'Asia centrale tra il mar Caspio e il deserto dei
Gobi).
Nel 1369 Tamerlano era il capo riconosciuto di tutte le tribù turche, al
suo comando l'Islam riconquistò la supremazia militare e concluse la guerra
in Transoxania, in un bagno di sangue.
Tra il 1375 e il 1380 ebbe il dominio del canato dell'Orda Bianca,
occupando tre quarti del suo territorio, quindi si dedicò alla conquista
della Persia, raggiungendo l'Eufrate nel 1387.
Nel 1392 le sue truppe attraversarono l'Eufrate e portarono morte e
distruzione in Georgia, Azerbaijgian e gli stati russi meridionali.
Come i mongoli, le sue truppe avanzarono verso il Mediterraneo e
conquistarono: Baghdad, Damasco, Aleppo, sconfisse Bayazid I sultano
ottomano e conquistatore dell'Asia Minore nel 1402.
All'età di 66 anni Tamerlano fece ritorno a Samarcanda, programmò con cura
l'invasione della Cina, ma morì durante il viaggio il 19 gennaio 1405.
La sua dinastia detta dei (Timuridi) durò per un secolo.
I suoi successori combatterono e lottarono sino alla loro distruzione nel
1507, per opera degli Uzbechi comandati da Sciaibani Khan.
Un successore di Tamerlano, Baber (leone) discendente di quinto grado per
parte di padre da Tamerlano, e di quattordicesimo grado per parte di madre
da Gengis Khan, fu re di Fergana all'età di 14 anni, ma il trono gli fu
usurpato dai parenti.
Nel 1524 il governatore del Punjab, implorò il suo aiuto per governare
Kabul e difendersi dal fratello sultano di Delhi, Ibrahim Lodi; Baber
riunì i suoi alleati afgani e sconfisse un'armata indiana nei pressi di
Lahore.
Baber poi proseguì con 25.000 uomini verso la conquista dell'India; si
scontrò con l'esercito di Ibrahim Lodi forte di 40.000 uomini a Panipat il
21 aprile 1526.
L'esercitò di Ibrahim attaccò, ma fu bloccato dalla linea difensiva di
Babel: 700 carri legati assieme come un anello, l'esercito di Babel (il
primo fuori dall'impero Ottomano dotato di fucili) sferrò il suo attacco,
sbaragliando e mettendo in fuga il nemico, catturato lo stesso Ibrahim, fu
ucciso.
Babel mandò in avanscoperta il figlio Humayun ad assediare il tesoro di
Agra e giunse a Delhi il 25 aprile 1526, fece leggere la "Khutba"
a proprio nome nella moschea e divenne imperatore Moghul (Gran Mogol) dell'Industan
(la piana del Gange in India settentrionale).
Nel 1528 conquistò Gwalior e nel 1529 ciò che rimaneva della dinastia Lodi
e dei suoi alleati afgani. Baber morì nel 1530 e fu sepolto nel suo giardino preferito a Kabul.
I suoi discendenti ebbero il compito di conquistare il resto dell'India.
Tre secoli dopo, nel dicembre del 1858 l'ultimo gran Mogol, Mahadur sciah
consegnò l'impero delle indie alla corona britannica